Succede in Italia, per la precisione nella civile Toscana, anno 2025: 80 anni dopo la fine del fascismo e 55 dopo l’approvazione dello Statuto dei lavoratori, che stabilì la tutela inviolabile della libertà e della dignità dei lavoratori e dell’attività sindacale. Un gruppo di operai di una stireria industriale, nel distretto della moda di Prato, è al sesto giorno di sciopero per denunciare l’uso di contratti pirata e orari di lavori di 12 ore al giorno per sette giorni la settimana. Arriva la titolare della fabbrica, che distrugge i gazebi del presidio sindacale e prende a pugni e calci gli operai. Poi arriva una macchina, dalla quale scendono degli uomini che iniziano a rincorrere gli operai e a prenderli a pugni in faccia e in testa. Un lavoratore rimane a terra, deve portarlo via l’ambulanza. È tutto vero, testimoniato dal video registrato dagli stessi lavoratori. Ed è vero anche che le reazioni da parte del governo sono state pressochè nulle e la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, non ha pronunciato una parola sull’accaduto.
È trascorso appena un anno dalla brutale aggressione contro i lavoratori del tessile di Seano, a pochi chilometri da Montemurlo, distretto del tessile di Prato. Nella notte del 9 ottobre 2024, uomini vestiti di nero fecero irruzione al picchetto della pelletteria Confezione Lin Weidong, pestando gli operai con spranghe di ferro. Secondo il sindacato, si trattava di soggetti ingaggiati dall’azienda per “punire” la protesta dei lavoratori che denunciavano turni massacranti da 12 ore al giorno, 7 giorni a settimana, spesso in assenza di contratti regolari. E non era nemmeno la prima volta che si verificavano episodi simili, raccontava allora SUDD Cobas a L’Indipendente. Oggi, la storia torna a ripetersi.
Gli operai della stireria Alba Srl erano in sciopero dall’11 settembre scorso, «per difendere il posto di lavoro e i diritti conquistati». Fino al gennaio di quest’anno infatti, gli operai (impiegati nella confezione di abiti di alta moda) erano assunti da ForService Srls, pur lavorando per Alba Srl, e nonostante svolgessero mansioni di stiro e cucito veniva loro applicato il CCNL Pulizie – con paghe nettamente inferiori a quelle dovute. Prima ancora, spiega SUDD Cobas, erano impiegati presso ReStiro Srl, sparita dopo alcuni mesi senza pagare stipendi e TFR. Grazie alle lotte sindacali i lavoratori hanno ottenuto di essere assunti direttamente da Alba Srl, ma ad aprile le macchine da cucire sono state nuovamente spostate senza spiegazione in uno stabilimento di ForService. L’intento dell’azienda, spiega il sindacato, era probabilmente quello di svuotare e chiudere lo stabilimento senza dire nulla ai dipendenti, che a fine agosto sono stati anche lasciati a casa tre settimane dopo che le forti piogge avrebbero danneggiato le macchine da stiro (ma senza che l’azienda fornisse al sindacato alcuna prova che questo fosse accaduto). Il tutto, in un contesto lavorativo «drammatico»: i lavoratori venivano «reclutati anche in altre città da un caporale e costretti a turni di dodici ore al giorno oltre che a vivere in una sorta di segregazione tra la fabbrica e l’alloggio fornito dallo stesso caporale».
Da qui la protesta. Alla quale l’azienda ha risposto con la violenza. «I brand committenti non pensino di essere estranei», sottolinea il sindacato, chiamando la popolazione alla mobilitazione, «quello che è accaduto all’Alba Srl li riguarda direttamente». A fronte di una situazione di reiterata violenza, irregolarità e sfruttamento che riguarda un intero comparto, la politica non si è smossa più di tanto. Marco Grimaldi, di AVS, ha parlato di «violenza inaudita nel silenzio del governo Meloni», mentre Cecilia Guerra (PD) ha parlato di «scene intollerabili di violenza e sfruttamento». Dalla ministra del Lavoro Calderone, nemmeno una parola.
Il governo sbaglia a non intervenire pesantemente sull’azienda, secondo me con chiusura per mesi è obbligo di pagare gli stipendi giusti, MA, SE esistessero i sindacati, oggi ci sarebbero stati presidi ai cancelli di ogni fabbrica d’Italia e per la prima volta in 30 anni avrei scioperato.
L’italia (volutamente scritto senza maiuscola) è diventato ormai un paese del quale vergognarsi, anche grazie all’attuale governo di mafiosi,criminali, fascisti!