mercoledì 5 Novembre 2025
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Spagna: 2% del PIL in spese militari entro il 2025

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Il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, ha annunciato un aumento delle spese militari di 10,5 miliardi di euro da investire entro la fine del 2025. Con tale investimento, il Paese iberico raggiungerebbe i 33 miliardi di euro di spese nel settore della difesa, arrivando alla soglia del 2% del PIL richiesta dalla NATO. L’annuncio è arrivato in occasione di una conferenza stampa in cui il premier spagnolo ha presentato il «piano per lo sviluppo e l’impulso della tecnologia e dell’industria della sicurezza e della difesa» recentemente approvato. Precedentemente, Sánchez aveva annunciato il raggiungimento della soglia del 2% del PIL in spese militari entro il 2029.

Il governo decreta 5 giorni di lutto per il papa e oscura i festeggiamenti per la Liberazione

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A seguito della morte di papa Francesco, avvenuta lunedì nelle prime ore del mattino, il governo Meloni ha decretato, in sede di Consiglio dei ministri, cinque giorni di lutto nazionale, il periodo più lungo mai deliberato. A partire dalla giornata di ieri, 22 aprile, fino al 26 aprile, giorno in cui si terranno i funerali, il governo invita dunque a «svolgere tutte le manifestazioni pubbliche in modo sobrio e consono alla circostanza». Inclusa, dunque, la festa della Liberazione dal fascismo del 25 aprile, che celebra quest’anno il suo 80° anniversario. La decisione è stata confermata da una dichiarazione del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, che ha dichiarato che le cerimonie saranno consentite «con la sobrietà che la circostanza impone a ciascuno».

Seppure non si tratti di una decisione inconsueta, mai prima d’ora erano stati decretati tanti giorni di lutto per la morte di un papa. Quando, il 2 aprile 2005, morì papa Giovanni Paolo II, il governo decretò tre giorni di lutto, nonostante i funerali si fossero celebrati una settimana dopo la sua morte. Un periodo di lutto nazionale già significativamente più lungo dei precedenti – per papa Benedetto XVI, dimessosi nel 2013 e deceduto successivamente con la carica di papa emerito, non fu celebrato alcun giorno di lutto. La decisione ha immediatamente scatenato un’ondata di critiche da parte delle opposizioni, con dichiarazioni quali quelle di Nicola Fratoianni, che ha definito il governo Meloni «allergico alla festa della Liberazione e all’antifascismo», e Angelo Bonelli che ha commentato quanto deciso come «imbarazzante» (nessun commento è al momento pervenuto da parte di PD e Schlein). Il presidente dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) ha definito «scandalosa» la decisione del governo, commentando che in questo modo «si strumentalizza un lutto vero». Più tiepida la reazione dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), che in una nota ha confermato tutte le iniziative in programma per il 25 aprile, pur specificando che «si svolgeranno ovviamente in piena civiltà e senso di responsabilità e nel dovuto rispetto della giornata di lutto».

Non è la prima volta che il governo Meloni è oggetto di critiche per l’atteggiamento rivolto nei confronti della festa della Liberazione – a partire da quando, nel 2023, il presidente del Senato Ignazio La Russa dichiarò che «non c’è alcun riferimento alla parola antifascismo» nella nostra Costituzione. Un comunicato della presidenza del Consiglio dei ministri ha comunque riferito che Giorgia Meloni quest’anno prenderà parte alla celebrazione presso l’Altare della Patria, insieme al capo di Stato. Il viaggio in Uzbekistan, precedentemente in programa per il 25 e 26 aprile, è stato rimandato. Per poter partecipare ai funerali del Papa, s’intende.

Elezioni Ecuador, l’opposizione chiede il riconteggio

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Il partito della leader dell’opposizione ecuadoriana e candidata alla presidenza Luisa González ha chiesto il riconteggio dei voti per le elezioni presidenziali tenutesi lo scorso 13 aprile. González si è scagliata sin da subito contro il risultato elettorale, accusando il partito al governo – Azione Democratica – e il suo leader e candidato, il presidente Daniel Noboa, di brogli. La documentazione del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), sostiene González, sarebbe incompleta o errata. Ora il CNE esaminerà la richiesta di González e deciderà se approvare un riconteggio parziale o totale delle schede.

L’Islanda ha cancellato la prossima stagione di caccia alle balene

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Hvalur hf, la maggiore compagnia islandese di caccia alle balene, ha annunciato che quest'estate non sarà operativa. A dare la notizia è lo stesso amministratore delegato dell'azienda, Kristján Loftsson, che ha dichiarato ai media islandesi che «per come la vediamo noi, la Hvalur hf. non vede altra opzione che rimanere in porto e attendere tempi migliori, ma la situazione verrà riesaminata l'anno prossimo». Il motivo dietro la cancellazione della stagione di caccia, la seconda consecutiva per la compagnia islandese, risiede nell'andamento dei prezzi dei prodotti, sempre meno acquistati dai cit...

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India, attacco di uomini armati: morti 24 turisti

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Uomini armati hanno aperto il fuoco oggi su un gruppo di turisti nel Kashmir indiano. Lo ha dichiarato ai media un alto responsabile della polizia locale, che ha parlato di un primo bilancio di almeno 24 morti. Le autorità hanno parlato del peggiore attacco contro i civili che si sia mai verificato negli ultimi anni. Per adesso non sono arrivate rivendicazioni e la polizia è alla ricerca dei responsabili. L’attacco è avvenuto a Pahalgam, centro sito a circa 90 chilometri a est di Srinagar, la città principale della zona.

In tutta la Francia si stanno verificando attacchi armati contro le carceri

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Da circa una settimana gli agenti penitenziari e numerosi centri di detenzione in Francia sono stati presi di mira da un’ondata di attacchi anonimi. I più recenti sono avvenuti nella notte tra ieri e oggi, martedì 22 aprile, nei pressi di un carcere situato in Normandia, dove è stata incendiata una vettura. Quello di questa notte segue una serie di episodi violenti, alcuni dei quali con armi da fuoco, registrati nell’arco di tutta la scorsa settimana in varie strutture carcerarie del Paese. Le indagini sugli attacchi sono state affidate alla procura nazionale per l’antiterrorismo, che tuttavia non ha ancora reso note ipotesi circa i possibili autori. Secondo le autorità, dietro questa ondata senza precedenti potrebbero esserci gruppi criminali legati al narcotraffico, che avrebbero agito in risposta alla riforma del sistema penitenziario annunciata dal governo; non si esclude, tuttavia, il coinvolgimento di attori stranieri o di gruppi riconducibili all’estrema sinistra.

L’ultimo attacco alle carceri francesi è avvenuto verso le 3 del mattino di oggi, presso la struttura di Caen, dove è stato incendiato un veicolo parcheggiato. L’incendio si è propagato rapidamente, distruggendo in totale cinque veicoli amministrativi. Precedentemente, nella notte tra domenica e lunedì, sono stati registrati altri tre episodi, tutti nell’area attorno a Lione. Nei pressi della prigione di Villefranche-sur-Saône, a nord di Lione, un’auto di un agente è stata bruciata. Anche nel parcheggio del carcere di Corbas, a sud di Lione, due macchine sono state incendiate, mentre altre due vetture sono state danneggiate. Sempre a sud, nel comune di Villefontaine, invece, è stato dato fuoco alla porta di una casa, che è stata poi segnata con la scritta DDPF, sigla che sta per Droits des prisonniers français (Diritti dei carcerati francesi). L’abitazione oggetto dell’attacco si trovava vicino alla casa di un agente penitenziario, tanto che secondo il sindacato FO Justice gli attentatori si sarebbero sbagliati e avrebbero preso erroneamente di mira la casa del vicino.

Gli episodi di ieri e oggi hanno seguito i diversi attacchi verificatisi nel corso della settimana passata. Nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 aprile, nel carcere di Réau (nella regione dell’Île-de-France) e alla Scuola nazionale di amministrazione penitenziaria di Agen (in Nuova Aquitania), sono state incendiate 7 macchine. Tra lunedì e martedì, sono stati appiccati analoghi incendi nelle carceri di Aix-en-Provence, Marsiglia, Valence, Nîmes, Villepinte e Nanterre, mentre a Tolone sono stati sparati 15 colpi di arma da fuoco verso il portone d’ingresso del carcere. Le indagini sugli attacchi sono state affidate all’antiterrorismo, ma per ora, a parte qualche segnalazione, non sembrano aver portato davvero a qualcosa. Il ministro della Giustizia Gérald Darmanin ha parlato di «attacchi terroristici» e ipotizza che dietro gli attentati ci siano grosse firme del narcotraffico, che intendono fermare la riforma del sistema penitenziario che, tra le altre cose, prevederebbe il trasferimento di alcuni dei maggiori leader della criminalità organizzata in due strutture di alta sicurezza. I quotidiani francesi, invece, non escludono l’opzione degli “anarchici”, attribuendo ai gruppi di estrema sinistra lo slogan DDPF che è comparso su muri e macchine oggetto di alcuni degli attacchi.

Gli schieramenti dentro la Chiesa in vista del prossimo Conclave

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Con la morte di Papa Francesco si apre un nuovo scenario per la vita della Chiesa, stretta tra l’eredità di un Pontefice popolare, mediatico e decisionista e un futuro tutto da scrivere. Come da protocollo, in seguito alle esequie, il Conclave si riunirà per consegnare un nuovo vescovo a Roma. Se nel corso degli anni Papa Francesco ha fatto sentire la sua autorevole voce contro le guerre e il riarmo e in favore di una certa apertura dell’universo ecclesiastico alla modernità, non è detto che il nuovo Papa – che si troverà a incarnare il volto della Chiesa in un mondo lacerato da guerre e forti incertezze sul versante economico e geopolitico – mantenga la stessa impronta. Numeri alla mano, l’ala “bergogliana” del Conclave è numericamente maggioritaria, ma nessuna previsione può dirsi certa.

I prossimi passi

Il testo principale che disciplina la fase della transizione verso l’elezione del nuovo Pontefice è la costituzione apostolica Universi dominici gregis di Giovanni Paolo II, in cui si legge che, dopo la morte del Papa, devono trascorrere almeno 15 giorni prima dell’inizio del Conclave. Lì siederanno i cardinali elettori, ovvero quelli che hanno meno di 80 anni, gli unici ad avere diritto di voto. Le votazioni devono cominciare obbligatoriamente entro 20 giorni, ergo si prevede che il Conclave possa iniziare nei giorni tra il 6 e l’11 maggio. Secondo una modifica introdotta da Papa Ratzinger, ove tutti i cardinali riuscissero ad arrivare a Roma prima del 6 maggio, i lavori potrebbero anche essere anticipati. Sono in tutto 135 i cardinali elettori. 108 di questi sono stati nominati da Papa Francesco, 22 da Papa Benedetto XVI e cinque da Papa Giovanni Paolo II. L’Europa conta 53 cardinali, l’Asia 23 e l’Africa 18. Ben 71 i Paesi rappresentati, per quello che è stato definito un Conclave “planetario”, la cui frammentazione geografica potrebbe però costituire un ostacolo a un’elezione rapida.

I “bergogliani”

Il fronte rappresentato dai cardinali più vicini a Francesco, molti dei quali da lui stesso nominati, è quello favorevole a una Chiesa sinodale, aperta a un atteggiamento più pastorale che dottrinale, con un’attenzione ai temi ambientali, sociali e migratori. Per quanto concerne il fronte progressista, l’esponente considerato più “a sinistra” del collegio cardinalizio è il 69enne Matteo Maria Zuppi, creato da papa Francesco nel 2019 e presidente della CEI. Conosciuto negli ultimi anni per essere stato inviato in missione in Russia da Papa Francesco al fine di trovare possibili soluzioni per la fine del conflitto russo-ucraino, Zuppi è sostenitore della chiesa sinodale ed è favorevole alla benedizione per le coppie omosessuali e della facoltatività del celibato. Almeno secondo i bookmakers, però, i favoriti dell’ala più vicina a Bergoglio sono Luis Antonio Tagle, cardinale filippino di 67 anni conosciuto come il “Francesco asiatico” per il suo impegno in favore della giustizia sociale e nell’accoglienza verso divorziati, omosessuali e madri single, e Pietro Parolin, segretario di Stato di Stato di Francesco dal 2013. Quest’ultimo, con la sua grande esperienza dal punto di vista diplomatico e l’oliata conoscenza della macchina ecclesiastica, potrebbe essere uno dei candidati di compromesso tra la fazione progressista e quella conservatrice.

Conservatori e outsiders

Tra i candidati “ponte” tra le due ali c’è Peter Turkson, funzionario vaticano ghanese di 76 anni candidato a diventare il primo papa proveniente dall’Africa subsahariana. Turkson ha posto grande enfasi sulle questioni del cambiamento climatico e della giustizia economica, restando al contempo fedele alla dottrina su matrimonio e sacerdozio. Guardando alla fazione più conservatrice spicca il nome del 72enne ungherese Péter Erdő, l’arcivescovo di Esztergom-Budapest, con posizioni rigide su divorzio e immigrazione, ma che può contare su significativi legami con i vescovi dell’Europa orientale e dell’Africa. Il candidato in assoluto più conservatore tra i papabili è Robert Sarah, cardinale 79enne guineano conosciuto per le sue critiche all’immigrazione incontrollata e alla “ideologia gender”, molto vicino a Benedetto XXVI. Attenzione, però, a un profilo che sfugge alle tradizionali classificazioni: quello del francescano bergamasco Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. Giovane (proprio ieri ha compiuto 60 anni, forse troppo pochi per ambire a diventare il nuovo Pontefice), italiano ma impegnato a lungo nel difficile contesto del Medio Oriente. Pizzaballa è il testimone più qualificato dell’attenzione di Francesco per le condizioni dei palestinesi a Gaza. In un video pubblicato dopo la morte di Bergoglio, Pizzaballa ha ricordato che «Gaza è stata un po’ il simbolo di tutto ciò che Francesco faceva, uno dei simboli del suo pontificato». Un fattore che potrebbe forse pesare nelle dinamiche del nuovo Conclave.

Il bivio

Certo è che, piuttosto che una lista di nomi, a scontrarsi sono due diverse prospettive che, dall’epoca della “coabitazione” Bergoglio-Ratzinger, covano in seno alla Chiesa. Da un lato c’è chi vuole procedere sul cammino di Francesco, promuovendo un percorso di apertura verso un mondo che cambia e il “diverso”; dall’altra parte, c’è chi invece – dopo avere imputato a Bergoglio e alla schiera dei suoi sostenitori di avere contribuito a “sciogliere” la Chiesa negli schemi del mondo secolare – mira a una restaurazione dal punto di vista dottrinale, tornando a valorizzare in maniera più dogmatica l’elemento della trascendenza. A ogni modo, nonostante a caratterizzare la fase verso la fumata bianca sarà l’altalena delle quote, è sempre bene ricordare l’eloquente detto: «Chi entra papa al Conclave, ne esce cardinale». Questo appuntamento ha effettivamente tutte le carte in regola per sfociare in un esito inaspettato, per non dire sorprendente.

Burkina Faso, sventato tentativo di golpe

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La giunta militare del Burkina Faso ha annunciato di aver sventato un tentativo di colpo di Stato. La notizia è stata data dal ministro della Sicurezza Mahamadou Sana, che ha spiegato che il piano avrebbe portato a un tentativo di rovesciamento previsto per mercoledì 16 aprile. La giunta del Burkina Faso ha dichiarato che i cospiratori erano due ex ufficiali dell’esercito, il maggiore Joanny Compaoré e il tenente Abdramane Barry, che si trovavano in Costa d’Avorio.

Imprese italiane, aumentano i fallimenti: sono oltre 9 mila nel 2024

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C’è un dato che racconta bene la fragilità del tessuto imprenditoriale italiano nel 2024: il numero di aziende fallite ha superato quota 9 mila, con un incremento del 17,2% rispetto all’anno precedente. Un aumento netto rispetto al già preoccupante +9,8% registrato nel 2023. A rilevarlo è l’Osservatorio Procedure e Liquidazioni di Cerved, che segnala una decisa inversione di tendenza dopo anni di calo, culminati con la moratoria sui prestiti del 2020. Il dato restituisce l’immagine di un’economia che, tra inflazione, costi energetici alle stelle e congiuntura sfavorevole, fatica a reggere l’urto del nuovo contesto post-pandemico e post-bonus.

Nel dettaglio, come attestato dal report, i casi di fallimento sono passati da 7.848 nel 2023 a 9.194 nel 2024. A pagarne le conseguenze maggiori sono le aree tradizionalmente più produttive del Paese, in particolare il Nord-Ovest, che da solo rappresenta il 30% delle procedure (2.803 casi), con la Lombardia in cima alla classifica regionale. Seguono il Centro (2.232 casi, 24,3%), il Sud (1.748, 19%), il Nord-Est (1.615, 17,6%) e le Isole (796, 8,7%). La fotografia settoriale conferma che a soffrire maggiormente sono le società di capitali, protagoniste dell’82% dei fallimenti, mentre le ditte individuali e le società di persone rappresentano rispettivamente il 10% e l’8,4%. Tra i comparti più colpiti emergono i servizi (35% dei casi), seguiti da distribuzione (21,2%), costruzioni (18,7%) e industria (12,6%). L’analisi più approfondita dei settori evidenzia situazioni critiche in comparti specifici. Le costruzioni registrano un’impennata del +25,7%, l’industria del +21,2%. Tra i settori industriali, i più colpiti sono quello dei metalli (+48,4%) e il sistema moda (+41,1%), seguiti da elettrotecnica e informatica (+33,3%) e sistema casa (+22,9%). Dall’altro lato, settori come largo consumo (-6,5%), chimica e farmaceutica (-9,1%) si confermano più resilienti, evidenziando una tendenza opposta.

Un elemento particolarmente allarmante è l’età delle imprese colpite. Le realtà più giovani, ossia quelle nate da meno di cinque anni, rappresentano oggi il 12% dei fallimenti totali, a fronte del 2% nel 2022. Anche le aziende con un’età compresa tra i cinque e i dieci anni risultano più vulnerabili (28% nel 2024 contro il 25% nel 2022), segno che le imprese meno strutturate stanno accusando pesantemente gli shock degli ultimi anni. Le cause principali che hanno determinato questo peggioramento sono molteplici, ma ruotano attorno ad alcuni fattori chiave: l’aumento vertiginoso dei costi di produzione, in primis quelli energetici, il caro debiti, con oneri finanziari sempre più difficili da sostenere, e la generale debolezza del contesto economico, che ha visto un peggioramento nel corso del 2024.

Il fenomeno non si limita ai soli fallimenti. Crescono infatti anche tutte le altre modalità di uscita dal mercato. Le liquidazioni volontarie, ad esempio, sono passate da 106.155 a 119.597 in un solo anno, con un incremento del +12,7% (dopo il +11,9% del 2023). Boom anche per le nuove procedure introdotte dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, come i procedimenti unitari e le misure cautelari e protettive, pensate per anticipare le crisi aziendali. Solo queste ultime sono passate da 1.177 nel 2022 a 4.389 nel 2024, con una crescita del +37,4% nell’ultimo anno. Secondo Serenella Monforte, responsabile delle analisi settoriali di Cerved, «le difficoltà dell’ultimo periodo hanno scoraggiato il proseguimento dell’attività per molte imprese, in particolare per le società di capitali». Il nuovo Codice ha spinto molte aziende a utilizzare i nuovi strumenti di prevenzione della crisi, ma non sempre con esiti positivi.

Papa Francesco, governo proclama 5 giorni di lutto nazionale

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Il governo Meloni, riunitosi nel Consiglio dei ministri straordinario di oggi, ha proclamato cinque giorni di lutto nazionale in Italia per la morte di Papa Francesco. Il lutto nazionale parte da oggi, martedì 22 aprile, e si protrarrà fino a sabato 26 aprile. Nelle ultime ore si era ipotizzato che sarebbero stati stabiliti soltanto tre giorni di lutto, ma fonti vicine all’esecutivo hanno spiegato che la prassi per la morte dei capi di Stato, anche in occasioni passate, è stata di cinque giorni di lutto. Inoltre, questa scelta fa sì che il lutto possa estendersi fino a sabato, giorno dei funerali del pontefice.