Negli ultimi due mesi è aumentato notevolmente il numero di giovani che fuggono dall’Ucraina per non arruolarsi nell’esercito, dopo che il presidente Volodymyr Zelensky ha modificato le regole di uscita per gli uomini che non sono ancora idonei al servizio militare, che inizia a 25 anni, alla fine agosto. Nel dettaglio, secondo i dati forniti dalla guardia di frontiera polacca al giornale statunitense Politico, negli ultimi due mesi quasi 100.000 ragazzi ucraini di età compresa tra i 18 e i 22 anni hanno lasciato il loro Paese per rifugiarsi negli Stati vicini o confinanti. Germania e Polonia sono le nazioni che ospitano la più grande popolazione di rifugiati ucraini all’interno dell’Unione europea, ma con l’esodo registrato negli ultimi mesi i due Paesi stanno pensando di porre delle restrizioni alle politiche di accoglienza. Le criticità circa la presenza di un gran numero di giovani ucraini è stata sollevata soprattutto dai partiti più conservatori sia in Germania che in Polonia.
«Non abbiamo alcun interesse che i giovani ucraini trascorrano il loro tempo in Germania invece di difendere il loro Paese», ha dichiarato Jürgen Hardt, un importante deputato del partito conservatore di Merz, aggiungendo che «L’Ucraina prende le sue decisioni, ma la recente modifica della legge ha portato a una tendenza all’emigrazione che dobbiamo affrontare». Similmente, il partito di destra polacco Confederazione in una dichiarazione ha affermato che «La Polonia non può continuare a essere un rifugio per migliaia di uomini che dovrebbero difendere il proprio Paese, mentre grava sui contribuenti polacchi i costi della loro diserzione». Secondo i dati della guardia di frontiera polacca, dall’inizio del 2025 fino ad agosto circa 45.300 uomini ucraini di età compresa tra 18 e 22 anni hanno attraversato il confine con la Polonia, mentre negli ultimi due mesi (settembre e ottobre) il numero è salito a 98.500, ovvero 1.600 al giorno. Prima della modifica della legge, agli uomini di età compresa tra 18 e 60 anni non era consentito lasciare il Paese.
La Germania ospita circa un milione e duecentomila persone fuggite dall’Ucraina in seguito allo scoppio del conflitto nel 2022, mentre la Polonia ne ospita un milione: si tratta di oltre la metà di tutti gli ucraini con status protetto nell’Unione, secondo i dati Eurostat. La questione dei costi per l’accoglienza e il dibattito sui benefici sociali però cominciano a diventare preminenti soprattutto tra i partiti di destra. Stando ai dati per l’agenzia dell’impiego della Germania, circa 490.000 cittadini ucraini in età lavorativa percepiscono indennità di disoccupazione di lungo periodo in Germania. Soprattutto il partito Alternativa per la Germania (AfD), in ascesa nei sondaggi, ha chiesto la sospensione dei sussidi sociali agli ucraini. Inoltre, il partito è noto per essere contrario agli aiuti militari all’Ucraina. Lo stesso governo Mertz, stando a quanto riporta Politico, starebbe preparando un disegno di legge che negherebbe agli ucraini tali prestazioni, vista anche la crescente pressione per ridurre la spesa sociale. Il presidente polacco Karol Nawrocki, invece, ha recentemente posto il veto alla legge sugli aiuti agli ucraini, sostenendo che solo chi lavora e paga le tasse in Polonia ha diritto ai sussidi.
Il caso delle diserzioni di soldati o futuri soldati ucraini all’estero non è un fenomeno nuovo: già nel 2023 Zelensky aveva approvato una legge che prevedeva il rafforzamento delle pene del personale militare in caso di diserzione, inosservanza o critiche degli ordini, provocando la ribellione di molti soldati. Inoltre, era già emerso come molti uomini non fossero disponibili a combattere e per questa ragione le autorità li reclutavano con la forza. L’apparente cambio di passo rappresentato dall’allentamento delle regole per lasciare la nazione da parte di Zelensky in realtà aveva l’obiettivo (fallito) di far rientrare i giovani ucraini dall’estero senza il timore che poi non fossero più autorizzati a partire. Un’altra ragione che ha spinto il governo a modificare le regole era quella di scoraggiare i genitori dal trasferire i figli all’estero all’età di 16 o 17 anni, una tendenza segnalata dalle autorità. «Se vogliamo che i ragazzi restino in Ucraina, dobbiamo prima fare in modo che finiscano la scuola qui e che i genitori non li portino via» aveva detto il presidente ucraino annunciando la modifica della norma in estate, aggiungendo che diversamente avrebbero perso «il loro legame con l’Ucraina».
La modifica del regolamento non ha però prodotto gli effetti sperati. Al contrario, ha incrementato i flussi verso gli Stati europei, confermando come la maggior parte degli uomini ucraini non voglia andare al fronte e, di conseguenza, sia contrario alla guerra a oltranza contro la Russia.




 
         
    
