martedì 23 Settembre 2025

Gli incidenti petroliferi in mare sono drasticamente diminuiti negli ultimi decenni

Negli ultimi cinquant’anni, gli sversamenti di petrolio dalle navi petrolifere sono diminuiti di trenta volte. A dirlo sono le statistiche dell’International Tanker Owners Pollution Federation (ITOPF), una delle principali fonti di studio e consulenza tecnica marittima dell’ambito. Secondo i dati dell’ITOPF, nel 2024, il volume totale di petrolio disperso nell’ambiente a causa delle fuoriuscite di navi cisterna è stato di circa 10.000 tonnellate, contro le oltre 300.000 che si registravano con cadenza quasi annuale negli anni ’70. Tale miglioramento avviene a fronte dell’aumento del commercio e della produzione di petrolio globale ed è frutto delle più strette regole e del miglioramento tecnico delle imbarcazioni implementati dalla comunità internazionale negli ultimi decenni.

L’ITOPF gestisce un database degli sversamenti di petrolio da navi cisterna, unità galleggianti di stoccaggio e produzione, e chiatte. Gli sversamenti sono catalogati in base alla quantità di petrolio fuoriuscito: quelle minori di 7 tonnellate sono considerate piccole, quelle tra le 7 e le 700 tonnellate sono considerate medie, e quelle superiori alle 700 tonnellate sono considerate grandi. Nel 2024, senza contare le piccole fuoriuscite, si sono verificati un totale di 6 sversamenti grandi e 4 sversamenti medi. Gli sversamenti di grandi dimensioni si sono verificati in Sud America, Asia ed Europa; di quelli di medie dimensioni, invece, due si sono verificati in Europa, uno in Asia e uno in Nord America. Questi dati, scrive l’ITOPF, portano la media decennale a 7,4 sversamenti medi o grandi all’anno: un leggero aumento rispetto alla media degli anni 2010, sottolinea l’istituto, ma una drastica riduzione rispetto ai numeri degli ultimi decenni.

Negli anni ’70, la quantità di petrolio sversato in mare era ben più ingente, e gli incidenti più numerosi. Negli ultimi cinquant’anni, gli sversamenti superiori alle 7 tonnellate sono diminuiti del 90%, e la quantità media di petrolio fuoriuscito è diminuita di decine di volte. Questo miglioramento è stato graduale: negli anni ’90 si sono verificati 358 sversamenti medi o grandi, e sono state versate in mare 1.134.000 tonnellate di petrolio; negli anni 2000 si sono verificati 181 sversamenti di oltre 7 tonnellate, con una perdita di 196.000 tonnellate di petrolio; negli anni ’10 del nuovo millennio si sono verificati 63 sversamenti grandi e medi, con una perdita di 164.000 tonnellate di petrolio; dal 2020 a oggi, infine, si sono verificate 37 fuoriuscite di petrolio di 7 tonnellate o più, con una conseguente perdita di 38.000 tonnellate di petrolio. «I miglioramenti ottenuti sono il risultato di un processo continuo che ha comportato l’emanazione di numerose normative a livello nazionale e internazionale», si legge in uno studio apparso sulla rivista National Library of Medicine. Essi sono frutto del miglioramento delle regole e delle pratiche di bordo, della implementazione del sistema a doppio scafo sulle navi petrolifere e dell’aumento dei controlli sulle imbarcazioni.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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