venerdì 19 Aprile 2024

Mentre il Piemonte soffre la sete i lavori della TAV continuano a divorare acqua

Mentre in Piemonte l’emergenza idrica imperversa, con oltre 250 Comuni che hanno emesso o stanno per emanare ordinanze a riguardo, il cunicolo esplorativo del TAV continua a divorare acqua. Lo si apprende da una stima effettuata lo scorso mese di febbraio dal Comitato acqua pubblica Torino e dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua sulla base dei dati messi a disposizione dalla stessa azienda che si occupa della realizzazione della linea ferroviaria, la TELT. Secondo i numeri forniti da quest’ultima, il tunnel di Chiomonte ha provocato 245 venute d’acqua (ovverosia fuoriuscite di sensibile quantità dalla parete di scavo), con una portata media complessiva di 102,6 litri al secondo, pari a 3,2 milioni di metri cubi annui, «pari al fabbisogno di 40.000 persone»

Per l’intera galleria di 57 km prevista per la realizzazione della linea ad alta velocità Torino-Lione, la cui lunghezza supera di oltre 8 volte quella del cunicolo esplorativo essendo lo stesso lungo 7 chilometri, «si può ipotizzare, al termine dello scavo, la fuoriuscita di un volume d’acqua ogni anno pari a 24.590.500 metri cubi corrispondente al fabbisogno idrico annuo di 300.000 persone». Tenendo però conto della «doppia canna prevista dal progetto, il dato potrebbe raddoppiare, arrivando a corrispondere al fabbisogno annuo di ben 600.000 persone».

«Non possiamo dire che la galleria definitiva si comporterà nello stesso modo», ha tuttavia spiegato ad Altreconomia Emanuela Sarzotti del Comitato acqua pubblica Torino, sottolineando però che si possa «affermare che c’è una relazione tra quanto si scava e la quantità di acqua che fuoriesce». Venendo poi alla qualità dell’acqua dispersa, bisogna ricordare che si tratta di «acque sotterranee che stanno dentro la montagna e hanno subito un processo di depurazione naturale, penetrando nei suoli». In pratica, «acqua pregiata, che potrebbe soddisfare un’esigenza potabile, tanto è vero che le sorgenti montane sono captate a uso idropotabile». Certo, si potrebbe replicare che l’acqua non sarebbe sprecata, tornando prima o poi in falda, ma si tratterebbe di una tesi errata. Come ha spiegato, sempre ad Altreconomia, Mauro Demaria del Comitato acqua pubblica Torino, in realtà l’acqua in questione «è stata sottratta al suo ciclo naturale e non finirà negli acquedotti ma nella Dora Riparia». «Visto che è necessario raffreddare e depurare l’acqua fuoriuscita dal cantiere per immetterla nel fiume, è presumibile che vi siano costi non indifferenti, economici ed energetici», ha aggiunto Demaria, sottolineando che «per renderla nuovamente potabile occorrerebbero ulteriori trattamenti e altra energia».

A tutto ciò si aggiunga che tale spreco d’acqua riguarda proprio il Piemonte, tra le regioni più interessate dal fenomeno siccità. Basterà ricordare che non solo, come detto, oltre 250 Comuni sono caratterizzati – o stanno per esserlo – da ordinanze relative all’emergenza idrica e per un uso responsabile dell’acqua, ma anche che le acque del Po non sono mai state così basse da 70 anni a questa parte e che gli invasi sono al minimo storico, mostrando una riduzione media del 40% o addirittura del 50% rispetto alla media tradizionale. Non è un caso dunque che l’incontro tra la Conferenza delle Regioni e il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, volto ad affrontare il tema dell’emergenza idrica, sia arrivato in seguito alla richiesta dello stato di emergenza per siccità avanzata in primis dal Piemonte ed abbia prodotto buoni risultati per la Regione. Il presidente del Piemonte e gli assessori alla Difesa del Suolo, all’Ambiente e all’Agricoltura hanno infatti comunicato che sono stati riconosciuti alla Regione tutti i requisiti per poter ottenere lo stato di emergenza, la cui dichiarazione a livello nazionale, d’altronde, sembra essere sempre più vicina.

[di Raffaele De Luca]

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4 Commenti

    • Ma figuriamoci….giusto oggi la mia vicina mi ricordava con sussiego che dal 1 luglio c’è il decreto e non si può sprecare acqua!!! Lo dice il decreto, eh…. Io il giardino lo bagno sicuramente tre volte a settimana. Non hanno ancora capito che se togliamo acqua a piante e animali, andiamo a ramengo. Ora che i fiori saranno tutti secchi, dove andranno gli insetti impollinatori? Sul riso pieno di diserbanti????? La gente è demente. Non hanno ancora capito che vogliono farci morire.

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