martedì 14 Maggio 2024

Studio: un cucchiaino di sale in meno abbassa la pressione quanto un farmaco

Eliminare un cucchiaino di sale da 2.300 milligrammi al giorno dalla dieta funziona contro l’ipertensione quanto i farmaci, e i risultati sono positivi sia per le persone sane sia per coloro che già soffrono del disagio. È ciò che riporta un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria pubblicato sulla rivista scientifica Jama Network. Si è scoperto che, indipendentemente dall’assunzione di medicine, dal 70% al 75% delle persone possono vedere una diminuzione della pressione sanguigna se viene ridotto l’apporto di sodio nella loro alimentazione quotidiana. Norrina Allen, professoressa di Medicina preventiva alla Feinberg School of Medicine di Chicago e coautrice della ricerca, ha dichiarato che «questo è il primo studio che dimostra che le persone che stanno già assumendo farmaci per la pressione sanguigna possono abbassarla ulteriormente limitando le quantità di sodio».

L’ipertensione arteriosa è una condizione caratterizzata da una pressione del sangue più alta rispetto agli standard fisiologici normali. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, complessivamente il 31% della popolazione italiana è iperteso ed il 17% è border-line. Si tratta di un disagio molto più frequente nei soggetti in età avanzata, in quanto favorita dal processo di invecchiamento dell’organismo. L’ipertensione arteriosa è anche considerata un killer silenzioso perché non presenta sintomi e l’unico modo per scoprirla è fare un test. Secondo un recente rapporto dell’Organizzazione Mondiale dalla sanità (OMS), si tratta di una malattia che colpisce circa una persona su tre e per ogni 5 persone malate 4 non vengono adeguatamente trattate. Ma l’ipertensione può essere sviluppata anche a seguito di un consumo eccessivo di sale e, proprio per questo, sempre l’OMS ha raccomandato di limitare il consumo di sale a meno di 5 grammi al giorno. In Italia, il Ministero della Salute ha stimato che il 64% del sale che assumiamo proviene da prodotti alimentari già pronti che acquistiamo al supermercato (come pane, prodotti da forno, formaggi e salumi). Il dottor Andrew Freeman, direttore della prevenzione e del benessere cardiovascolare presso la struttura ospedaliera National Jewish Health di Denver e non coinvolto nello studio, ha spiegato che «la maggior parte delle persone oggi assume troppo sale perché è aggiunto a quasi tutto ciò che mangiamo. Un cucchiaino di sale può sembrare una piccola quantità. Tuttavia, il sale aggiunto sembra avere un effetto sorprendentemente ampio sulla pressione sanguigna».

I risultati del nuovo studio, pubblicato in peer review su Jama Network, indicano che prestare maggiore attenzione all’apporto di sale assunto nella dieta giornaliera può incidere tanto quanto un farmaco nella cura dell’ipertensione. L’esperimento ha coinvolto 213 persone di età compresa tra i 50 ed i 75 anni, alle quali è stato chiesto di seguire per una settimana un’alimentazione ricca di sodio, per poi passare ad una dieta iposodica nel sette giorni successivi. Tra i partecipanti, circa il 25% riportava una pressione sanguigna normale, mentre un altro 25% soffriva di iperestensione non trattata. Tra gli altri, il 20% soffriva del disagio ma era sotto controllo mentre il 30% no. Durante la prima settimana, i partecipanti hanno aggiunto 2.200 mg di sodio al giorno alla loro dieta abituale, mentre nei sette giorni successivi non hanno superato i 500mg di sodio totali giornalieri. La pressione sanguigna è scesa di 6/8 millimetri di mercurio, ovvero una reazione simile all’effetto indotto da un farmaco. Norrina Allen ha commentato così la scoperta: «Il calo si è verificato abbastanza rapidamente ed è stato costante per le persone con pressione sanguigna normale, leggermente alta o che già assumevano farmaci. Quando si passa da una dieta ricca di sale a una dieta povera di sale, tutto ha un sapore insipido. Voglio incoraggiare le persone a mantenerlo perché le papille gustative si adattano entro un paio di settimane circa, e dopo riacquisti davvero gusto e sapore e le cose normali avranno un sapore molto salato». Infine, ha ricordato che nonostante l’aggiustamento delle papille gustative richiedano un po’ di tempo, i miglioramenti della pressione sanguigna sono piuttosto rapidi e, se perseguiti tramite un consumo ridotto di sale, vengono così evitati gli effetti collaterali dei farmaci per l’ipertensione.

[di Roberto Demaio]

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1 commento

  1. Ok e infatti io dopo il primo colpo di pressione alta ho eliminato (quasi) tutti i cibi confezionati. E allora la UE invece di pensare a etichettare il vino come pericoloso per la salute (che poi lo sappiamo tutti) perchè non obbliga i commercianti a indicare QUANTO sale contiene un alimento? A me piacevano le arachidi tostate e salate ma QUANTO sale contenevano? Ho passato un intero giorno a fare ricerche sulla rete finchè ho ttrovato un produttore che lo dichiarava (aveva dell’incredibile!!). Ebbene 100grammi di arachidi tostate e salate contengono l’intero fabbisogno giornaliero di sale per una persona adulta.Ogni produttore dovrebbe essere OBBLIGATO DALLA LEGGE a dichiarare la quantità di sale nel prodotto venduto.

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