Una ventina di alti ufficiali dei carabinieri stipati dentro un ufficio in via Romania, comando generale dell’Arma, a bagnomaria nella canicola di Roma, prigioniera come tutto lo Stivale dell’afa estiva, in quel torrido luglio del 1964. Due generali di divisione, undici generali di brigata e mezza dozzina di colonnelli, tutti sull’attenti a rapporto dal comandante, generalissimo Giovanni De Lorenzo che a vederlo nelle foto di archivio in bianconero, con la divisa da parata e la distesa di mostrine luccicanti sul petto, sembra un personaggio uscito dalla penna di Garcìa Marquez. Era proprio tut...
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