martedì 28 Ottobre 2025

Netanyahu ha ordinato attacchi “immediati e potenti” nella Striscia di Gaza

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato al proprio esercito di «lanciare immediatamente potenti attacchi sulla Striscia di Gaza». L’annuncio è stato dato dall’ufficio del primo ministro, che ha spiegato che la scelta del premier segue una serie di consultazioni avviate oggi, martedì 28 ottobre, in seguito al processo di identificazione della salma dell’ultimo ostaggio consegnato alla Croce Rossa da Hamas; Israele accusa il gruppo palestinese di avere in realtà consegnato i resti di un ostaggio già recuperato dalle IDF nel 2023. Non è ancora chiaro quale sarà l’intensità della nuova aggressione israeliana su Gaza, né a cosa essa miri; lo stesso esercito israeliano ha fatto sapere di avere concordato con il ministro della Difesa Israel Katz la rimozione delle restrizioni imposte alle proprie truppe, dando campo libero ai soldati per operare anche oltre la cosiddetta linea gialla” dietro la quale dovrebbero rimanere stazionati.

L’annuncio dell’ufficio del primo ministro è giunto oggi alle 17:21 (ora italiana); qualche ora prima, attorno alle 11, lo stesso ufficio aveva fatto sapere che in seguito alle operazioni di identificazione della salma dell’ostaggio, le autorità avrebbero scoperto che i resti consegnati da Hamas fossero in realtà quelli di Ofir Tzarfati, soldato recuperato in una operazione militare nel dicembre del 2023. Per tale motivo, comunicano i media israeliani, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich avrebbe esercitato pressione su Netanyahu, chiedendo al premier di indire una riunione emergenziale di sicurezza per discutere dei prossimi passi. L’emittente israeliana Channel 13 riporta che durante la riunione sarebbero state avanzate tre ipotesi: limitare gli aiuti umanitari, occupare territori, e attaccare Gaza. Non è ancora chiara la portata degli attacchi che dovrebbero seguire all’annuncio di Netanyahu, ma secondo quanto comunicano anche le stesse IDF sembra che sarebbe stata scelta la terza opzione, che, di fatto, coincidealmenoanche con la prima. Il portavoce dell’esercito ha infatti reso noto che avrebbe rimosso le restrizioni imposte alle proprie truppe stazionate a Gaza a partire dalle 18 israeliane (le 17 italiane). 

Nel frattempo, tanto i giornali israeliani quanto quelli arabi riportano di presunti scontri tra le forze israeliane e i gruppi di resistenza nel sud della Striscia, a Rafah; Rafah è il capoluogo dell’omonimo Governatorato, quello situato nell’estremo sud della Striscia, al confine con l’Egitto, e risulta sotto controllo israeliano da mesi. Le brigate di Al Qassam, braccio armato affiliato ad Hamas, invece, hanno annunciato di avere trovato il corpo di un altro ostaggio, e che ne avrebbero ritardato la consegna in caso di ulteriori violazioni dell’accordo da parte di Israele; quella di oggi, non è infatti la prima volta che Israele viola i termini della tregua: La più violenta violazione è avvenuta domenica 19 ottobre, quando Israele ha sganciato 153 tonnellate di bombe, uccidendo quasi 100 persone in un giorno solo.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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