venerdì 14 Novembre 2025

La Lega vuole un altro pacchetto sicurezza: nel mirino anche i movimenti di protesta

La Lega rilancia l’offensiva sulla «sicurezza totale» con un nuovo pacchetto di quattordici proposte presentato alla Camera. L’iniziativa, preannunciata dal vicepremier Matteo Salvini, mira per i suoi artefici a «colpire criminali, clandestini e occupanti abusivi» e potrebbe confluire in un decreto legge o in un disegno di legge. Tra le misure più discusse, spicca l’introduzione di una cauzione preventiva per gli organizzatori di manifestazioni, uno strumento che punisce indirettamente il diritto di protesta. Il pacchetto tocca anche immigrazione, con restrizioni ai ricongiungimenti familiari e il permesso di soggiorno a punti, e ordine pubblico, con inasprimenti penali e procedure accelerate per gli sgomberi, estese a tutti gli immobili, non solo alle prime case.

In una conferenza stampa tenutasi mercoledì 12 novembre, sono state presentate le misure inserite nella proposta, che tra le altre cose si prefigge di intervenire in modo significativo sul tema delle manifestazioni. Oltre alla garanzia finanziaria per gli organizzatori, si prevede un inasprimento dell’articolo 18 del Tulps, con multe fino a 20 mila euro per i cortei non autorizzati. Una misura che, unita al nuovo reato di «fuga pericolosa» per chi non si ferma all’alt delle forze dell’ordine, mira a delineare un perimetro più restrittivo per l’esercizio del dissenso. Sul fronte della piccola criminalità, si renderebbero perseguibili d’ufficio i borseggi – senza più necessità di querela – «per tutelare i turisti», spiegano i proponenti. Aumentano anche le pene per i furti in abitazione e viene introdotto l’arresto in flagranza differita. Sul piano amministrativo, è previsto lo stop all’iscrizione automatica nel registro degli indagati per gli agenti quando sussiste «una presumibile causa di giustificazione» e una riforma complessiva delle polizie locali.

Un capitolo centrale del pacchetto è dedicato alla cosiddetta «lotta alle baby gang». Per far fronte «all’allarme sociale che arriva dai sindaci su baby gang e maranza», spiega il sottosegretario all’Interno Molteni, si propone di modificare la Legge Zampa del 2017. Il minore straniero non accompagnato avrebbe diritto al prosieguo amministrativo solo fino ai 19 anni, non più 21. Si avanza inoltre l’idea di rafforzare il dl Caivano, ampliando l’elenco dei reati che consentono l’ammonimento del questore per i minori tra i 12 e i 14 anni. Nei casi più gravi, i genitori potrebbero essere sanzionati con una multa. L’obiettivo dichiarato è «operare una morsa ai fenomeni di devianza giovanile». Sul versante immigrazione, la Lega rilancia la proposta del permesso di soggiorno a punti, evoluzione del vecchio «accordo di integrazione» del 2009, da sottoscrivere già dai 14 anni. Previste anche pesanti restrizioni ai ricongiungimenti familiari, limitati ai soli coniugi e figli minori, con l’esclusione quindi dei figli maggiorenni e degli altri parenti, e un innalzamento del requisito economico. Si propone inoltre di estendere le espulsioni anche ai migranti condannati a pene detentive inferiori ai due anni.

Altro pilastro è la stretta sugli sgomberi, con una procedura accelerata estesa a «tutti gli immobili», comprese le seconde case, e non più limitata alle prime abitazioni. Questa misura si intreccia con il Piano casa Italia, illustrato da Salvini, che mira a «sperimentare nuovi modelli di edilizia sociale». Per finanziare il piano, il leader leghista ha proposto di attingere anche al Fondo sociale per il clima, nonostante le coperture restino un’incognita, con soli 660 milioni previsti dalla legge di bilancio per il 2027. Completa il quadro una proposta lanciata dalle eurodeputate leghiste Susanna Ceccardi, Silvia Sardone e Anna Maria Cisinit: un nuovo «Osservatorio nazionale sui fenomeni dell’islamizzazione», affidato a venti sindaci scelti dal partito, incaricati di «monitorare moschee irregolari, imposizione del velo sulle minori, ricongiungimenti poligamici e patriarcato islamico».

A ogni modo, l’iniziativa della Lega non è stata accolta con entusiasmo unanime all’interno del centro-destra. L’annuncio, effettuato senza un accordo preliminare con Fratelli d’Italia, ha infatti generato qualche malumore nelle file dei meloniani. Il compromesso è stato presentare le proposte come una iniziativa di partito, slegata dall’esecutivo.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

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