venerdì 8 Novembre 2024

Acqua potabile dagli scarti alimentari, la scoperta ugandese per aiutare l’Africa

In Uganda è stato ideato un metodo per ottenere acqua potabile dagli scarti alimentari. Il tutto si deve all’intuizione di un giovane chimico locale, che ha creato un dispositivo in grado di funzionare riciclando rifiuti, come bucce di tuberi e ossa di animali. È risaputo quanto in Africa l’accesso all’acqua potabile sia lungi dall’essere un diritto universale e come questo costringa alcune comunità a fare affidamento esclusivamente a  fonti contaminate. In Uganda poi, l’acqua a disposizione è spesso contaminata dalla presenza di cloro e, a meno che chi la consuma non abbia la possibilità di farla bollire, può andare incontro a infezioni, intossicazioni e malattie, spesso molto gravi.

Una realtà dai contorni drammatici cha spinto il giovane inventore ugandese Timothy Kayondo a impegnarsi nella creazione di un depuratore di acqua mobile, denominato Eco Mobile Water Purifier. Il processo prevede la raccolta dei rifiuti alimentari, e la loro essiccazione e unione a enzimi speciali per produrre “carbone attivo” in grado di depurare l’acqua e renderla potabile. Questa polvere filtrante viene usata in un contenitore portatile del depuratore che utilizza l’energia solare per funzionare. L’intero sistema si inserisce in una scatola portatile delle dimensioni di una grande valigia, facile da trasportare, e può purificare fino a 300 litri di acqua all’ora.

Per la sua invenzione Timothy ha ricevuto il premio Africa Prize di 15mila sterline che si inserisce nel contesto dell’Africa Prize for Engineering Innovation, un programma il quale sostiene ambiziosi inventori africani che si impegnano nella ricerca di soluzioni per gravi mancanze e problemi a livello locale come, appunto, l’approvvigionamento di acqua potabile nei villaggi. Nonostante il depuratore non sia ancora particolarmente conveniente e richieda un po’ di spese per l’installazione, è già stato inserito in molti edifici, come scuole, centri sanitari e campi profughi. Timothy è quindi deciso a fare di più, e sta continuando a migliorare la sua invenzione, affinché possa diventare non solo più efficiente, ma anche più economica.

[di Eugenia Greco]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria