domenica 15 Giugno 2025

Berkeley è la prima città USA (e del mondo) a vietare tutti gli allevamenti intensivi

La cittadina di Berkeley, in California, è diventata la prima al mondo a vietare completamente gli allevamenti intensivi. Con l’approvazione della Ballot Measure DD, i cittadini hanno deciso di mettere al bando le Concentrated Animal Feeding Operations (CAFO), strutture in cui gli animali vengono cresciuti in condizioni di scarsa igiene e sovraffollamento per massimizzare la produzione. Il provvedimento, approvato dal 60% degli elettori, vieta sia la costruzione di nuovi allevamenti sia il mantenimento di quelli esistenti, imponendo una sanzione di 10.000 dollari al giorno per eventuali violazioni.

Lo stop, nato da un’iniziativa popolare, rappresenta una risposta alle crescenti critiche contro gli allevamenti intensivi, noti per trascurare il benessere animale e avere impatti devastanti sull’ambiente. Tali strutture, largamente diffuse negli Stati Uniti, producono enormi quantità di gas serra e contaminano le risorse idriche, danneggiando le comunità circostanti. A queste problematiche si aggiungono le condizioni di vita degli animali, spesso stipati in spazi angusti senza possibilità di movimento.

La scelta di Berkeley si inserisce in un percorso di lungo termine per la tutela animale e ambientale. Già nel giugno 2024, la città aveva chiuso un ippodromo che ospitava 1.400 cavalli, accusato di maltrattamenti e di aver inquinato la baia di Berkeley con batteri coliformi. Tuttavia, negli Stati Uniti, l’industria degli allevamenti intensivi rappresenta ancora una delle più potenti e redditizie, sostenuta da cospicui sussidi governativi che ne rafforzano l’influenza economica e politica. Per questo motivo, sebbene l’esempio di Berkeley possa ispirare altre comunità, il percorso verso un cambiamento più ampio resta complesso.

Altre iniziative simili però, nate in tutto il mondo, fanno bene sperare e testimoniano che un cambiamento culturale e politico è in atto. In Argentina, per esempio, la Terra del Fuoco è stata la prima provincia a vietare l’allevamento di salmoni, mentre la Danimarca ha avviato politiche per ridurre il consumo di carne e promuovere diete vegetali. Sempre negli Stati Uniti, Washington ha recentemente approvato una legge per vietare l’allevamento intensivo di polpi. Proprio una recente inchiesta dell’associazione Essere Animali ha certificato con materiale video le enormi sofferenze degli animali negli allevamenti ittici, e le irregolarità nei controlli veterinari. Nella fase degli abbattimenti, si vedono gli addetti di un allevamento di trote, storioni e anguille della provincia di Treviso posizionare i morsetti dei cavi elettrici direttamente sulle branchie degli animali, parte del corpo estremamente sensibile, nonché sbattere vigorosamente per terra esemplari ancora coscienti. 

Davanti a prove così evidenti, e in un’epoca in cui i modelli produttivi tradizionali vengono messi in discussione, Berkeley dimostra che un’alternativa è possibile e che il cambiamento può e deve partire dal basso, dalla volontà delle comunità locali.

[di Gloria Ferrari]

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3 Commenti

  1. Finalmente una buona notizia. L’obbiettivo finale di eliminare dalla faccia della terra gli allevamenti intensivi e quindi anche i macelli è un percorso lungo, ma intanto è cominciato.
    Gandhi diceva che fino aquando ci sarebbero stati i macelli, NON ci sarebbe mai stata la pace su questa terra.

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