Le memorie postume di Virginia Giuffre, tra le vittime più note di una complessa rete di pedofilia che ha visto partecipi anche importanti personaggi dell’élite politica internazionale, hanno riacceso i riflettori e gettato nuovo fango su personaggi illustri e potenti coinvolti nel famigerato caso Epstein. Il libro di Giuffre, morta suicida circa sei mesi fa a 41 anni nella sua casa in Australia, è uscito nelle librerie di Londra martedì riaprendo il dibattito e lo scandalo sul principe Andrea, fratello di Carlo III d’Inghilterra, accusato dalla vittima di gravi abusi sessuali legati al circolo pedofilo del finanziere americano di origini ebraiche Jeffrey Epstein, anche lui morto suicida in carcere nel 2019, e della sua compagna Ghislaine Maxwell, attualmente in carcere, condannata per adescamento e sfruttamento di minori. Nel libro intitolato “Nobody’s Girl“, Giuffre racconta di aver temuto di poter «morire come una schiava del sesso» sotto il controllo di Epstein e descrive tre incontri intimi con il principe Andrea a Londra, New York e sull’isola privata del defunto finanziere, tristemente nota come “isola del peccato”. L’esponente della famiglia Windsor ha sempre negato le accuse mossegli dalla defunta vittima. Tuttavia, proprio pochi giorni prima dell’uscita delle memorie, il fratello di re Carlo III ha rinunciato al titolo di Duca di York.
«Come ho già detto in precedenza, respingo con forza le accuse contro di me» ha dichiarato il principe Andrea venerdì scorso. Nonostante le smentite dell’accusato, ci sono diversi elementi che rendono sospetta la condotta del reale britannico e avvalorano le accuse di Giuffre. Oltre ad avere rinunciato al titolo di duca, infatti, già nel 2022 il figlio della defunta regina Elisabetta aveva pagato un indennizzo a Virginia Giuffre per archiviare una causa civile negli Stati Uniti intentata contro di lui dalla donna, abusata quando era minorenne. Recentemente sono emersi anche altri fatti che fanno pensare a un coinvolgimento nella vicenda dell’ex duca: la polizia di Londra, infatti, sta indagando sul fatto che nel 2011 il reale inglese avrebbe chiesto a un agente di Scotland Yard di trovare informazioni compromettenti su Giuffre al fine di screditare le sue accuse. Una fonte reale ha affermato lunedì che le accuse secondo cui il fratello minore di re Carlo avrebbe chiesto l’aiuto di un agente di polizia devono essere esaminate accuratamente.
Ma la vittima ormai defunta nel libro non racconta solo del principe inglese, ma cita diverse personalità del mondo politico-finanziario che facevano parte del circolo di Epstein e che hanno abusato di lei. A documentare la storia della donna americana, vittima di violenze fin dalla tenera età da parte del padre, è stata la giornalista americana Amy Wallace in quattro anni di lavoro. Secondo la Wallace fu proprio il padre della ragazza a condurla dall’allora compagna del finanziere Epstein, Ghislaine Maxwell che “reclutava” le prede sessuali del magnate e della sua cerchia di amici e conoscenti: «Lei non si limitava a procurare ragazze per Epstein o a gestire la “contabilità” ma abusava sessualmente di loro, dando precise istruzioni su cosa fare […]» ha dichiarato la Wallace in un’intervista al Corriere della Sera. Nel libro viene menzionato anche un noto primo ministro che, secondo quanto raccontato dalla vittima, la strangolò ripetutamente fino a farle perdere i sensi traendo piacere nel vederla terrorizzata per la sua incolumità. Il nome del primo ministro non è stato reso noto per paura delle ripercussioni. Secondo la giornalista che si è occupata della ricostruzione della storia e della stesura del libro «Stiamo parlando di una donna che una sera riceve una chiamata dall’Fbi: le dicono che la sua vita è in pericolo, che esiste una minaccia seria». La stessa ha anche confermato che centinaia di persone potenti che hanno abusato di Virginia sono ancora libere.
Maxwell e Ghislaine avevano messo in piedi una complessa rete di prostituzione minorile: in particolare, la Maxwell si occupava di adescare ragazze molto giovani come prede sessuali per i festini che Epstein organizzava nelle sue lussuose dimore con alti rappresentanti dell’ambiente finanziario e istituzionale. Secondo alcune dettagliate ricostruzioni, inoltre, sia la Maxwell che Epstein sarebbero stati degli agenti del Mossad che, filmando personaggi potenti in atti illeciti e osceni, li avrebbero resi ricattabili dallo Stato ebraico per sempre. L’attuale presidente statunitense Donald Trump, durante la sua campagna elettorale, aveva promesso di rendere pubblica la lista di nomi delle personalità di rilievo che avevano preso parte alle feste organizzate dal magnate newyorchese, promessa che però ha disatteso durante i primi mesi del suo mandato. Secondo liste precedentemente divulgate, tra i frequentatori del circolo di Epstein compaiono figure come l’ex presidente USA Bill Clinton, il fondatore di Microsoft Bill Gates, il diplomatico Henry Kissinger, il regista Woody Allen, il principe Andrea Windsor e la di lui ex moglie Sarah Ferguson, Tony Blair e Charles Spencer, fratello della più nota Diana Spencer. La Wallace ha raccontato che Virginia era una fan di Trump perché sperava che rendesse noti i nomi degli autori degli abusi e secondo la testimonianza della vittima, Trump sarebbe sempre stato gentile con lei. Sebbene la raccapricciante vicenda sia tutt’altro che conclusa e i responsabili siano ancora liberi, quanto accaduto ha scoperchiato il vaso di pandora della presenza radicata della pedofilia tra i potenti del mondo, rendendoli di fatto vulnerabili e ricattabili. Il libro postumo di Virginia ne è la testimonianza più vivida.