lunedì 29 Aprile 2024

Valsusa: Salvini inaugura (di nuovo) i lavori della TAV schivando le proteste popolari

Ieri mattina il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si è recato in Val di Susa per l’ennesima inaugurazione dei lavori nel tunnel di base che dovrebbe essere realizzato nel tratto italiano, finalizzato al transito dell’Alta Velocità. In occasione dell’evento, il territorio è stato militarizzato, con posti di blocco, elicotteri e decine di agenti appostati nei boschi della Val Clarea. Sul posto erano presenti anche diversi attivisti e attiviste del Movimento No TAV, i quali hanno protestato salendo sulla tettoia del presidio dei Mulini per sventolare le bandiere del Movimento e cantare cori contro la presenza del ministro e la realizzazione della grande opera, oltre a procedere con la battitura dei cancelli del cantiere, usuale forma di protesta del Movimento. «Sembra di stare in guerra – ha dichiarato una delle attiviste presenti – ma è una guerra che lo Stato ha dichiarato alla nostra comunità quando ha deciso di occupare il nostro territorio. Dunque non ce ne dobbiamo andare noi, ma loro». Le forze dell’ordine hanno fermato e successivamente denunciato circa 20 attivisti.

All’inaugurazione del cantiere del tunnel di base a Chiomonte vi erano, oltre al ministro Salvini, anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e numerosi altri rappresentanti di istituzioni e organizzazioni sindacali. Il cantiere, ha dichiarato il ministro, sarà concluso entro il 2032. «È chiaro che un’infrastruttura che porta vantaggio a tanti arreca anche qualche problema a qualcuno – ha dichiarato Salvini – per questo devi accompagnare, spiegare e compensare e noi stiamo lavorando con Rfi per trovare nell’accordo di programma i milioni necessari per chiudere con le compensazioni per il territorio. Si parla di diversi milioni di euro da investire nei Comuni che hanno portato pazienza in questi anni, quindi ringrazio queste comunità e i sindaci, e questa pazienza verrà ricompensata non solo con una grande infrastruttura ma anche da opere che potranno aiutare i cittadini». Il ministro francese dei Trasporti, Clement Beaune, ha espresso anch’egli soddisfazione per il fatto di «vedersi concretizzare questa parte di un progetto fondamentale per le relazioni non solo tra Italia e Francia ma anche europee nell’ambito del Corridioio Mediterraneo». Un progetto, dichiara Beaune, che rappresenta « l’unica soluzione possibile per trasferire in modo massiccio dalla strada alla ferrovia il traffico merci che attraversa le Alpi franco-italiane».

Peccato che quanto dichiarato da entrambe i ministri sia stato smentito da un’enorme quantità di studi, che mostrano come il traffico su ruota (che coloro che sono a favore dell’opera vorrebbero trasferire su rotaia, giustificando così in parte la necessità di investire nella TAV) su questo tratto non solo non stia crescendo, ma sia addirittura in drastica diminuzione. Inoltre, le ricerche mostrano anche come l’Alta Velocità non sembri portare poi tanti benefici al commercio. In particolare, uno studio del Politecnico di Milano, pubblicato dal Sole24Ore, sostiene che “i risparmi di costo e di tempi di trasporto non giustificano l’investimento per nessuna delle tratte considerate tranne, nel caso più ottimistico, la Milano-Bologna”.

Sono ormai 30 anni che la storia della costruzione della TAV procede affannosamente, tra inchieste giudiziarie, ritardi nei lavori, rinvii e infiltrazioni mafiose. Decenni nel corso dei quali la popolazione della Val di Susa ha portato avanti una strenua lotta contro la realizzazione dell’opera. Anche ieri non sono mancate le proteste, con numerosi militanti che si sono recati a Chiomonte per contestare Salvini. “I ministri passano, i No TAV restano” scrivono gli attivisti. Per le proteste di ieri sono stati una ventina gli attivisti fermati e denunciati dalle forze dell’ordine e sono stati notificati sei fogli di via.

[di Valeria Casolaro]

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