La Commissione Federale per la Sanità svizzera ha approvato una legge per la legalizzazione della cannabis, che verrà discussa nei prossimi mesi. Il risultato è frutto di un percorso intrapreso dalla Svizzera oltre trent’anni fa e che l’ha portata, nel 2021, a iniziare a sperimentare la vendita controllata di cannabis ad uso adulto. Dopo i primi risultati positivi dei progetti pilota avviati in città come Basilea, Zurigo e Losanna, ora l’iter parlamentare per una legge nazionale di legalizzazione ha preso il via, con l’obiettivo dichiarato di tutelare la salute pubblica e i minori, riducendo il mercato nero e i rischi per la salute.
Correvano gli anni ’90 quando la Svizzera, da sempre liberale nei confronti della cannabis e del suo utilizzo, venne soprannominata la Giamaica delle Alpi. Senza nessuna regolamentazione particolare in Ticino diversi negozianti avevano iniziato a vendere infiorescenze di cannabis con livelli medio-alti di THC, come profumatori per armadi ed ambienti. Un’operazione resa possibile da un vuoto legislativo che aveva messo in moto due processi: la nascita del primo settore moderno su larga scala di produzione di cannabis, con serre e capannoni sterminati, e la gran parte dei contadini svizzeri trasformati nel giro di due anni in canapicoltori, e il flusso interminabile di “turisti”, specialmente italiani, che andavano oltreconfine per godere dei frutti della pianta delle meraviglie, non di rado cercando – con scarso successo vista la solerzia delle dogane – di riportare a casa un po’ di quelle verdi emozioni. L’esperimento durò pochi anni e fu stroncato da diverse procure che, di punto in bianco, arrestarono produttori e rivenditori. Ma il piglio antiproibizionista del Paese neutrale per eccellenza, che prospera nel cuore dell’Europa senza far parte dell’unione, non si è mai spento. E oggi, mentre diversi esperimenti di legalizzazione sono attivi in città come Zurigo, Berna, Basilea e Losanna, la Commissione federale per la Sanità, forte dei primi buoni risultati ottenuti, ha approvato una legge per la legalizzazione della cannabis, che si discuterà nei prossimi mesi.
Il 15 maggio del 2021 la legge federale svizzera sugli stupefacenti viene modificata per permettere studi pilota con la vendita controllata di cannabis ad uso adulto. Siccome però la legge prevede che venga utilizzata solo cannabis biologica espressamente prodotta nel Paese elvetico, la partenza vera e propria è il febbraio del 2023, con la città di Basilea, a cui hanno poi fatto seguito Zurigo, Losanna e altri, per un totale di 6 progetti ad oggi autorizzati. Il più grande è quello della città di Zurigo, che è appena stato rinnovato fino al 2028 e attualmente coinvolge 2300 persone che aumenteranno fino a 3 mila. Tutti i progetti prevedono la vendita, in farmacia o negozi appositi, di infiorescenze di cannabis, alcuni anche hashish, estratti, prodotti edibili e cartucce per le vape-pen. I partecipanti devono rispondere a diversi criteri (cittadinanza nel cantone, già consumatore di cannabis, etc). Dopo i colloqui per l’idoneità, si riceve una tessera di ammissione allo studio, che consente di accedere ai punti vendita autorizzati. Una volta selezionato, al partecipante viene assegnato un profilo da seguire: monitoraggio del consumo, questionari periodici e raccolta dati attraverso strumenti validati nella fase di ricerca.
Nel frattempo stanno già arrivando i primi risultati, come quelli del Grashaus Project, in corso a Basilea, dai quali si evince che la prima tendenza riscontrata è quella dello spostamento dei consumatori verso vendite regolamentate e metodi di consumo “a basso rischio”, come prodotti edibili ed estratti, con un calo del mercato nero fino al 50%. Il professor Michael Schaub, direttore scientifico dell’Istituto svizzero per le dipendenze, che dirige lo studio, ha commentato così: “Il fatto che abbiamo potuto registrare tali primi successi, anche grazie a una consulenza professionale mirata nei punti vendita, è uno sviluppo promettente. Perché l’obiettivo del progetto pilota, ovvero mettere a disposizione dei consumatori prodotti sicuri e di alta qualità provenienti da fonti controllate e quindi ridurre al minimo in particolare i rischi per la salute, è ovviamente sempre al centro dell’attenzione. Speriamo di destigmatizzare l’uso della cannabis e di creare una base basata sull’evidenza per l’ulteriore dibattito sulla legalizzazione in Svizzera”.
Nel frattempo però, senza nemmeno aspettare la fine di questi progetti sperimentali, che hanno una durata media di 5 anni, in Svizzera è stata approvata dalla Commissione federale una legge per la legalizzazione della cannabis. La fase di consultazione pubblica è stata aperta il 29 agosto e si è chiusa il primo dicembre 2025. Da lì è iniziata la discussione parlamentare, che durerà circa due anni, prima dell’approvazione finale. “La salute pubblica e la tutela dei minori dovrebbero essere al centro di una rinnovata politica sulla cannabis. Agli adulti dovrebbe essere garantito un accesso alla cannabis rigorosamente regolamentato”, si legge in un comunicato del Parlamento svizzero che spiega la bozza di legge, che prevede di rendere legale l’autoproduzione casalinga di cannabis, divieto di pubblicità e vendita ai minori e controlli rigorosi sulla qualità. Le novità riguarderebbero il fatto che lo Stato vuole assicurarsi che il sistema non generi incentivi commerciali al consumo. E quindi prevede dispensari nei vari cantoni, con apposita licenza, ma che per la vendita online si prospetta un unico sito gestito dal governo. Inoltre le vendite sono orientate verso un modello non-profit, regolato dallo Stato, che prevede che i profitti vengano reinvestiti “nella prevenzione, nella riduzione del danno e nel supporto alle dipendenze”. Altro discorso per coltivatori e produttori, per i quali “dovrebbe essere consentita la produzione commerciale a scopo di lucro”.




