mercoledì 12 Novembre 2025

Donbass: la Russia avanza nella città di Pokrovsk, esercito ucraino in ritirata

La situazione per l’Ucraina si fa sempre più difficile nelle regioni del Donetsk e di Zaporizhzhia, dove gli attacchi russi stanno aumentando di intensità, costringendo gli ucraini alla ritirata in vari punti. In particolare, l’esercito russo è riuscito a entrare nella città di Pokrovsk, secondo gli ucraini grazie alla fitta nebbia calata sulla città e i suoi dintorni, mentre nell’oblast di Zaporizhzhia l’esercito di Kiev è stato costretto alla ritirata in cinque insediamenti. I guai per Zelensky non finiscono però qui: oltre alle perdite sul campo, il suo governo è stato travolto da un grande scandalo per corruzione, che ha visto l’arresto di cinque persone tra dirigenti e persone d’affari e che vede coinvolti anche ministri e persone molto vicine al presidente.

Il comandante capo delle forze ucraine, Oleksandr Syrskyi, ha riferito che i russi si trovano in condizione «dominante», ammettendo che la situazione è «notevolmente peggiorata nelle direzioni di Oleksandrivsky e Gulyaipol», dove i russi, in vantaggio tanto numerico quanto di mezzi, hanno preso possesso di tre insediamenti. Combattimenti si sono svolti anche a Rivnopillia e Yablukove, dove «il fuoco incrociato dell’aggressore ha causato perdite significative». Il fronte più difficile rimane quello di Pokrovsk, dove, secondo quanto riferito dall’esercito ucraino, la vittoria del nemico è stata favorita dalle «condizioni meteo avverse» (ovvero da una fitta nebbia), che avrebbe favorito l’ingresso di trecento soldati russi. Secondo l’esercito russo, inoltre, la situazione per gli ucraini sarebbe difficile anche nella città di Kupyansk (regione di Kharkiv), la cui parte orientale sarebbe stata «completamente liberata». «Il nemico non tenta in alcun modo di sfondare le unità circondate», riporta il ministero russo, che riferisce anche della distruzione di vari depositi di munizioni e di materiali.

Oltre alle perdite sul campo, Zelensky si trova anche a dover fare i conti con lo scandalo che ha travolto il suo governo – in particolare, il ministero dell’Energia. L’anticorruzione ha infatti reso noto di aver arrestato cinque persone, tra le quali un uomo d’affari, un ex consigliere del ministro dell’Energia e un dirigente della società nazionale per l’energia atomica Energoatom. Le persone coinvolte avrebbero intascato tangenti dal valore complessivo di circa 100 milioni di dollari, dirottando i fondi che sarebbero serviti a tutelare i civili dai blackout del Paese dovuti anche agli attacchi contro le infrastrutture energetiche condotte dall’esercito russo. Nell’indagine risulterebbero coinvolti anche il ministro della Giustizia ed ex ministro dell’Energia, Herman Galushchenko, e l’imprenditore Timur Mindich, ex socio di Zelensky nella società di produzione televisiva Kvartal 95. Secondo quanto riferito dai media, nelle scorse ore Mindich sarebbe fuggito in Israele, prima che l’Anticorruzione bussasse alla sua porta, facendo perdere le proprie tracce.

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