domenica 15 Dicembre 2024

Perché non abbiamo parlato della vicenda del generale Vannacci

Diversi lettori ci hanno scritto in questi giorni per sapere per quale ragione non abbiamo parlato del caso della settimana: il libro scritto dal generale Roberto Vannacci e il procedimento disciplinare aperto nei suoi confronti da parte dell’esercito. Non ci siamo persi la notizia, e d’altra parte sarebbe impossibile visto che la gran parte dei media non parla d’altro da giorni. Quelli vicini al centro-sinistra chiedono punizioni esemplari (neanche avesse scritto il Mein Kampf), mentre quelli di destra lo elevano a una sorta di Julian Assange all’italiana, anche se sono gli stessi giornali che in favore della liberazione del fondatore di WikiLeaks non scrivono mai nulla. Noi, invece, scriviamo d’altro. Perché? Il fatto è che, fin dall’inizio, su L’Indipendente abbiamo preso l’impegno di dare solo le notizie più importanti, che servono ad avere un’idea non distorta del mondo che ci circonda. Quella sulla vicenda del generale Vannacci, invece, somiglia più all’ennesima arma di distrazione di massa mediatico-politica con la quale troppi giornali, un po’ per interesse, un po’ perché evidentemente alle prese con la classica mancanza di notizie di agosto, stanno giocando. Perché la sua vicenda, in realtà, è assai diversa da come è stata raccontata…

Partiamo dal contenuto. Nel suo libro, intitolato Il mondo al contrario, Vannacci presenta la sua opinione un po’ su tutto: dall’immigrazione ai gay, passando per il tema della legittima difesa a quello delle occupazioni delle case sfitte. In mezzo a 364 pagine, che rappresentano grossomodo un sunto del pensiero ultraconservatore, trovano spazio esternazioni decisamente forti: prima, esponendo la sua personale teoria della razza italiana, il generale afferma che i cittadini italiani di pelle nera non possono essere considerati realmente italiani (pag.110); poi parlando della supposta “normalità” in ambito di orientamento sessuale afferma “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione! (pag. 243), e si lamenta di doverli chiamare con l’inglesismo politicamente corretto “gay” anziché poter scegliere un termine a suo piacimento tra gli italici “pederasta, invertito, sodomita, finocchio, frocio, ricchione, buliccio, femminiello, bardassa, caghineri, cupio, buggerone, checca, omofilo, uranista o culattone” (scrive proprio questo, letteralmente, a pagina 259); infine per opporsi alle leggi che puniscono l’omofobia e l’incitamento all’odio verso le minoranze reclama “a gran voce anche il diritto all’odio e al disprezzo (pag. 281).

Sono pensieri che personalmente trovo quanto di più lontano dai miei. Tuttavia, se effettivamente fosse stato censurato per le cose che pensa, di certo L’Indipendente avrebbe parlato della questione e avrebbe denunciato la violazione del diritto costituzionale alla libertà di parola, che deve valere sempre, a prescindere dal fatto che i pensieri espressi piacciano o meno. Ma il libro di Vannacci non è stato censurato, tant’è che si trova serenamente in testa ai più venduti sugli e-commerce grazie alla pubblicità ricevuta. È accaduto semplicemente che i vertici dell’Esercito lo hanno richiamato con un procedimento disciplinare spostandolo ad altro incarico in attesa che una corte militare si occupi di valutare se la sua condotta sia conforme al regolamento interno. Può non piacere, ma a ben vedere sono molteplici i posti di lavoro dove chi sceglie di lavorarci accetta di sottostare a regolamenti interni che limitano in un certo modo il diritto di espressione: molto spesso chi lavora in una grande azienda non può per contratto rilasciare interviste o scrivere testi se non concordati (ogni giornalista si scontra spesso con questa impossibilità delle fonti di parlare), allo stesso modo nell’Esercito Italiano è previsto che i soldati non possano fare esternazioni senza accordo dei vertici.

Volendo entrare nel merito, c’è inoltre il particolare che l’Esercito non è un’azienda qualsiasi, ma una organizzazione chiamata a rappresentare le istituzioni e la Costituzione. Un generale è al vertice della piramide ed è chiamato a comandare numerosi altri soldati che gli obbediscono e che hanno la possibilità di esercitare il monopolio della forza. Che il capo di una divisione armata che agisce per conto dello Stato rivendichi il diritto ad odiare a piacimento le minoranze che non gli piacciono può essere pericoloso. Che siano migranti o no Tav, gay o  no green pass, lavoratori in sciopero o qualsiasi altra cosa, tantissimi cittadini si trovano spesso a fare parte di almeno una minoranza, e hanno il diritto di trovarsi di fronte forze dell’ordine che ne tutelino i diritti costituzionali senza pregiudizi.

Tornando al perché la vicenda ha fatto tanto rumore, la verità – come si diceva – è che sulla questione di Vannacci si è trovato il caso perfetto per fare distrazione di massa. I politici hanno la possibilità di dividersi e farsi notare davanti agli elettori parlando di una cosa che fa presa ma di nessun conto reale, mentre continuano a rimanere in silenzio sulle questioni realmente importanti, mentre i media hanno trovato il modo di riempire le pagine e fare click durante lo stanco periodo del ferragosto. Vannacci, dal canto suo, è il vero vincitore: il suo libro, che presumibilmente nessuno si sarebbe filato, ha venduto 22.000 copie in tre giorni e sul tavolo ha già più offerte per candidarsi a un posto di parlamentare europeo per uno stipendio decisamente migliore di quello che percepisce nell’esercito. Non si può nemmeno escludere che questo fosse dall’inizio l’obiettivo principale della sua pubblicazione, dato che dal suo curriculum si scopre che ha conseguito laurea e master in Scienze Strategiche.

Infatti, ha già fatto sapere che alla candidatura ci sta pensando e accettandola dall’esercito ci uscirebbe per sua scelta. Magari scriverà altri libri. In questo caso – visto che è stato in missione occupando posizioni di vertice in Somalia, Afghanistan, Somalia, Ruanda, Yemen, Siria e Libia – non sarebbe male se per il prossimo utilizzasse la fama guadagnata per rivelare segreti degni di nota relativi a teatri di guerra dove gli eserciti occidentali si sono resi protagonisti di molteplici fatti oscuri.

Nel frattempo su L’Indipendente continueremo come sempre a raccontarvi le autentiche e numerose violazioni alle libertà costituzionali che accadono troppo di frequente anche in Italia. Come quella avvenuta a Cernobbio, in provincia di Como, dove – mentre tutti i media parlavano di Vannacci – è stato vietato ai cittadini di manifestare pacificamente il proprio dissenso contro il vertice delle élite finanziarie. O come la questione del Digital Service Act, che realmente rischia di introdurre una stretta censura alla libertà di parola su internet. E naturalmente continueremo a parlarvi di Julian Assange, quello vero.

[di Andrea Legni – direttore de L’Indipendente]

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26 Commenti

  1. NON concordo PER NULLA!! Anzi quello che c’è scritto ala fine dell’articolo è proprio ciò che il Generale NON può fare: “rivelare segreti degni di nota” quello sì sarebbe un REATO. Mentre l’art 21 Costituzione recita “TUTTI hanno diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero..” e la Costituzione non può essere MAI modificata da norme di rango inferiore, il problema è che in questo Paese c’è ormai una deriva TOTALITARIA e non ve ne rendete conto. Neanche io condivido ciò che scrive Vannacci ne libro ma mi batterò sempre per il diritto di chiunque di esprimersi liberamente. Poi distinguiamo tra opinioni e fatti, Vannacci nel libro esterna (per quanto deprecabili)delle sue opinioni a gruppi sociali di persone non c’è un reato di diffamazione, nel libro non vi è nessuna citazione PERSONALE, che poi visto quello che ha scritto mentre è in servizio si metta a PERSEGUITARE le minoranze è una pura supposizione finora priva di fondamento!!

  2. Personalmente non ho sentito la mancanza del Vannacci sulle pagine dell’Indipendente. Complimenti invece al Direttore per l’ottimo articolo. Certo che tra alpini (Figliuolo) e paracadutisti (Vannacci) siamo messi bene come teste d’uovo…

  3. “Che un fascista faccia il generale lo trovo inquietante? Certo, ma so che l’esercito ne è pieno!“ Qualcuno dei commentatori oggi ha scritto questo. Insomma-se ho ben capito- vedo che la spinta a dare del fascista a qualcuno ,che non la pensa come chi ha scritto quella frase, è ancora forte.
    Quanto alla lettura del libro, dico che ho letto alcune pagine qua e là.Quanto alla frase “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!“ ,il generale ha già chiarito cosa intende per “normalità” su di un’altra testata giornalistica.
    Quello che mi ha colpito è il fatto che pochi, pochissimi giornalisti abbiano parlato delle morti causate dall’uranio impoverito(tema trattato diffusamente nel libro in questione):forse 340 soldati italiani sono deceduti per quella causa e oltre 4.000 hanno avuto problemi di salute, sempre a causa dell’uranio impoverito.E allora ,se muoiono così tante persone a causa dell’uranio impoverito, perchè ci si preoccupa del libro e non dell’uranio??Per non dare fastidio a chi non ha messo in atto le dovute precauzioni, che sarebbero state necessarie per la tutela dei militari di stanza nei vari scenari di guerra(Iraq,Kosovo eccetera),visto che ai tempi delle suddette operazioni militari si sapeva già che l’uranio impoverito poteva causare danno gravissimi alla salute, fino alla morte??

  4. Condivido ogni singola parola! E’ come se l’articolo lo avessi scritto io. Non voglio impedire a un terrapiattista di dire la sua, preferisco confrontarmi con lui. Se poi il confronto si rivelasse infruttuoso, allora amen e ognuno per la sua strada. Se poi c’è il timore che il terrapiattismo possa diventare maggioritario, allora il problema vero non è il terrapiattismo in sé ma una carenza strutturale nell’insegnamento scolastico e sociale…
    (Potete sostituire alla parola terrapiattismo qualsiasi altra idea minoritaria, come omofobia, complottismo, scetticismo climatico, etc)

  5. Grazie A.L.
    Vorrei far notare come si sia ben delineato l’approccio alla politica. E’ un esempio perfetto. Questo è lo status quo. I possibili candidati a cariche pubbliche non basano la loro spinta a “governare” sulla vocazione e la speranza di fare il bene, gli interessi, del popolo, della gente. Il concetto è: cercare di vendere alcune idee, slogan, luoghi comuni….che rendano il personaggio o personaggino funzionale ad una parte politica. A caso. La cosa patetica è che non ce ne sarebbe bisogno in quanto quasi tutta la politica (al 98%) è asservita alla stessa padrona. La finanza.
    L’estensione del: “Me Myself and I”… che realizza esattamente il contrario dello slogan: idee o pseudo tali che vendono l’uomo servo.

  6. Analisi che condivido. L’unica cosa che rimane un po’ in sospeso è il suo ruolo nella guerra all’uranio impoverito.
    Infine so perfettamente che esistono regolamenti interni alle aziende [e per i lavoratori della PA!] ma il fatto che riguardino la libertà di pensiero [che tanto non si può controllare] e di espressione lo trovo osceno!
    Che un fascista faccia il generale lo trovo inquietante? Certo, ma so che l’esercito ne è pieno! E la folgore possiamo pensare siano il 100%. Non è che nella sua testa smette di pensare fascista… Preferisco tutelare sempre e comunque l’articolo 21. Anche perché oggi il vero pericolo or l’articolo 21 è, paradossalmente, quello che denuncia un fascio

  7. Ottimo articolo: aggiungerei che la questione Vannacci potrebbe essere strumentalizzata per considerare faziosamente il Digital Service Act come una garanzia contro “razzismi e fake news”… mentre mi pare che le opinioni del generale, per quanto discutibili, rappresentino quella parte di italiani ormai stanca di vedere nel politicamente corretto lo strumento per impedire a molti di dire pubblicamente cio’ che pensano: ben venga quindi la liberta’ scandinava di bruciale in un atto simbolico il Corano: che non significa che tu non sia libero di leggerlo e sostenerlo (democraticamente); o l’essere tacciati di essere retro’ se si hanno perplessita’ sull’utero in affitto, o sugli studi che si stanno conducendo per permettere anche agli uomini di allattare i bambini al seno, o l’abolizione delle toilettes per maschi e femmine permettendo a uomini “con tutti gli attributi” di orinare nel gabinetto per donne…
    La liberta’ di espressione, quella vera, passa anche attraverso la possibilita’ che ogni pensiero, per quanto scomodo e imbarazzante, possa essere espresso: poi il cittadino , che deve poter conoscere senza censure, fara’ la propria scelta…altrimenti ci metteremo nelle mani degli “Open” di turno, della “scienza” mercificata ed oscurantista che ci ha portati all’obbligo vaccinale di massa e senza garanzia alcuna…

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