sabato 14 Dicembre 2024

Il diritto all’aborto e la questione dei medici obiettori

Chi entra all’ospedale civile Annunziata di Cosenza, considerata una delle più grandi strutture sanitarie del Mezzogiorno, può usufruire di ogni tipo di assistenza e servizio medico garantito dalla legge. Tutti tranne uno: l'aborto. Impossibile ottenerlo, visto che tutte i 13 ginecologi presenti in reparto si sono dichiarati obiettori di coscienza, e lo stesso hanno fatto 24 delle 26 ostetriche assunte. Un caso tutt’altro che isolato, e che si ripete con lo stesso copione anche in Lombardia, ad esempio all’ospedale di Oglio Po, in provincia di Cremona, in quello di Gallarate, in provincia di V...

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2 Commenti

  1. Francamente trovo l’articolo, cinico e demagogico, trattando un tema cosi sensibile come i valori umani, il diritto di coscienza e il diritto all’esistenza, miscelandolo a misere finalità di carriera o subordinazione vaticana. Credo sia tempo di fare distinzioni chiare e rispettare le scelte individuali.
    Personalmente vedo nell’aborto il fallimento dell’essere umano. Ciò che da una parte della società, in particolare la sinistra viene celebrato come una conquista sociale, io personalmente vedo in esso un fallimento: il fallimento dell’uomo. 
Se si decide di stare dalla parte dei più deboli e dei più fragili, nell’aborto il bambino è la parte debole ed è il più fragile. Chi lo protegge, chi lo difende, chi lotta per i suoi diritti e per il suo diritto all’esistenza? Il bambino anche se in fase evolutiva, esiste già, è un fatto, è il principio della vita.
    Credo sia più umano che il genitore che lo ha concepito, possa decidere di non tenerlo, di affidarlo, regalandogli comunque il diritto all’esistenza. Qualcun altro potrà prendersi cura di lui, della sua educazione e accompagnarlo nell’essere una persona.
    Nella tristezza e sofferenza dei fatti di questi giorni, quale differenza c’è tra i bambini annegati in mare e quelli morti per mano di un medico in ospedale? Per me nessuna. Entrambi avevano diritto alla vita, entrambi potevano essere salvati.

    Forse trent’anni, nella mia immaturità, l’aborto l’avrei valutato come una conquista sociale. Ora credo nell’importanza del ruolo che abbiamo come persone e delle nostre azioni. Per me non è questione di legge pro o contro, in alcuni stati si si fanno leggi per torturare dei ragazzi, è più una operazione di coscienza, come persone, come esseri UMANI.

  2. Premetto che considero l’obiezione di coscienza come un sacrosanto diritto dei medici, l’unica soluzione può essere quella proposta nell’articolo, concorsi solo per non obiettori e, aggiungo, una lieve decurtazione in busta paga per gli obiettori (se fai una cosa in meno rispetto ad un tuo collega è giusto che tu venga pagato un pò di meno), basterebbero queste 2 misure per far crollare il tasso di obiettori, i quali sarebbero a quel punto tali solo per convinzione e non per convenienza.
    Inoltre andrebberro ovviamente comunicati e resi consultabili pubblicamente gli elenchi degli ospedali nei quali si può abortire, per favorire la scelta da parte delle donne.

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