giovedì 16 Maggio 2024

Armi ad energia diretta: l’ultima frontiera del controllo mentale 

Armi in grado di condizionare la mente attraverso raggi invisibili e di agire a distanza, senza contatto diretto, sui bersagli avversari, siano essi oggetti o persone: si tratta di una categoria per lo più sconosciuta all’opinione pubblica e che, per le sue caratteristiche avveniristiche, sconfina nel fantascientifico, sebbene il suo utilizzo e funzionamento sia ben documentato e le ricerche su questo tipo di armamenti risalgano già ai tempi della Guerra fredda. Sia gli USA che l’URSS, infatti, hanno cercato di ottenere un vantaggio competitivo su quelle che vengono definite armi ad energia diretta, tra le quali rientrano anche i dispositivi psicotronici, ossia in grado di influenzare la mente umana attraverso le onde elettromagnetiche e i vettori non aurali che inducono messaggi subliminali silenziosi nel cervello, noti con il nome di voice-to-skull (voci nel cranio). Già nel 1975 i sovietici proposero un divieto per le armi a energia diretta all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e, durante le trattative per gli accordi SALT (Trattato per la limitazione degli armamenti strategici), il segretario generale sovietico Leonid Brezhnev descrisse queste armi come «le più spaventose che la mente umana abbia mai concepito». Questo tipo di armamenti rappresenta l’applicazione più concreta e spietata della volontà di controllo della mente che anima il potere materialista e secolarizzato delle società moderne in tutti gli ambiti, da quello civile a quello militare. Tali armi, infatti, possono essere impiegate per il controllo della folla, per fermare veicoli, colpire le componenti elettroniche dei sistemi nemici, ma anche per alterare lo stato fisico e il comportamento delle persone sfruttando le onde cerebrali e le radiazioni elettromagnetiche.

Tipologie di armi a energia diretta

[Il trasmettitore di microonde ad alta potenza (HPM) noto come Active Denial System (ADS).]
Le armi ad energia diretta si differenziano da quelle ad energia cinetica in quanto, mentre queste ultime sono costituite da un oggetto fisico scagliato contro il nemico e contro i suoi asset da neutralizzare producendo danni macroscopici, le prime sfruttano direttamente particolari tipi di energia destinati a produrre danni microscopici, ma ugualmente letali. Le armi ad energia diretta più promettenti sono quelle che sfruttano le radiazioni elettromagnetiche e si suddividono in armi a microonde e armi laser; quelle meno sperimentate fino ad ora, invece, riguardano le armi ad energia acustica, quelle al plasma e a flusso di particelle. Tutte possono essere classificate come armi psicotroniche, in quanto in grado di produrre effetti sulla psiche e la salute delle persone, sebbene siano ampiamente utilizzate anche contro le componenti elettroniche dei sistemi nemici. Queste armi, inoltre, possono essere utilizzate per sedare le proteste di massa. Le armi ad Energia Acustica si basano su una emissione sonora capace di determinare fastidio o danni nei confronti di altri essere umani, principalmente attraverso danni ai timpani e, da questi, al cervello. Se ne conoscono usi da parte delle forze di polizia per sedare folle tumultuose: ad esempio, nel 2009 sono stati utilizzati cannoni sonori durante il G20 di Pittsburgh per disperdere i manifestanti arrecando anche potenziali danni cerebrali. Un esempio di arma ad energia acustica è il Long Range Acoustic Device (LRAD), sviluppato dagli USA e in grado di produrre fino a 150 decibel fino a un chilometro di distanza. Questo dispositivo in genere viene montato su un fuoristrada Hummer e usato per il controllo della folla.

Per quanto riguarda le armi al plasma, esse sono poco sviluppate a causa dell’interazione del plasma con l’atmosfera. Il plasma è il quarto stato della materia, dopo quello liquido, solido e gassoso: si tratta di un gas ionizzato costituito da un insieme di elettroni e ioni e globalmente neutro ma sensibile ai campi elettrici e magnetici. L’unico tipo di arma al plasma di cui si hanno notizie risale agli anni Novanta nell’ambito del progetto Marauder. Le armi a flusso di particelle, invece, si basano sull’emissione di particelle su scala atomica o subatomica (ioni, nuclei di atomi, elettroni) per danneggiare il bersaglio verso le quali sono dirette. Si tratta di un uso alternativo di un acceleratore di particelle il cui effetto sul bersaglio si ottiene sia per riscaldamento che per effetti secondari sulla circuiteria elettronica. Di gran lunga più interessanti e più utilizzate sono, invece, le armi basate sulle radiazioni elettromagnetiche e, in particolare, quelle a microonde (HPM, High Power Microwave): quest’ultime sono incentrate su fasci direzionali di microonde, continui o ad impulsi, di frequenza dell’ordine dei 10Mhz – 100Ghz. Tali fasci di microonde sono destinati principalmente a colpire le componenti elettroniche dei sistemi nemici. Possono causare effetti distruttivi, ma più facilmente arrecano una temporanea disabilità del bersaglio ad operare a causa di accecamento dei sensori e/o di sovraccarichi elettrici e/o malfunzionamenti della componentistica interna. La cosa più allarmante di queste armi, tuttavia, è che hanno un effetto diretto anche sugli esseri umani, arrecando danni cerebrali e fisici.

Il trasmettitore di microonde ad alta potenza (HPM) noto come Active Denial System (ADS), che eroga impulsi di radiazioni elettromagnetiche a 95 GHz, ad esempio, è in grado di far bollire le molecole sopra e sotto la pelle e di fondere gli organi del corpo. Secondo quanto riportato dall’Asian Times, l’esercito cinese avrebbe utilizzato armi a microonde contro le forze armate indiane al confine tra i due Stati nel 2020: l’esperto di studi internazionali Jin Canrong ha affermato che le truppe cinesi hanno utilizzato questo tipo d’arma provocando il vomito dei soldati indiani. Canrong ha spiegato che l’arma “può riscaldare le molecole d’acqua più o meno allo stesso modo di un elettrodomestico da cucina, e prende di mira l’acqua sotto la pelle. Ciò potrebbe causare dolore intenso a coloro che si trovano fino anche a più di mezzo miglio di distanza e ha permesso alle forze cinesi di prevalere sui soldati indiani senza violare il divieto di sparare lungo il confine. La Cina ha sempre negato però di avere utilizzato questo tipo d’armi”. Allo stesso modo, la cosiddetta Sindrome dell’Avana è attribuita alle radiazioni elettromagnetiche: i primi casi di questo malessere risalgono al 2016, quando diplomatici statunitensi e canadesi riferirono di sentire un ronzio fortissimo e un dolore alle orecchie e alla testa. Tra i sintomi registrati compaiono anche vertigini, mal di testa, nausea, perdita dell’udito e difficoltà nel parlare. Secondo l’Accademia nazionale delle scienze Usa, la spiegazione più plausibile è che l’energia di radiofrequenza diretta e pulsata sia la causa della sindrome. Sostanzialmente il malessere sarebbe causato da energia a microonde. Tutte le tipologie di armi descritte sono note anche come armi antiuomo o – eufemisticamente – come armi “non letali”, sebbene il loro utilizzo possa essere più pericoloso e distruttivo delle armi convenzionali.

Armi “non letali” segrete per il controllo della mente

[Igor Smirnov, scienziato russo e padre della “psicocorrezione”.]
Lo sviluppo di armi per il controllo mentale elettromagnetico a distanza è stato portato avanti durante la Guerra fredda sia dall’URSS che dagli USA, in quest’ultimo caso attraverso il programma segreto della CIA denominato MKUltra, iniziato nel 1953. Già negli anni Cinquanta, il medico W. Ross Adey dell’Istituto di ricerca sul cervello dell’Università della California, finanziato dalla CIA, studiava le frequenze pulsate per armi con raggi confusionali. Interferendo con il flusso del calcio nel cervello si scoprì che era possibile disturbare la concentrazione, il sonno e le funzioni cerebrali.

Allo stesso tempo, nell’ex URSS venne sviluppata una macchina per la sincronizzazione delle onde cerebrali, nota come LIDA, che emetteva onde a 10 Hz. Nel 1958, il ricercatore americano Patrick Flanagan inventò il neurofono, uno strumento in grado di creare un disturbo aurale tramite microonde o laser, convertendo inizialmente il suono in impulsi elettrici che poi venivano trasmessi attraverso onde radio alla pelle convincendo il cervello di aver udito un suono. Il neurofono, come tutte le scoperte relative al controllo mentale, era immediatamente stato protetto da riservatezza per motivi di “sicurezza nazionale”. Nel 1969, lo spagnolo José M. R. Delgado, professore di Yale e sostenitore di una società “psicocivilizzata”, perfezionò la stimolazione cerebrale elettrica a distanza (ESB) per controllare comportamenti, istinti ed emozioni.

Oggi i fasci con radiazioni elettromagnetiche hanno fatto enormi passi avanti nel controllo del cervello a distanza grazie agli esperimenti svolti da diversi scienziati negli anni Settanta e Ottanta: lo scienziato russo Igor Smirnov, padre della “psicocorrezione” (glaciale termine da lui coniato per denotare l’uso di messaggi subliminali per alterare la volontà o modificare la personalità all’insaputa del soggetto), utilizzava l’elettroencefalogramma (EEG) per misurare le onde cerebrali. Dall’EEG, Smirnov riusciva a creare una mappa computerizzata del subconscio del soggetto, comprendente istinti quali rabbia e desiderio sessuale (la mappatura di posizionamento e distribuzione delle frequenze primarie per le frequenze che hanno una risposta biotelemetrica è nota nel mondo dell’intelligence come prima freaking). Con i messaggi subliminali registrati, Smirnov riusciva ad alterare la mappa mentale.

Secondo il dottor Robert Becker, autore del libro Electromagnetism and the Foundation of Life, «Quando alla fine sarà possibile monitorare i potenziali evocati dall’EEG e combinarli con trasmissioni di radiofrequenze e microonde studiate per produrre pensieri o umori specifici, come l’ubbidienza e il compiacimento, si avrà un metodo di controllo mentale estremamente pericoloso per tutte le società: una tirannia senza terrore. La familiarità ipnotica di televisione e radio, combinata con gli effetti biologici dei loro fasci di trasmissione, potrebbero già costituire una forza simile per la standardizzazione di massa, sia che l’effetto sia voluto o meno». Oggi i monitor per le onde cerebrali sono passati dall’EEG al magnetoencefalogramma (MEG) che collega i modelli delle onde cerebrali attraverso un computer remoto a cristalli il cui software legge e traduce parole enunciate e pensieri silenziosi. Il MEG ha la capacità di risoluzione per rendere possibile un’interfaccia cervello-macchina. Secondo il Time, nel 2003, la DARPA lanciò un programma per le interfacce cervello-macchina per creare «nuove tecnologie per aumentare le prestazioni umane attraverso la capacità di accedere in modo non invasivo in tempo reale ai codici del cervello e integrarli nel dispositivo periferico o nelle operazioni del sistema». Oggi, i soldati delle Forze Speciali statunitensi indossano “caschi del pensiero” con scanner MEG e zaini-supercomputer per l’elaborazione dei segnali.

Tentativi di fermare l’uso delle armi “non letali”

[John Glenn, senatore democratico americano.]
Diversi tentativi per regolamentare e mettere fuori legge l’uso di armi ad energia diretta sono stati fatti sia negli Stati Uniti che in Europa, ottenendo però scarsi risultati, soprattutto oltreoceano. Nel 1997, il senatore democratico americano John Glenn ha presentato un disegno di legge chiamato Human Research Subjects Protection Act, che è stato bocciato, mentre nel 2001 è stato presentato al Congresso lo US Space Preservation Act, HR2977, per vietare tutte le armi a energia diretta (DEW). Dopo essere stata riscritta più volte, la legge è stata bocciata. In America, le uniche leggi che condannano l’uso delle armi elettromagnetiche sui cittadini sono i Public Acts 256 e 257 del Michigan, firmati dal governatore canadese di nascita Jennifer Granholm il 28 dicembre 2003. La pena, in base all’Act 257, va da 15 anni all’ergastolo. Non si sa, tuttavia, se queste leggi siano mai state effettivamente applicate.

In Europa, il problema delle armi a energia diretta o “non letali” è stato trattato nell’ambito di una proposta di risoluzione della onorevole Rehn Rouva, approvata nel 1998 e confluita nella relazione A4 0005/1999. Quest’ultima concerneva l’ambiente, la sicurezza e la politica estera, nonché le strategie per lo sfruttamento delle risorse militari a favore dell’ambiente. Tra gli argomenti trattati, venivano prese in considerazione anche le armi non letali: nella relazione si legge che «sebbene possano provocare notevoli danni e persino l’invalidità o la morte, vengono chiamate non letali» e che questa denominazione è «gravemente fuorviante e ingannevole». Per quanto riguarda poi il controllo della mente umana tramite armi elettromagnetiche, al punto 12 delle conclusioni si chiede esplicitamente «una convenzione internazionale per una messa al bando globale di tutte le ricerche e di tutti gli sviluppi, sia militari che civili, volti ad applicare le conoscenze del funzionamento del cervello umano nel settore chimico, elettrico delle vibrazioni sonore o altro allo sviluppo di armi che possono consentire qualsiasi forma di manipolazione degli esseri umani, ivi compreso un divieto di qualsiasi impiego reale o possibile di tali sistemi». Si riconosce così implicitamente l’esistenza di armi in grado di controllare e modificare il comportamento umano a distanza: si tratta di una forma estremamente complessa di controllo mentale che sfrutta campi acustici, ottici o elettromagnetici – o li combina insieme – per interferire con i processi biologici. Bloccare i movimenti volontari dei muscoli, controllare le emozioni e le azioni, indurre o impedire il sonno, cancellare i ricordi a breve e a lungo termine sono alcuni degli effetti che è possibile ottenere.

Sebbene vengano definite “non letali”, le armi elettromagnetiche si possono certamente definire come le più micidiali e pericolose concepite dalla mente umana insieme a quelle nucleari: non solo perché non c’è un sistema di difesa contro di esse, ma soprattutto perché sono in grado di privare l’uomo di ciò che lo rende umano, ossia la capacità di pensiero e il libero arbitrio. Si tratta della conseguenza più estrema del potere della “tecnica”, la cui intrinseca finalità è quella di controllo e di dominio. Anche e soprattutto dell’uomo.

[di Giorgia Audiello]

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5 Commenti

  1. Come conferma il commento di a.schaunard, la mia impressione è che tutto l’articolo sia una perfetta PSYOP. Senza dare nessuna documentazione seria di reali “armi a energia diretta”, riesce a creare quel senso di ultrapotere detenuto dai potenti del mondo, che ci spinge a pensare che non possiamo nulla contro di loro, che dobbiamo rassegnarci, con paura, a subire impotenti l’onnipotenza della “tecnologia”.

  2. Alla fine il cappello pensatore di Archimede Pitagorico (con riferimento agli elmi del pensiero) è realtà. La prima Start Up che inventa un cappello al piombo farà un sacoo di soldi. Forse questo spiega anche il perchè tutti quelli che guardano la Tv sono appiattiti su posizioni strane ?!?

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