domenica 28 Aprile 2024

I rifiuti della marina USA stanno infestando le spiagge di Puglia e Sicilia

Sulle spiagge della Puglia e della Sicilia continuano ad affiorare rifiuti di origine statunitense. A denunciarlo è, per l’ennesima volta, Archeoplasticaprogetto di sensibilizzazione sul problema dell’inquinamento da plastica -, che ipotizza che tali rifiuti, non commerciati in Italia, siano stati dispersi da imbarcazioni e portaerei Usa nel Mediterraneo. Una questione che si protrae ormai da vari mesi e che resta ancora immersa nel mistero.

«Sapete cosa sono questi dischi di spazzatura? È plastica compattata di prodotti vari, tutti di origine americana – spiega Archeoplastica in un video pubblicato su Instagram -. Era da un po’ che non ne parlavamo, ma continuano ad arrivare di tanto in tanto sia in Puglia che in Sicilia». Ad occuparsi della raccolta dei rifiuti è stato il 41enne di Ostuni Enzo Suma, ideatore del progetto, che afferma che «in genere le navi sono dotate di compattatori e in qualche modo devono aver perso questo disco».

Tutti i prodotti raccolti presentano un codice a barre che inizia per 0, prova che sono stati confezionati proprio negli Stati Uniti. Nel video, il volontario separa alcuni dei rifiuti dalla massa in cui sono compattati, trovando una monoporzione di biscotti al cioccolato per la colazione, un contenitore di sacchettini di nicotina senza tabacco, una monoporzione di cereali, una confezione di caramelle, una RedBull, bicchieri Sturucks, una bustina di pollo essiccato e tanto altro. Gli operatori del progetto evidenziano da tempo come questi oggetti non siano stati scaricati in mare in una specifica circostanza: da più di un anno, infatti, in occasione di ogni mareggiata, ne riemergono a decine sulla spiaggia.

A marzo, infatti, era accaduto qualcosa di molto simile, quando i volontari avevano rinvenuto su vasti tratti della costa pugliese una enorme quantità di oggetti, tutti di plastica e di forma cilindrica, che si sono poi rivelati essere saliere di provenienza statunitense. Nello stesso periodo, gli operatori avevano trovato 300 bottiglie di ketchup americano dalle coste di Brindisi a quelle di Lecce, dalla costa ionica di Taranto a quella adriatica di Bari, e foto dei medesimi oggetti erano state inviate anche dai frequentatori delle coste marchigiane. In spiagge diverse, erano poi spuntati sacchi di yuta contenenti molti prodotti che arrivavano da oltreoceano.

Ancor prima, nei mesi invernali, dai lidi pugliesi erano stati ripescati decine di contenitori di caramelle gommose, confezioni di pop tarts al curry, pacchetti di mais tostato, bombolette spray di condimento al formaggio americano e al cheddar, vasetti di ravioli al sugo della Boyardee e buste di carne secca affumicata di manzo statunitense.

Una delle ipotesi più accreditate concerne il sempre più probabile ruolo svolto nello “scarico” dalle navi militari e dalle portaerei Usa che, dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino, hanno intensificato la loro presenza nel Mediterraneo centrale e orientale.

[di Stefano Baudino]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

4 Commenti

  1. Peccato che quando sei su territorio USA , se vedono che butti un mozzicone per terra o in mare rischi la vita . Ho lavorato sulle navi da crociera so esattamente di cosa parlo , ho fatto diversi contratti su suolo statunitense . Ad ogni modo , sembra sia una moda , venire in Italia e dimenticare le buone maniere ( vedi i tedeschi e anche altri turisti che nel loro paese hanno un senso civico molto alto ) , secondo me , sono le sanzioni che pagherebbero se beccati a trasgredire , invece in Italia si può fare quello che si vuole tanto nessuno dice niente

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI