Appena 590 articoli pubblicati in un anno sui principali quotidiani italiani, in oltre due casi su tre solo quando si trattava di notizie che servivano a parlare di questioni italiane, come gli arrivi dei migranti o il piano Mattei. Nel resto casi, quelli in cui si parla di Africa per dare effettivamente notizie relative a fatti che accadono nel continente, ci sono due regole: gli articoli riguardano sempre guerre o terrorismo e a parlare non ci sono mai analisti o protagonisti africani. La media peggiora ulteriormente quando si passa alla TV: nei talk show e nei programmi di approfondimento televisivo si fornisce in media una notizia proveniente dall’Africa ogni 70 ore di trasmissione. Questa la fotografia dell’informazione in Italia sul continente africano scattata dal rapporto Africa mediata promosso da Amref Italia e a cura dell’Osservatorio di Pavia.
Per quanto riguarda la carta stampata sono stati presi a campione sei fra i principali quotidiani: Il Giornale, Avvenire, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, La Repubblica e La Stampa. Sono stati considerati tutti gli articoli sull’Africa e sui diversi Paesi africani, classificati come Africa “là”, e quelli che fanno riferimento alla migrazione africana, a eventi in cui sono coinvolte persone africane o afrodiscendenti, classificati come Africa “qui”. In linea generale nel dossier si vede una diminuzione drastica dell’attenzione mediatica verso il continente africano, con il passaggio da 1.171 notizie pubblicate nel 2023 alle 590 del 2024, con un calo del 50%. Andando nel particolare il report mostra come sui giornali analizzati la maggioranza delle notizie, il 77%, riguardano l’Africa in relazione al contesto italiano, concentrandosi prevalentemente sul tema migratorio. Il 23 % delle notizie sono invece riferite al contesto africano, con il focus principale sui conflitti e il terrorismo. Sulle prime pagine dei giornali complessivamente il primo tema connesso all’Africa è quello delle migrazioni, un articolo su due affronta questo tema.
Passando alla rappresentazione del continente africano sui media televisivi sono stati presi in esame i notiziari di prima serata di sette reti: Rai 1, 2 e 3, Mediaset e La7, insieme a due canali di all-news SkyTg24 e Rainews. Il report mostra come la situazione non differisca dalla carta stampata, mostrando la progressiva riduzione delle notizie in contesto africano e un aumento di quelle riguardanti l’Africa “qui” che coprono il 73,4% dell’agenda sull’Africa. I temi maggiormente trattati anche in questo caso vedono le migrazioni al primo posto, con il 34,3% delle notizie. Subito dietro al tema migratorio, con il 29,2 %, troviamo la cronaca: notizie di reati o atti criminali con protagoniste persone africane. A seguire con il 26,6% si trovano i temi politici come il Piano Mattei, la questione della cittadinanza e i vertici tra la Premier Meloni e i Capi di Stato africani. Quindi in tutti e tre i casi le tematiche africane “qui” vengono presentate o in tono emergenziale, migrazioni e cronaca, o in tono paternalistico con il Piano Mattei: «aiutiamoli a casa loro». Per quanto riguarda invece le notizie dell’Africa “là” la tematica maggiormente toccata è quella di guerre e terrorismo, che occupa il 37% della copertura mediatica, ma che raggiunge il 66% nelle emittenti all-news. Nei programmi televisivi di informazione e infotainment, su 61.320 ore di programmazione analizzate, i riferimenti all’Africa sono solo 869, quindi in media una notizia ogni 70 ore di programmazione. Anche in questo caso come nelle due analisi precedenti i temi dell’Africa “qui” sono maggioritari occupando l’81% dello spazio concesso al continente.
Una novità di questa sesta edizione di Africa Mediata è la rilevazione della presenza di voci africane nei programmi televisivi. Infatti siamo abituati a farci spiegare da esperti italiani ed europei come le cose funzionano in un continente a cui non apparteniamo, non dando mai, o molto poco, la possibilità di parlare ai diretti interessati. Una dinamica che si inserisce nel solito filone paternalistico se non smaccatamente coloniale per il quale: se bisogna parlare di cose serie non possono farlo i “selvaggi” ma noi uomini “civilizzati”. Il report mette in mostra come su 587 puntate analizzate di 16 programmi ci siano state 5.098 apparizioni di ospiti di varia nazionalità, ma solo l’1,2% riconducibili a persone africane o afrodiscendenti. I temi maggiormente trattati con ospiti africani accentuano lo scontro e la diversità che si muove sempre sulla falsa riga di “selvaggi” e “civilizzati” e quindi con il 32,2% si attesta al primo posto il tema della condizione femminile nell’Islam, seguito da infibulazione, criminalità e immigrazione.
Di Africa, insomma, sui media si parla molto poco e molto male, agganciandosi sempre a stereotipi come quello di un continente che viene raccontato solo come vittima (del terrorismo, della fame, delle guerre) e mai come protagonista. Eppure stiamo parlando di un continente che ha un interscambio commerciale con l’Italia da 56,6 miliardi, con la bilancia commerciale che vede 38 miliardi di importazioni da paesi africani e 19,6 miliardi di esportazioni. E si tratta di un continente da cui si stanno muovendo moltissime cose a livello politico, tra nazionalizzazioni, lotta ai resti del colonialismo, e protagonismo a livello internazionale come nel caso del Sudafrica che, praticamente da solo, è riuscito a portare Israele davanti alla Corte di giustizia internazionale con l’accusa di genocidio. Questioni delle quali su L’Indipendente continueremo a parlare.
Ovviamente dato che l’Italia è il ponte tra Europa e Africa, seguire Germania e paesi Nordici già rinforzati dal razzismo di gran parte degli USA, vuol dire castrarsi, l’Italia mi ricorda gli Eunuchi dell’Imperatore come profetizzato nei libri antichi dei miei antenati.
Questi andavano in giro tutta la vita con la scatoletta contenente i loro testicoli, perché gli insegnavano i sacerdoti Imperiali, così nell’al di là tornavano completi, a noi ancora peggio occorre sorbirci per la vita, Meloni e Mattarelli, tutti scelti altrove.