venerdì 19 Aprile 2024

La ricerca conferma: vivere vicino a un parco può allungare la vita

Vivere vicino a un parco può diminuire il rischio di ictus. A quanto pare, verde e aria più pulita ci proteggono da gravi patologie. Lo conferma un recente studio il quale ha valutato la vita di alcune persone risedenti nelle vicinanze di parchi e giardini, dimostrando come queste corrano meno la probabilità di essere colpite da un ictus.

L’ictus è una patologia che compare quando si verifica un’interruzione dell’afflusso di sangue nel cervello a causa di un coagulo di sangue o della rottura di un vaso cerebrale. Nel nostro Paese è la seconda causa di morte, e la prima causa di invalidità, secondo i dati del Ministero della Salute. Ogni anno, infatti, vengono ricoverate circa 90mila persone a causa di un ictus: il 20/30% muore entro un mese, il 40/50% entro il primo anno. Per quanto concerne la ricerca, gli esperti hanno dichiarato che una delle cause di questa patologia sia proprio l’inquinamento atmosferico. Il team, infatti, ha calcolato che ogni dieci microgrammi di biossido di azoto (NO2) – principalmente causato dal traffico veicolare – per metro cubo di aria, si ha un aumento del rischio di ictus del 4%; ogni microgrammo in più di particolato fine, lo incrementa del 5%.

La chiave risiede nell’analisi sull’esposizione agli inquinanti atmosferici, svolta tra il 2016 e il 2017, di 3,5 milioni di adulti residenti in Catalogna, Spagna. Questi non avevano subito un ictus prima dell’inizio dello studio. La ricerca, associando le condizioni di salute dei partecipanti e la vicinanza della loro abitazione ad alcuni spazi verdi, ha dimostrato che chi vive a circa 300 metri da un’area verde ha un rischio di ictus ridotto del 16%. A fare la differenza sarebbe indubbiamente la migliore qualità dell’aria, ma anche tutto ciò che comporta la vicinanza delle aree verdi, ovvero riduzione dello stress, aumento dell’attività fisica – fare un po’ di movimento è alla base della salute del cuore -, e una maggiore socializzazione. In conclusione, secondo i ricercatori i paesi dell’Unione Europea dovrebbero sia rafforzare i limiti dei livelli di ossido di azoto e particolato ritenuti “sicuri” per la popolazione, sia impegnarsi nell’aumentare i parchi e i giardini nelle proprie città.

[di Eugenia Greco]

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