Fingendosi impiegati di Uffici Anagrafe comunali e “facilitatori” della procedura per il Bonus Cultura, oltre 600 persone – ma il numero è in aumento – avrebbero carpito l’identità di ragazzi che avevano appena raggiunto la maggiore età per lucrare illegalmente sul buono. Lo hanno scoperto i Carabinieri in un’inchiesta coordinata dalla Procura di Trieste, che ha appurato che gli indagati sarebbero riusciti ad accedere abusivamente all’App18, predisponendo finti voucher d’acquisto e attivando uno Spid attraverso le identità “rubate” dei ragazzi per fare acquisti da ditte complici. Per ora, la truffa si aggirerebbe attorno ai 300mila euro.
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