domenica 28 Aprile 2024

Insetti in città: anche i piccoli progetti di verde urbano fanno la differenza

In tre anni a Melbourne le specie di insetti presenti in una piccola area della città sono aumentate di ben sette volte. Il progetto, illustrato da un team di ricercatori australiani in un nuovo studio pubblicato su Ecological Solutions and Evidence, è iniziato ad aprile 2016 e ha trasformato un piccolo spazio urbano utilizzando nuovo terriccio, fertilizzazione, decompattazione del suolo e pacciamatura organica. Ne è risultato l’habitat perfetto per 12 diverse specie di piante autoctone che hanno portato alla comparsa di ben 94 tipi diversi di insetti. Si tratta di un vero e proprio ecosistema: sono comparsi detritivori che riciclano i nutrienti, erbivori che forniscono cibo ai rettili e predatori che tengono sotto controllo i parassiti. La squadra di ricercatori è stata diretta da Luis Mata dell’Università di Melbourne, il quale ha dichiarato che vorrebbe “vedere molti più spazi verdi urbani trasformarsi in habitat per specie autoctone”. La speranza è che “lo studio serva da catalizzatore per un nuovo modo di dimostrare come il greening urbano possa influenzare cambiamenti ecologici positivi”.

Ciò che differenzia questa ricerca dalle altre è il fatto di studiare gli effetti durante l’intero processo: Mata ha spiegato che le ricerche esistenti coinvolgevano in gran parte studi osservazionali in cui il greening urbano era già avvenuto e “dove gli scienziati vengono dopo i fatti per vedere cosa è successo”. L’iniziativa è stata condotta su un piccolo appezzamento di terreno di 195 metri quadrati vicino ad una strada principale a Melbourne. L’area era densamente urbanizzata, completamente circondata da strade ed edifici relativamente alti, e con accesso limitato allo spazio verde circostante. Gli autori dello studio hanno misurato il numero di specie di insetti l’anno prima dell’inizio della semina e successivamente hanno condotto indagini per i tre anni successivi. Sull’aumento di specie di predatori e parassitoidi, Mata ha dichiarato: «Penso che abbiamo trovato un segnale davvero forte considerati gli svantaggi del sito stesso. Questi sono due gruppi chiave che forniscono un ottimo segnale ecologico che indica che la rete trofica e tutte le interazioni corrette stanno avvenendo nel sito».

L’iniziativa è l’ennesima prova a dimostrazione del fatto che aumentare gli spazi verdi porti a benefici di fondamentale importanza, che non si limitano all’aumento della biodiversità locale: incrementare il numero di piante e alberi può aiutare a mitigare gli effetti del riscaldamento urbano e migliorare la salute fisica e il benessere mentale. A febbraio 2021 è stata addirittura scoperta una “super pianta” che cresce spontaneamente anche in Europa che assorbe l’inquinamento urbano. Il professor Dieter Hochuli dell’Università di Sydney, che non ha partecipato allo studio, ha dichiarato: «Dobbiamo davvero fare un lavoro migliore valorizzando gli spazi verdi piccoli e isolati. La dimensione dell’area studiata è quella che molti normalmente sostengono non sia realmente un ottimo habitat e non contribuisca molto alla biodiversità e alla sua gestione. I dati contenuti in questo documento dimostrano il contrario». D’accordo anche il dottor Caragh Threlfall della Macquarie University, anche lui non coinvolto nello studio, che ha spiegato come «l’inverdimento su piccola scala può essere di grande beneficio anche per le comunità di invertebrati».

[di Roberto Demaio]

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