La ricchezza globale ha raggiunto un nuovo picco storico. Lo ha attestato l’ultimo “Billionaire ambitions report” dell’Union Bank of Switzerland, che racconta come nel 2025 il numero di miliardari nel mondo abbia toccato quota 2.900, in netto aumento rispetto ai meno di 2.700 dell’anno precedente. Il loro patrimonio complessivo sfiora ora i 15.800 miliardi di dollari. Questo boom, trainato in gran parte dai mercati azionari e dal settore tecnologico, si accompagna però a un altro fenomeno significativo: una quota crescente di questa ricchezza estrema deriva da passaggi ereditari. In questo contesto emergono contrasti netti tra ricchezza generata da attività imprenditoriali e patrimoni ereditati, con implicazioni profonde su disuguaglianza e politiche fiscali.
Il rapporto mette in luce due dinamiche parallele all’origine dell’esplosione delle grandi fortune. Da un lato, si è registrato un boom di nuovi miliardari “self-made”: nel solo 2025 se ne contano 196, il numero più alto dal 2021. La maggior parte (89) risiede negli Stati Uniti, Paese che ospita complessivamente 924 paperoni, quasi un terzo del totale mondiale. Qui i guadagni sono stati trainati da investimenti in aziende come Nvidia e Oracle e, più in generale, dal rally delle società hi-tech, dimostrando come la fortuna dei miliardari sia legata in gran parte alle elevate valutazioni dei mercati azionari. Dall’altro lato, una fetta crescente della ricchezza miliardaria ha origine ereditaria. Nell’Europa occidentale, 91 persone sono diventate miliardarie per successione in un solo anno, ereditando quasi 298 miliardi di dollari, il valore più alto da quando la banca svizzera monitora questi flussi. A livello globale, i cosiddetti miliardari “multigenerazionali” – ovvero famiglie che da almeno due generazioni detengono un patrimonio superiore al miliardo – sono ora 860, con ricchezze cumulate per 4,7 trilioni di dollari.
Proprio il tema del “grande trasferimento di ricchezza” è centrale. «Guardando avanti, nei prossimi decenni vedremo un numero crescente di miliardari e multi-milionari. Calcoliamo che i miliardari trasferiranno probabilmente 6.900 miliardi di dollari di ricchezza a livello globale entro il 2040», si legge all’interno della ricerca. La quota più consistente è attesa negli USA, ma valori significativi riguarderanno anche India, Francia, Germania e Svizzera. Un altro elemento di rilievo è il ruolo delle donne miliardarie. Nel 2025 se ne contano 374 contro 2.545 uomini, ma la loro ricchezza media è cresciuta più in fretta: +8,4%, fino a 5,2 miliardi di dollari, a fronte di un +3,2% per gli uomini (5,4 miliardi). Molte di loro accedono a questo status attraverso l’eredità, specialmente nei settori del consumo e del retail, mentre tra gli uomini la ricchezza continua a venire principalmente dalla tecnologia e da imprese fondate in prima persona.
Il rapporto segnala inoltre l’elevata mobilità geografica dei super-ricchi: circa il 36% dei clienti miliardari UBS ha cambiato Paese almeno una volta e quasi un altro 10% sta valutando di farlo. Le ragioni principali indicate sono tre: la ricerca di una migliore qualità della vita (36%), le preoccupazioni geopolitiche (36%) e la possibilità di gestire in modo più efficiente la fiscalità (35%). Per quanto riguarda gli investimenti, il Nord America resta l’area più attrattiva (viene indicata dal 63% degli intervistati), seguita dall’Europa occidentale e dalla Cina.
Questo quadro di opulenza record si staglia su uno scenario mondiale di forte disuguaglianza. Un rapporto di Oxfam ha calcolato che nel 2024 la ricchezza complessiva dei miliardari è cresciuta di 2.000 miliardi in un solo anno, circa 5,7 miliardi al giorno. Nello stesso periodo, oltre 3,5 miliardi di persone continuano a vivere con meno di 6,85 dollari al giorno, una soglia di povertà che non si è praticamente mossa dal 1990. Il tema tocca da vicino anche il nostro Paese: l’ISTAT ha reso noto che, nel 2024, in Italia la povertà assoluta e la povertà relativa coinvolgono rispettivamente il 9,8 e il 14,9% dei residenti. L’Istituto registra che ben 5,7 milioni di persone non possono permettersi beni e servizi essenziali per vivere in uno standard di vita accettabile, mentre altri 8,7 milioni si trovano in difficoltà economiche per accedervi in maniera adeguata. Il numero di famiglie povere si attesta a 2,2 milioni e i minori che vivono in condizioni di povertà assoluta sono 1,28 milioni, il 13,8% del totale – il dato più alto dal 2014.




