Chance, il network di associazioni in Europa promosso da Libera, ha presentato presso il Parlamento Europeo, alla presenza di Roberta Metsola, Presidente dell’Eurocamera, di Luigi Ciotti, Presidente di Libera, degli eurodeputati e di vari rappresentanti della società civile, “Una Chance per l’Europa”, manifesto in 5 punti e 12 proposte che, nell’ambito del progetto finanziato con fondi della Commissione Europea EU Youth in Acti, vengono considerate tasselli fondamentali per la lotta alla mafia e alla criminalità nel percorso di avvicinamento alle elezioni del Parlamento Europeo del 2024. Sul piatto ci sono, in particolare, una serie di misure inerenti il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie e il contrasto alla tratta degli esseri umani, alle ecomafie e alla corruzione.
Rispetto alla battaglia contro la criminalità organizzata, come precondizione per un serio impegno sul tema Libera chiede che il Parlamento europeo e le altre istituzioni nazionali e comunitarie la riconoscano come “un problema europeo che nasce all’interno dei suoi confini e affonda le sue radici nelle disuguaglianze sociali e nelle zone grigie esistenti nei nostri Paesi”, proponendo l’istituzione di un Forum permanente della società civile sulla criminalità organizzata che coinvolga Commissione europea, Europarlamento e società civile. Sulla dirimente tematica concernente il destino dei beni confiscati alle mafie – questione su cui Libera è da anni impegnata direttamente sul campo e che, anche in Italia, vede numerose criticità – l’associazione chiede all’Europa che le misure per il riutilizzo sociale dei beni siano “rese vincolanti insieme alle altre forme di gestione dei beni nella nuova proposta di direttiva sul recupero e la confisca dei beni”; inoltre, al fine di garantire un adeguato coinvolgimento delle OSC, Libera chiede di rivedere i meccanismi di partecipazione alle riunioni interistituzionali sulla gestione dei beni confiscati e di istituire un fondo speciale per sostenere i progetti della società civile consacrati a tale obiettivo.
Il fenomeno della criminalità organizzata, specie per come si sta sviluppando in Europa, dove su più fronti è in atto una partnership tra diverse organizzazioni criminali, è direttamente connesso a quello della tratta di esseri umani. Su questo versante, Libera propone la creazione di un “tavolo di confronto permanente” e di un Difensore a livello europeo che possa garantire “la piena e completa attuazione” della legislazione comunitaria. Sul capitolo anticorruzione, Libera chiede alla Commissione Ue il riconoscimento formale del “ruolo delle organizzazioni della società civile nel monitoraggio delle spese dell’UE”, nonché l’esplicito impegno a mettere mano a “disposizioni forti” per consentire un “significativo accesso” degli stakeholder ai registri della proprietà effettiva, come proposto dall’Europarlamento. Passando poi alle tematiche ambientali e, dunque alla lotta alle ecomafie, Libera ha proposto al Parlamento e al Consiglio Europeo di “approvare rapidamente” la nuova proposta di direttiva sulla protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale, richiedendo espressamente ai 27 Paesi membri di “procedere agli adeguamenti necessari” per la “rapida” ratifica del provvedimento.
“Da anni – ha dichiarato Libera – continuiamo ad assistere ai problemi cronici nella nostra ‘Casa Europa’, come la quantità di persone che cadono nelle reti di trafficanti, il persistere di guerre e violenze, il divario di opportunità per le persone che vivono nel continente in termini di accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria, alle infrastrutture e a condizioni di vita dignitose. Se è vero che la criminalità organizzata trova il suo terreno più fertile nell’ingiustizia sociale e nelle disuguaglianze, a vent’anni dalla Convenzione di Palermo delle Nazioni Unite e dopo oltre due anni di pandemia globale, la società civile europea riunita nella Rete Chance promossa da Libera, chiede la creazione di una società più equa in quanto strumento potente per eliminare la criminalità organizzata e la corruzione”. Libera, che a tale scopo ritiene “fondamentale il ruolo dei cittadini, delle associazioni, dei movimenti e delle Chiese”, chiede dunque all’Europa e alle istituzioni che la rappresentano un pieno “coinvolgimento della società civile responsabile”.
[di Stefano Baudino]