mercoledì 18 Giugno 2025

Costretti a pagare per muoversi: Meloni taglia i fondi per le carrozzine elettriche

Il governo italiano ha deciso di non rifinanziare il capitolo dedicato ai ricambi per le carrozzine elettriche, lasciando migliaia di persone con disabilità motoria costrette a sborsare di tasca propria per garantire la propria mobilità e autonomia. È quanto emerso da numerose denunce di associazioni e diretti interessati, che si sono visti comunicare dalle Aziende Sanitarie Locali che non verranno più rimborsate componenti essenziali quali batterie, motori, joystick e ruote, senza i quali le carrozzine diventano inutilizzabili. Dal 1° gennaio 2025, con l’entrata in vigore del nuovo Nomenclatore Tariffario (DPCM 12/2017) dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), le spese per la riparazione e la sostituzione degli ausili elettrici non sono infatti più coperte dal Servizio Sanitario Nazionale. E ora società civile e opposizioni chiedono all’esecutivo di fare marcia indietro.

Nello specifico, il decreto ha abrogato i codici ISO previsti dal DM n. 332/1999, eliminando le voci dedicate alle componenti delle carrozzine elettriche dagli elenchi dei LEA. I tagli sono dunque entrati in vigore dal primo giorno del 2025, valendo per tutte le Aziende Sanitarie Locali (ASL) su tutto il territorio nazionale. A partire da quella data, le richieste di riparazione o sostituzione dei pezzi di ricambio non vengono più prese in carico dal SSN, costringendo le famiglie a sostenere costi che, nel caso di una batteria per carrozzina, possono superare i 600 euro. La questione è esplosa con le prime delibere regionali: già in Veneto, ad esempio, le Aziende Sanitarie Locali hanno comunicato agli assistiti che non verranno più rimborsate nemmeno le batterie di cui ogni carrozzina necessita per funzionare. Quando la batteria si deteriora – un guasto frequente a causa dell’uso quotidiano intenso – la carrozzina si ferma, e con essa la possibilità di muoversi, lavorare e partecipare alla vita sociale. Molti disabili si sono visti recapitare preventivi di spesa intorno ai 340 € (+ IVA 22%), una cifra superiore a molti assegni di invalidità.

La prospettiva aperta dall’intervento governativo rischia, con tutta evidenza, di minare il principio costituzionale di uguaglianza dei diritti sul territorio nazionale. Dopo le denunce pubbliche da parte delle associazioni e dei disabili, la Regione Veneto, che ha recepito la normativa nazionale attraverso la DGR n. 1587 del 30 dicembre 2024, ha dichiarato in una nota che si starebbe «attivando per affrontare questa problematica» e «definire un percorso regionale che includa anche queste prestazioni essenziali». Il timore è che ora le Regioni si muovano in ordine sparso, provocando una spaccatura normativa che potrebbe condurre a un’Italia a due velocità, in cui i cittadini disabili di “serie A” continueranno a beneficiare di un’assistenza completa e quelli di “serie B” dovranno affrontare spese potenzialmente insostenibili.

La vicenda è approdata in Parlamento con un’interrogazione a risposta orale presentata negli scorsi giorni dai deputati del Movimento 5 Stelle Filippo Quartini, Gilda Sportiello, Valentina Di Lauro e Marianna Ricciardi, che hanno chiesto al Ministro della Salute e a quello dello Sviluppo Economico di ripristinare la copertura SSN per riparazioni e sostituzioni. In assenza di una rapida correzione normativa, dunque, il diritto fondamentale alla libertà di movimento – sancito anche dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009 – rischia di rimanere sulla carta. Il governo Meloni, che ha sempre promesso di rafforzare i diritti dei disabili, si trova ora a fronteggiare accuse di contraddizione e di aver scaricato sugli utenti costi che dovrebbero rientrare nella tutela sanitaria pubblica. L’appello di parlamentari, associazioni e cittadini è uno solo: ripristinare i codici perduti e restituire autonomia e dignità a chi, senza questi ausili, non può muoversi.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

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