mercoledì 1 Maggio 2024

Anche le cannucce di carta e di bambù contengono PFAS: lo rivela un nuovo studio

Le cannucce di carta e di bambù, generalmente considerate più ecologiche di quelle di plastica, contengono sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS) e potrebbero essere dannose per l’ambiente nonché per la salute delle persone: è quanto emerso da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Food Additives & Contaminants: Part A e condotto dai ricercatori belgi dell’Università di Anversa. Questi ultimi, esaminando 39 diverse marche di cannucce di carta, bambù, vetro, acciaio inossidabile e plastica, hanno non solo scoperto che i PFAS erano presenti nella maggior parte dei prodotti testati, ma anche che a contenere in maniera maggiore tali sostanze erano le cannucce di carta e di bambù.

Nello specifico, il 69% delle marche di cannucce analizzate conteneva PFAS, per un totale di 18 differenti sostanze chimiche: una presenza massiccia, che però non ha niente a che fare con quella rilevata nelle marche di cannucce di carta e bambù. Il 90% delle marche di cannucce di carta testate, infatti, era contaminato dai PFAS, che erano poi presenti nell’80% delle marche di cannucce di bambù analizzate. Numeri superiori a quelli delle insostenibili marche di cannucce di plastica ed a quelle di vetro, siccome il 75% delle prime ed il 40% delle seconde contenevano PFAS, che solo nelle cannucce di acciaio non sono stati rintracciati: nessuna delle cannucce di quel genere, infatti, conteneva le pericolose sostanze, con i ricercatori che dunque non a caso consigliano ai cittadini di utilizzarle.

«Consiglierei ai consumatori di utilizzare questo tipo di cannucce o semplicemente di evitare del tutto l’uso di cannucce», ha infatti affermato il co-autore dello studio, Thimo Groffen, facendo luce sulle zone d’ombra delle stesse. «Le cannucce realizzate con materiali di origine vegetale, come carta e bambù, sono spesso pubblicizzate come più sostenibili ed ecologiche di quelle realizzate in plastica, ma la presenza di PFAS nelle stesse significa che non è necessariamente vero». Questo ha infatti dichiarato il ricercatore, le cui parole non possono che alimentare i dubbi circa la dannosità delle cannucce di carta e di bambù. Nello stesso comunicato stampa con cui è stata presentata la ricerca, del resto, si legge che i PFAS sono “potenzialmente dannosi per le persone, la fauna selvatica e l’ambiente”, nel quale possono “persistere per migliaia di anni” a causa della loro lenta decomposizione. Un problema nel problema, visto che tali sostanze sono anche state associate a diversi problemi di salute, tra cui “il basso peso alla nascita, le malattie della tiroide, l’aumento dei livelli di colesterolo, i danni al fegato, il cancro ai reni ed il cancro ai testicoli”.

Certo, si tratta di rischi che difficilmente potrebbero concretizzarsi visto che le concentrazioni di PFAS trovate “erano basse” e “la maggior parte delle persone tende a utilizzare le cannucce solo occasionalmente”. Tuttavia, bisogna altresì ricordare che da un lato i PFAS possono rimanere nell’organismo per molti anni e le loro concentrazioni accumularsi nel tempo, e dall’altro che i tipi di sostanze rilevate non sono sicuramente i più innocui in circolazione. Il PFAS che più di tutti era presente nelle cannucce, l’acido perfluoroottanoico (PFOA), è infatti stato “vietato a livello globale dal 2020“, mentre altri due PFAS rilevati – l’acido trifluoroacetico (TFA) e l’acido trifluorometansolfonico (TFMS) – sono “altamente solubili in acqua e quindi potrebbero filtrare dalle cannucce nelle bevande”.

Ad ogni modo, però, i ricercatori non hanno verificato l’eventuale capacità dei PFAS di “fuoriuscire dalle cannucce” e di immettersi così nelle bevande, la cui pericolosità per la salute resta quindi incerta. Ad essere certo, tuttavia, è il fatto che le cannucce a base vegetale sono molto più insostenibili di quanto si pensasse. Lo studio – che è il primo del genere in Europa ed il secondo a livello mondiale – conferma infatti i risultati di una precedente ricerca statunitense, la quale a sua volta aveva “rilevato PFAS nelle cannucce a base vegetale”. A quanto pare, dunque, non solo in Belgio ma anche negli USA sono emersi segnali che mettono in cattiva luce le cannucce a base vegetale, le quali evidentemente sono tutto fuorché “ecologiche”.

[di Raffaele De Luca]

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