sabato 11 Ottobre 2025

Lituania: mobilitati migliaia di soldati e cittadini per simulare un’invasione russa

La Lituania ha dato il via alla esercitazione militare “Vycio Skliautas 2025”, una delle più ampie della storia del Paese. L’esercitazione ha lo scopo di verificare la tempestività di reazione dello Stato in caso di attacco, inscenando una ipotetica invasione russa. Durante le esercitazioni verranno effettuate evacuazioni di civili e test di risposta a eventuali minacce ibride nelle infrastrutture e nei servizi essenziali, come gli ospedali. Nel corso dell’addestramento, che durerà fino all’11 ottobre, verranno mobilitate oltre 2.000 persone tra cui 1.200 funzionari e ufficiali e circa 1.000 volontari. Le esercitazioni si svolgeranno in tutte le 60 municipalità del Paese, e interesseranno 115 istituzioni e agenzie.

Gli scenari previsti dall’esercitazione sono particolarmente articolati e includono l’evacuazione dei civili dalla stazione ferroviaria di Vilnius verso altre municipalità, l’attivazione dei sistemi di allerta pubblica attraverso sirene, notifiche mobili e messaggi sui media, e una prova dedicata alle risposte in caso di attacco aereo. «Le esercitazioni aiuteranno a verificare la prontezza istituzionale nel funzionare in condizioni di mobilitazione, garantire la continuità delle operazioni, testare la cooperazione civile-militare e identificare i punti deboli», ha dichiarato il vice ministro della Difesa Tomas Godliauskas. Particolare attenzione viene dedicata alla protezione delle infrastrutture critiche e alla continuità dei servizi essenziali. Gli ospedali praticheranno la modalità di mobilitazione per garantire l’assistenza sanitaria, mentre le unità di comando locali si eserciteranno a proteggere i punti strategici in collaborazione con le agenzie civili. Le autorità hanno posto l’accento sulla cooperazione interistituzionale: insieme alle forze armate partecipano il Servizio di Guardia di Frontiera, il Servizio di Protezione dei Dignitari, la polizia e numerose ONG, oltre a quattro grandi catene della grande distribuzione alimentare che collaborano alla pianificazione della continuità dei servizi.

A provvedere al coordinamento delle funzioni essenziali dello Stato durante la simulazione sarà il Centro Operativo di Mobilitazione dello Stato, che coinvolge personale dell’Ufficio del Governo, di tutti i Ministeri, del Dipartimento di Mobilitazione e Resistenza Civile, del Dipartimento di Sicurezza dello Stato, dello Stato Maggiore delle Forze Armate, della Corte Suprema, della Banca di Lituania e altri enti. «In questi tempi difficili, le istituzioni della Lituania, le ONG e i cittadini stanno facendo molto per prepararsi alle minacce emergenti: questa unità è la nostra forza», ha dichiarato la premier Inga Ruginiene, aggiungendo che «anche i piani migliori devono essere testati nella pratica». Le parole del primo ministro sottolineano la portata storica di un’esercitazione che rappresenta «uno dei test di preparazione più importanti per l’intero Stato» nel contesto delle crescenti tensioni con la Russia.

Nel frattempo, proprio in Lituania la Germania sta costruendo una nuova base militare NATO. La struttura sorgerà a Rudninkai, al confine con la Bielorussia. Nell’estate 2024 si è svolta la cerimonia di inizio dei lavori di costruzione: la base, una volta completata alla fine del 2027, ospiterà fino a 4.000 soldati tedeschi pronti al combattimento. Il progetto di costruzione è uno dei più grandi nella storia della Lituania. Anche nella vicina Lettonia, in particolare ad Adazi, saranno aperti impianti di stoccaggio e manutenzione di veicoli corazzati, finanziati dal Canada. Gli impianti saranno utilizzati per ospitare i carri armati della Brigata e altri veicoli corazzati, oltre a fornire aree protette per la loro manutenzione.

Nel contesto di generale ostilità che oppone i Paesi baltici alla Russia, l’Estonia ha recentemente aggiunto un ulteriore tassello nelle azioni contro la Nazione eurasiatica confinante, decidendo ad agosto di installare cancelli scorrevoli e blocchi stradali nei tre valichi di frontiera estoni con la Russia per bloccare la circolazione di persone e veicoli in pochi secondi. I Paesi baltici sono saldamente schierati a fianco dell’Ucraina e non sono inclini a concessioni o negoziati per risolvere il conflitto. Negli stessi giorni, infatti, hanno dichiarato in una nota – insieme a Danimarca, Norvegia, Finlandia, Islanda e Svezia – di «riaffermare il principio secondo cui i confini internazionali non possono essere modificati con la forza», rifiutando quindi l’ipotesi che attraverso i negoziati possa essere modificato lo status ucraino dei territori conquistati dall’esercito russo.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

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