sabato 27 Aprile 2024

L’Italia vara il pugno di ferro contro gli ecologisti (con la scusa di proteggere i monumenti)

Con 138 voti a favore, 92 contrari e 10 astenuti, la Camera dei Deputati ieri ha dato il via libera definitivo al disegno di legge, firmato dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e già approvato al Senato, che punisce la distruzione, il danneggiamento, il deturpamento e l’imbrattamento di beni culturali e paesaggistici. Solitamente riportiamo le notizie senza particolari interpretazioni e senza saltare a conclusioni, tuttavia non abbiamo dubbi sul fatto di tenere fede alla nostra idea di giornalismo imparziale se scriviamo che quanto approvato ieri in Parlamento è una legge che si va ad abbattere contro coloro che manifestano per la difesa dell’ambiente, utilizzando il pretesto della protezione dei monumenti solo per colpirli. A dimostrarlo, in primis, è il fatto che questo provvedimento prevede un assurdo inasprimento di pena se l’illecito viene prodotto durante una manifestazione pubblica. Dunque, se l’azione viene intrapresa per sensibilizzare la popolazione su una tematica sociale o politica, la pena è raddoppiata rispetto all’entità che avrebbe in occasione di un semplice atto di vandalismo. Il secondo motivo, ancor più grave, è che, in risposta a un emendamento delle opposizioni sull’inserimento di un aggravio di pena anche per chi, attraverso l’abusivismo, deturpa beni pubblici e monumenti per scopi privati, c’è stata la bocciatura della maggioranza.

Nel mirino del governo ci sono, ovviamente, collettivi come “Ultima Generazione” ed “Extinction Rebellion”, che per manifestare contro le politiche ambientali hanno gettato vernice lavabile su monumenti e opere d’arte o colorato con la fluoresceina corsi d’acqua, come successo lo scorso giugno a Venezia. A seconda della gravità della fattispecie, le sanzioni previste dal testo vanno da un minimo di 10mila ad un massimo di 60mila euro. Per comminare la sanzione, non si dovrà passare da un dibattimento, ma basterà che il prefetto raccolga le segnalazioni delle forze dell’ordine. L’aumento delle sanzioni stabilito andrà ad aggravare quelle previste dal Codice penale dalla primavera del 2022, che oltre alla reclusione da 1 a 6 mesi, prevedono multe da 2.500 a 15mila euro. A non passare inosservata è stata, in particolare, la norma che raddoppia le pene – delineando una pena da uno a cinque anni di carcere e una multa fino a 10mila euro – nei confronti di “chiunque distrugga, disperda, deteriori o renda, in tutto o in parte, inservibili beni mobili o immobili durante manifestazioni pubbliche”. La multa si alza da 10mila fino a 40mila euro se si arriva a “un uso pregiudizievole per la conservazione o integrità” dei beni colpiti o a un loro “uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico”. Nello specifico, un fatto ha reso palese la mirata “offensiva” governativa contro le azioni dei movimenti ambientalisti, ovvero la proposizione di due emendamenti da parte dell’opposizione – specificamente Europa Verde – che avrebbero alzato a 10mila euro la pena per chi danneggia l’ambiente attraverso manufatti abusivi ed ecomostri e inasprita per i pubblici ufficiali ritenuti colpevoli di aver danneggiato il patrimonio. Entrambi sono stati respinti dalle forze che sostengono il governo.

Proprio ieri, il Gup del Tribunale di Bologna ha condannato a sei mesi per i reati di violenza privata e interruzione di servizio – con pena sospesa e non menzione – i tre attivisti di Ultima Generazione che, lo scorso 2 novembre, hanno bloccato la Tangenziale del capoluogo emiliano per un’ora. Lo avevano fatto per chiedere un fondo da 20 miliardi «preventivo, permanente e partecipato per riparare i danni subiti dai cittadini a causa degli eventi meteorologici estremi». Infatti, comminando le condanne, il giudice ha comunque riconosciuto le circostanze generiche dell’aver agito per un alto valore morale ai sensi dell’art. 62 co. 1, n. 1 c.p., come rilevato anche dallo stesso pubblico ministero. Sulla base della formulazione della nuova legge, però, un fattore che fino a ieri poteva costituire un’attenuante – ovvero il mettere in atto un’azione dimostrativa per motivi nobili e di interesse pubblico nel corso di una manifestazione –, da oggi rappresenterà una circostanza che potrà comportare il paradossale aumento, a livello penale, della gravità del reato.

[di Stefano Baudino]

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