giovedì 18 Aprile 2024

Francia, la Renault licenzia? Gli operai sequestrano i dirigenti

A Caudan, in Bretagna, nei giorni scorsi la tensione è stata altissima. I lavoratori della fonderia del marchio Renault hanno organizzato una manifestazione di protesta contro la vendita dell’impianto che causerebbe il licenziamento dei 350 lavoratori che operano nel sito. Non vedendo accolte le richieste di dialogo, dopo settimane di mancate risposte alle richieste dei rappresentanti sindacali, i lavoratori hanno circondato la fabbrica non permettendo a nessuno di uscire, neanche ai dirigenti. L’intero sito è stato bloccato e la fabbrica occupata dai lavoratori: la liberazione dei dirigenti è avvenuta dopo oltre dieci ore.

Già dal mese di marzo i lavoratori si sono mobilitati per scongiurare la vendita e/o la chiusura dell’impianto senza però ottenere risposte soddisfacenti circa il loro futuro. Ad inizio settimana il governo francese aveva deciso di istituire un fondo da 50 milioni di euro, in parte sostenuto dalla stessa Renault e dal gruppo Stellantis, per la riqualificazione dei lavoratori delle fonderie francesi, compresa quella di Caudan, che rischiano il posto di lavoro in virtù della decisione del governo e dei costruttori di auto di puntare su veicoli elettrici. La Renault punta a ridurre i costi per oltre 3 miliardi di euro in tre anni con una serie di misure come il taglio di 4.600 dipendenti.

Così, martedì mattina è scoppiata la protesta in maniera aperta, con lo sciopero dei lavoratori che è proseguito ad oltranza fino alla decisione, del giorno seguente, di trattenere i dirigenti all’interno della fabbrica per ottenere quelle risposte che non avevano ancora ricevuto. Alla fine, i dirigenti sono stati lasciati uscire tra gli applausi ironici degli stessi lavoratori della fonderia.

Non è la prima volta che cose di queste genere accadono in Francia. Il caso più famoso risale al 2015, quando i dipendenti di Air France assaltarono la sede della compagnia aerea, per protestare contro i licenziamenti, tennero i manager chiusi dentro e poi li aggredirono facendoli fuggire con gli abiti eleganti fatti a brandelli.

[di Michele Manfrin]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

1 commento

Comments are closed.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI