giovedì 11 Settembre 2025

I robotaxi provano ad allargarsi al mercato europeo

Uber, colosso della mobilità, ha iniziato a fare chiarezza sui suoi piani per portare i robotaxi nell’Unione Europea. In collaborazione con la cinese Momenta, specializzata in sistemi di guida autonoma, l’azienda prevede di avviare i primi test a Monaco di Baviera nel 2026, con l’idea di espandersi successivamente in altri Paesi. Se il progetto dovesse andare in porto, rappresenterebbe un precedente importante per l’intero settore, che finora ha mostrato prudenza di fronte alle regole e alle complessità del mercato europeo.

Che le due aziende avessero intenzione di compiere un simile passo era cosa nota già da maggio. Ora sappiamo il dove e abbiamo una finestra di massima del quando, inoltre abbiamo conferma che in questa prima fase di implementazione i veicoli avranno a bordo un supervisore umano, il quale avrà il compito di monitorare il funzionamento della strumentazione e di assumere il controllo del mezzo in caso di necessità. L’obiettivo finale, però, è quello di offrire un servizio di guida autonoma di livello 4, in grado di muoversi senza autista di supporto all’interno di zone ben delimitate della città.

Resta da capire se le aziende abbiano già fatto richiesta e ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie oppure se stiano procedendo a piccoli passi, accettando compromessi. A seconda di quanto saranno caute le autorità, è probabile che la presenza di personale a bordo potrebbe protrarsi per mesi, se non addirittura per anni, periodo che le aziende potrebbero comunque sfruttare per mappare nei dettagli la viabilità della città. Anche perché, sostiene Uber, la città non è stata scelta per la navigabilità delle sue strade, ma per il suo retaggio ingegneristico e il ruolo di primo piano che ricopre all’interno dell’industria automobilistica europea.

Uber non è l’unica impresa di robotaxi a guardare con interesse all’Europa. La rivale Lyft ha stretto una partnership con la cinese Baidu per portare i veicoli Apollo Go in Germania e Regno Unito, ponendosi a sua volta l’obiettivo di lanciare il servizio nel 2026. Non sono però ancora state esplicitate con precisione le aree di sperimentazione, segno che lascia a intendere che ci siano ancora dettagli da chiarire coi governi delle due nazioni, prima che le intenzioni assumano una forma concreta.

Baidu, muovendosi in solitaria, ha anche in programma di far debuttare i suoi taxi autonomi in Svizzera, a Zurigo, a partire dall’anno prossimo. E proprio Svizzera e Francia stanno già sperimentando navette senza conducente, con WeRide che ha avviato test all’aeroporto di Zurigo lo scorso gennaio e nel polo direzionale di Rovaltain a marzo. Sul fronte delle aziende europee, la tedesca Volkswagen sta cercando da anni di lanciare Moia attraverso il progetto ALIKE, un servizio di van autonomi che dovrebbe assumere una dimensione più significativa nelle strade di Amburgo a partire dall’inizio del 2027.

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Walter Ferri

Giornalista milanese, per L’Indipendente si occupa della stesura di articoli di analisi nel campo della tecnologia, dei diritti informatici, della privacy e dei nuovi media, indagando le implicazioni sociali ed etiche delle nuove tecnologie. È coautore e curatore del libro Sopravvivere nell'era dell'Intelligenza Artificiale.

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1 commento

  1. Per vincere coi robotaxi servono auto, dati e visione superumana. Tesla ha tutto questo. Ad Austin, in soli 2 mesi, offre un servizio migliore di Waymo (5 anni di esperienza) a un costo 5 volte inferiore a Uber. Quest’ultima tra pochi anni potrebbe essere storia.

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