giovedì 21 Agosto 2025

I lavori del futuro che gestiranno l’interazione tra uomo e macchina

Dimmi il lavoro a cui aspiri e ti dirò a quale generazione appartieni. Chissà, forse Alessandro Manzoni adatterebbe così una delle battute più celebri dei Promessi Sposi. Ma è così semplice individuare oggi il lavoro del proprio futuro? Non esattamente, soprattutto alla luce dei repentini cambi di paradigma a cui ci espone la rivoluzione tecnologica, di cui l’ascesa dell’intelligenza artificiale è soltanto l’ultimo tassello. A fronte di una serie di mestieri destinati a scomparire – come la figura del cassiere, del receptionist o del postino – l’automazione e la rivoluzione digitale apriranno nuove strade lavorative. Secondo il rapporto The Future of Jobs pubblicato dal World Economic Forum nel 2020, entro il 2025 spariranno 85 milioni di posti di lavoro ma ne verranno creati quasi 100 milioni per gestire la crescente interazione tra uomo e macchina. Ecco dunque che la redazione de L’Indipendente ha pensato di creare una guida per permettere a tutti, e in particolare a chi è in fase di formazione, di destreggiarsi tra inglesismi e astrattismi, valutando con consapevolezza l’aderenza tra le proprie passioni e i mestieri del futuro. Il tutto con la speranza di mitigare le preoccupazioni che storicamente accompagnano l’umanità quando questa volge lo sguardo verso l’ignoto.

Specialista in machine learning

Ti affascinano dati, IA e statistica? Se sì, potresti prendere in considerazione l’idea di diventare uno specialista in machine learning (apprendimento automatico), una branca dell’intelligenza artificiale che unisce informatica e statistica al fine di elaborare degli algoritmi. Si tratta di un settore in ascesa, che già fa leva su una forte domanda di lavoratori, ed è parte della nostra quotidianità. Si pensi agli algoritmi che ci consigliano il “film perfetto” su Netflix o l’acquisto da non perdere su Amazon, perché in grado di elaborare una mole inquantificabile di dati. Lo specialista in machine learning dovrà poi destreggiarsi tra etica e responsabilità sociale. The Social Network è sicuramente un ottimo film per farsi un’idea di questo mondo, molto meno astratto di quanto possa sembrare. A chi intraprende il percorso in machine learning è generalmente richiesta una laurea in informatica, ingegneria informatica o matematica, e dunque la conoscenza dei linguaggi di programmazione più diffusi come Python, Java, C++ o JavaScript. Le opportunità lavorative riguardano tanto il settore pubblico quanto quello privato. Il World Economic Forum prevede, entro il 2027, un aumento della domanda di specialisti in machine learning pari al 40% di quella attuale. In Italia, la retribuzione annuale lorda (RAL) oscilla tra i 24mila e i 55mila euro, a seconda del livello di specializzazione e dell’esperienza.

Data analyst, data journalist, data scientist

Per chi è affascinato dall’analisi delle informazioni esistono poi i lavori del data analyst, data scientist e data journalist. Il primo si occupa principalmente della raccolta, elaborazione e interpretazione dei dati attraverso strumenti quali SQL, Excel e software di data visualization. In altre parole, il data analyst parte da “informazioni grezze” per trasformarle in rapporti o dashboard, facilitandone la comprensione. Se a ciò si aggiungono un’ottima capacità comunicativa e l’attitudine all’indagine si arriva alla professione del data journalist. Quest’ultimo utilizza, nei suoi articoli, informazioni inedite che gli permettono di elaborare fondati modelli di previsione fornendo un prodotto di valore. Insomma, la nuova frontiera del giornalismo, che oggi rischia di soccombere sotto banali copia e incolla e livellamenti verso una narrativa dominante. Il data scientist è invece una figura di raccordo tra lo specialista in machine learning e il data analyst, con un ampio bagaglio di conoscenze matematiche, informatiche e statistiche. In questo senso, può essere vista come una figura più manageriale, che si interfaccia tra i tecnici e gli stakeholder (“portatori di interessi”, come gli investitori), formulando problemi, progetti e risultati tanto ai primi quanto ai secondi. A chi decide di intraprendere questi percorsi resta consigliata la formazione di stampo  matematico all’università ma, come nel caso dello specialista in machine learning, non è l’unica strada. Negli ultimi anni, agenzie e start-up hanno iniziato a strutturare offerte formative nei vari ambiti data, partendo dalle basi e avviando alla professione anche chi non avvezzo alla materia. La retribuzione annuale lorda (RAL) per i lavori citati oscilla tra 29mila e 36mila euro.

Consulente per la sostenibilità

Hai a cuore lo sviluppo sostenibile, sei interessato alle normative nazionali e internazionali in materia e quando leggi un giornale l’occhio finisce sempre tra le pagine di economia? Allora diventare un consulente per la sostenibilità potrebbe rivelarsi una scelta azzeccata. Si tratta di un lavoro la cui mansione principale è la creazione e la supervisione di strategie sostenibili all’interno di organizzazioni e imprese. Tra i compiti specifici rientra l’analisi ambientale e sociale, con cui lo specialista individua le aree in cui è possibile migliorare l’efficienza e ridurre l’inquinamento prodotto dall’attività economica di riferimento, nell’ottica di rendere quanto più circolare possibile la propria catena produttiva. L’esperto valuta poi l’impatto sociale di quest’ultima, entrando a contatto con la dimensione etica del lavoro. Sono richieste una buona conoscenza del settore energetico, dei materiali e degli inquinanti, nonché delle normative in vigore. A ciò si aggiungono conoscenze in ambito economico e informatico, come l’utilizzo di software per la modellazione 3D. Il percorso formativo consigliato è dunque la laurea in Ingegneria ambientale, a cui si aggiungono specialistiche e master. In Italia, la RAL media si aggira intorno ai 35mila euro.

Operatore di attrezzature agricole

Il futuro prevede ancora il contatto con la terra, per fortuna. In particolare, si prospetta una crescita nella domanda di operatori di attrezzature agricole, ovvero i responsabili della gestione e dell’utilizzo di macchinari durante le attività nei campi, ma non solo. La guida, e la manutenzione, di trattori, mietitrebbie e aratri viene affiancata infatti dalla preparazione del terreno in vista della semina e della raccolta. Insomma, un contadino moderno che potrebbe invertire la rotta attuale e sfruttare le proprie conoscenze per condurre un’attività agricola sostenibile. Un tema che abbiamo a cuore, come dimostrano le decine di articoli relativi ad agricoltura sostenibile, rispetto delle stagioni e salute del prodotto finale, e il Monthly Report n. 22 – dal titolo Il futuro nel piatto. Diventare un operatore di attrezzature agricole potrebbe essere l’occasione giusta per un cambio netto nella propria vita, abbracciando in toto la vita di campagna e invertendo l’attuale tendenza storica che premia invece la città. Agrotecnologie (classe L-25) o ingegneria agraria sono alcuni dei percorsi formativi consigliati per raggiungere una solida base teorica, a cui andrà aggiunta la pratica sul campo. Non è esclusa la possibilità di intraprendere questo percorso affiancandosi a operatori esperti, facendo propria la massima “learning by doing”.

Specialista in digital marketing ed esperto in e-commerce

Pianificazione, marketing, scrittura, relazioni con il pubblico, sono tutti pilastri che sorreggono la professione dello specialista in digital marketing. L’inglesismo potrebbe spaventare, tuttavia questo settore emergente non è altro che il marketing al passo coi tempi, che usa gli strumenti digitali per raggiungere i propri obiettivi, tra cui l’acquisizione di nuovi clienti e lo sviluppo di una relazione duratura fra brand e consumatore. Quindi interviene lo specialista, che individua la strategia migliore per l’impresa – decidendo ad esempio la piattaforma su cui puntare o la tipologia di clienti da attrarre con le campagne pubblicitarie – e ne monitora i risultati. Con le conoscenze in marketing digitale si potrebbe poi scegliere la strada dell’esperto in e-commerce, più concentrato sulla gestione pratica di negozi online e piattaforme di vendita a differenze dello specialista in digital marketing, chiamato a dirigere l’aspetto promozionale. Per entrambe le professioni vale il discorso fatto in precedenza: è consigliato (ma non obbligatorio) partire da una buona base teorica, come una laurea in economia o marketing. A ciò si aggiungono corsi di specializzazione e aggiornamento per ottenere certificazioni, come quelle rilasciate da Google. In Italia, le RAL medie per uno specialista in digital marketing e un esperto in e-commerce sono simili e si aggirano intorno ai 32mila euro.

Ingegnere robotico

Come non citare la professione dell’ingegnere robotico parlando della rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo? Si tratta di una figura poliedrica, che parte da una formazione prettamente ingegneristica per arricchirsi di competenze e conoscenze multidisciplinari, relative in particolare a psicologia, filosofia e biochimica. Se la mente ha materializzato con entusiasmo la figura di Jim Sturgess (alias Robert) in La migliore offerta di Giuseppe Tornatore allora, forse, siete sulla strada giusta. Un ingegnere robotico si occupa di progettare, costruire e collaudare macchine, programmandole per svolgere una pressoché illimitata serie di compiti ripetitivi e dunque stressanti per l’uomo (Karl Marx utilizzerebbe il termine alienanti). Per farlo, l’ingegnere robotico si serve dell’intelligenza artificiale, ed è qui che entra in gioco la dimensione psicologica, filosofica ed etica. Negli ultimi anni, gli atenei italiani hanno attivato dei corsi di laurea specifici per formare queste figure professionali, già fortemente richieste sul mercato. Un ingegnere robotico senza esperienze lavorative percepisce circa 35mila euro l’anno, mentre i professionisti senior superano quota 50mila.

Analista della sicurezza informatica

Chiudiamo come abbiamo iniziato: con i dati. L’analista della sicurezza informatica è un professionista specializzato nella protezione delle infrastrutture IT, come i dispositivi hardware e le reti informatiche, da minacce esterne. Si tratta, in altre parole, di colui che protegge i dati e le informazioni sensibili dai cyber criminali. Tra i suoi compiti figura la pianificazione di strategie di sicurezza a lungo termine, basate sull’installazione e la configurazione di firewall, antivirus o sistemi di rilevamento delle intrusioni. L’analista della sicurezza informatica ha un’alta richiesta sia nel settore privato sia in quello pubblico, in particolare nella pubblica amministrazione, colpita negli ultimi mesi da diversi attacchi hacker. Gli atenei italiani hanno attivato percorsi di laurea magistrale con curricula in cybersecurity, a cui si aggiunge una variegata offerta di corsi privati. Lo stipendio medio di un analista della sicurezza informatica è di circa 30mila euro.

Teoria, pratica e…

Conoscere la teoria e saperla applicare è tutto? Non proprio, come dimostra la crescente richiesta – orizzontale e verticale – delle cosiddette soft skills. Le competenze trasversali sono tante, diverse tra loro ma ugualmente utili a creare un ambiente lavorativo sano. Un aspetto, sottovalutato per decenni, che adesso reclama centralità. Lo dimostra la grande fuga aziendale – che in nove mesi ha visto ben 1,6 milioni di dimissioni in Italia – causata in parte proprio da un ambiente lavorativo tossico, oltre che da stipendi bassi e un senso generalizzato di precarietà. Tra le soft skills più richieste figurano una buona capacità comunicativa, l’attitudine al problem solving – dunque il superamento degli ostacoli per raggiungere un obiettivo – e l’intelligenza emotiva. La grande novità (per non dire sfida) dei lavori del futuro è probabilmente rappresentata dalla loro dinamicità, dal momento che riguardano settori in continua evoluzione. Ecco che si affermano sulla scena altre competenze trasversali, quali la curiosità e il desiderio di imparare. Un’attitudine che dovrebbe essere coltivata non solo in ambito lavorativo, ma anche sul piano della crescita personale. Come dissero in un vecchio film di François Roland Truffaut, “l’avvenire è dei curiosi di professione”. Allora chissà, magari tra qualche anno ci troveremo a scrivere una nuova guida perché la curiosità di qualcuno avrà rinnovato il mondo.

[di Salvatore Toscano]

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