martedì 28 Ottobre 2025

Per la prima volta in oltre 30 anni i lavoratori Benetton hanno scioperato

Centinaia di lavoratori di Benetton, nota azienda italiana attiva nel settore tessile, hanno scioperato per la prima volta in 30 anni. La decisione di incrociare le braccia arriva in risposta a una e-mail che l’azienda ha inviato a 80 operatori, in cui li avvisa della decisione di applicare contratti di solidarietà per il 90% dell’orario lavorativo di qui al 31 dicembre, che – di fatto – li lascerebbero a casa nove giorni su dieci: la scelta dell’azienda, spiegano i lavoratori, è arrivata improvvisamente, senza alcun preavviso, e con effetto praticamente immediato, entro 3 giorni dall’invio della comunicazione. La protesta ha avuto luogo nello stabilimento di Castrette di Villorba, in provincia di Treviso, che conta circa 750 lavoratori, e ha visto la partecipazione del 75% del personale.

Lo sciopero dei lavoratori di Benetton si è svolto nella giornata di ieri, lunedì 27 ottobre; i lavoratori hanno incrociato le braccia per due ore nel primo turno del mattino, tra le 10 e le 12, e la protesta è continuata nel pomeriggio, quando vi si sono uniti gli operatori dei turni pomeridiano e serale. La manifestazione è iniziata nel piazzale davanti allo stabilimento, ma l’azienda ha impedito a giornalisti, fotografi e operatori mediatici di accedere al sito; i lavoratori si sono dunque spostati all’esterno del perimetro del complesso, sulla strada provinciale “Postumia”. Allo sciopero hanno aderito le rappresentanze sindacali interne e i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil: i sindacati non si sono detti contrari all’applicazione di misure di ammortizzatori sociali nei confronti dei lavoratori; piuttosto hanno contestato la radicalità della misura e le modalità dell’azienda, che ha preso la decisione di applicare unilateralmente contratti di solidarietà per un quantitativo «sproporzionato» di ore, senza prima consultare gli organi di rappresentanza.

I contratti di solidarietà sono una forma di ammortizzatore che prevede la riduzione dell’orario lavorativo dei dipendenti a cui sono indirizzati, riducendo conseguentemente i costi dell’azienda; l’INPS interviene versando l’80% della retribuzione non corrisposta, per compensare le ore non lavorate ai dipendenti coinvolti dalla misura. Già l’anno scorso, i sindacati avevano concordato con l’azienda l’applicazione di contratti di solidarietà per il 40% delle ore, e incentivi al 30% per l’esodo volontario; i sindacati chiedono l’applicazione di misure meno drastiche nella riduzione dell’orario e di fare ruotare il personale lasciato a casa. «E ancora, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil chiedono con urgenza chiarimenti relativamente al piano industriale dell’azienda per comprendere fino in fondo le prospettive future e le strategie strutturali che consentano di superare la fase di difficoltà senza penalizzare in alcun modo i lavoratori».

Lo sciopero di ieri è stato il primo degli ultimi 30 anni per i lavoratori del gruppo. Benetton è infatti in crisi da tempo. Dal 2012 a oggi, le vendite dell’azienda sono dimezzate, passando da circa 2 miliardi a poco più di un miliardo. Nell’ultimo anno l’azienda ha chiuso 500 negozi su circa 3.000, e nel primo semestre ha ottenuto ricavi per 279 milioni contro i 296 dell’anno prima.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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