I leader dei Ventisette, riuniti a Copenaghen in un vertice europeo informale, hanno deciso di conferire ai ministri della Difesa un ruolo “più incisivo” nella gestione della sicurezza comune, attribuendo loro maggiore autonomia politica e operativa fra una sessione del Consiglio europeo e l’altra. Antonio Costa, Presidente del Consiglio europeo, ha spiegato che il rafforzamento mira a superare il modello attuale, nel quale i ministri sono confinati all’ambito del Consiglio Affari Esteri, e a integrarli più direttamente nei processi decisionali tra i più alti vertici dell’Unione. Sull’Ucraina l’unità dei Ventisette inciampa nelle resistenze di Budapest. Il premier Viktor Orban ha ribadito con fermezza che, per Kiev, “basta accordo strategico, non un’adesione” all’UE. Orban si è opposto anche all’idea di aprire capitoli di adesione a maggioranza qualificata, sostenendo che “mai e poi mai” Budapest acconsentirà a modifiche del meccanismo decisionale. L’esito del vertice appare, quindi, doppio: mentre l’UE prova a dotarsi di una struttura difensiva più integrata, il dissenso intraeuropeo, in particolare sull’allargamento verso l’Ucraina, resta una spina nel fianco della politica comunitaria.