mercoledì 26 Novembre 2025

La scoperta di una nuova specie di squalo arricchisce la conoscenza della biodiversità marina

Nelle profondità dell’oceano, a oltre 600 metri sotto il livello del mare, gli scienziati australiani hanno identificato una nuova specie di pesce bioluminescente: uno squalo lanterna, rilevato per la prima volta nelle acque del Gascoyne Marine Park, al largo della costa occidentale dell’Australia. È una scoperta che arricchisce la conoscenza di un mondo ancora in gran parte invisibile, dove la vita si è adattata in modi sorprendenti all’assenza di luce, alla pressione estrema e alle temperature costanti.

Sebbene si tratti di uno squalo, l’animale è in realtà di piccole dimensioni: il più grande esemplare osservato misura appena 40 centimetri. Ha un corpo affusolato, due pinne dorsali provviste di spine appuntite e occhi molto grandi, adattati a percepire ogni variazione luminosa in un ambiente perennemente buio. Ma ciò che rende questi pesci davvero particolari è la loro capacità di emettere luce. Lungo il ventre e i fianchi sono presenti strutture specializzate, chiamate fotofori, che producono una luminescenza naturale. È probabile che questa luce serva a mimetizzarsi se osservati dal basso, confondendosi con i pochi raggi che penetrano l’acqua, oppure a comunicare con altri esemplari della stessa specie.

Il nuovo squalo lanterna è stato trovato durante una missione scientifica condotta nel 2022 da CSIRO, l’agenzia nazionale per la ricerca australiana, in collaborazione con Parks Australia. La spedizione aveva l’obiettivo di mappare e documentare la biodiversità marina del Gascoyne Marine Park, un’area protetta situata circa 20 chilometri al largo. Oltre allo squalo, sono stati raccolti centinaia di campioni di organismi ancora da analizzare, a dimostrazione di quanto poco conosciamo ancora delle profondità marine. Tra le nuove specie descritte spicca anche un piccolo crostaceo: il granchio porcellana Porcellanella brevidentata, lungo appena 15 millimetri. Vive in simbiosi con le penne di mare, coralli molli parenti delle gorgonie, tra le cui fronde biancastre riesce a mimetizzarsi perfettamente grazie al suo colore opalescente bianco-giallo. È stato osservato fino a 122 metri di profondità. A differenza dei granchi comuni, che afferrano il cibo con le chele, questo granchio filtratore si nutre di plancton, utilizzando un apparato boccale modificato con lunghi peli che spazzano l’acqua in cerca di minuscoli frammenti di cibo.

L’Australia è considerata uno degli hotspot di biodiversità più importanti del pianeta: ospita oltre un milione di specie, molte delle quali non si trovano in nessun altro luogo. Eppure, gran parte dei suoi fondali resta ancora inesplorata. Ogni nuova specie identificata contribuisce perciò a comprendere meglio come funzionano gli ecosistemi abissali e quanto siano sensibili agli squilibri ambientali. La pesca a strascico, le trivellazioni sottomarine e il riscaldamento degli oceani stanno infatti alterando ambienti che per milioni di anni sono rimasti invariati. Sapere chi abita queste profondità è il primo passo per proteggerle. E questo piccolo squalo che brilla nel buio, e tutte le prossime specie che saranno scoperte, ricorda che sotto la superficie c’è ancora un mondo da scoprire. A patto che saremo in grado di tenerlo in vita.

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Gloria Ferrari

Laureata in Culture e Letterature del mondo moderno a Torino. Scrive di diritti umani e ambiente per diverse testate giornalistiche italiane. Collabora con L’Indipendente dal 2021.

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