Il presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia (API), Mohammad Hannoun, non potrà mettere piede a Milano per un anno a causa di un foglio di via notificatogli nelle ultime ore. Oltre all’allontanamento, Hannoun è stato anche denunciato per istigazione alla violenza. «Mi dispiace di questo atto di aggressione nei miei confronti — ha commentato il presidente dell’API — che arriva mentre il nostro governo è complice diretto del genocidio a Gaza, dove fornisce armi per sterminare i gazawi». A quanto pare, i provvedimenti sarebbero nati in risposta ad alcune frasi che Hannoun avrebbe pronunciato durante il corteo del 18 ottobre scorso, commentando le esecuzioni pubbliche di Hamas: «Tutte le rivoluzioni del mondo hanno le loro leggi. Chi uccide va ucciso, i collaborazionisti vanno uccisi. Oggi l’Occidente piange questi criminali, dicono che i palestinesi hanno ucciso poveri ragazzi. Ma chi lo dice che sono poveri ragazzi?».
Secondo il questore di Milano, Bruno Megale, che ha firmato il foglio di via per Mohammad Hannoun, quest’ultimo si sarebbe reso protagonista di una serie di comportamenti “ritenuti idonei a turbare l’ordine e la sicurezza pubblica”, manifestando “una pervicace inclinazione a commettere reati contro l’ordine pubblico”. Ancora, secondo questa ricostruzione, il presidente dell’API risulta “esprimere una pericolosità sociale concreta e attuale”. Dura la reazione dell’associazione palestinese, che ha bollato il provvedimento come «un chiaro tentativo di intimidire chi si espone con coraggio e coscienza, per difendere la verità e denunciare crimini contro il popolo palestinese». «Colpire Hannoun — continua l’API — significa colpire chi, da più di quarant’anni, vive in Italia come parte attiva della comunità, portando avanti la voce dei senza voce, degli oppressi, di chi non ha mai smesso di credere nella giustizia. La sua presenza, la sua parola e il suo impegno sono testimonianze viventi di una storia di resistenza che attraversa frontiere e generazioni».
Come ammesso dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, Mohammad Hannoun «è attentamente monitorato dalle autorità competenti». D’altronde, soltanto un anno fa il presidente dell’API è stato raggiunto dal medesimo schema repressivo: foglio di via (di 6 mesi) accompagnato da una denuncia per istigazione a delinquere. Quello di Mohammad Hannoun non è tuttavia un caso isolato. L’anno scorso Zulfiqar Khan, l’Imam di Bologna, è stato espulso dall’Italia per le sue posizioni a sostegno della resistenza palestinese. A inizio 2024, per via di alcuni post pubblicati sui suoi profili social, nei quali era evidente il supporto alla Palestina e la critica al sionismo, un ventottenne è stato denunciato ai sensi dell’art. 270 bis c.p. (associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico), antisemitismo e incitamento alla jihad (o guerra santa).





