In una risposta a una lettera inviata ieri dalla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein nella quale si chiedevano garanzie per la tutela degli italiani salpati a bordo della Global Sumud Flotilla, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha replicato che «il Governo italiano assicura che saranno adottate tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all’estero in situazioni analoghe, come sempre garantito finora». La risposta arriva in un clima di forte pressione mediatica per le istituzioni italiane, che fino ad ora non si erano pronunciate in merito a eventuali provvedimenti da attuare qualora Israele decidesse di mettere a rischio la vita degli attivisti partiti sulla flotta composta da decine di imbarcazioni cariche di aiuti umanitari per la popolazione di Gaza.
La presidente del Consiglio ha tuttavia voluto sottolineare come, per consegnare cibo alla popolazione di Gaza, sarebbe stato possibile «avvalersi di canali alternativi e più efficaci», tra i quali quelli «finora attivati dal Governo italiano, che, come è noto, svolge un ruolo di primo piano nel prestare assistenza alla popolazione civile attraverso l’iniziativa umanitaria “Food for Gaza”, con cui è stato possibile distribuire oltre 200 tonnellate di generi di prima necessità, aiuti alimentari e sanitari, toccando anche le aree più isolate e difficilmente raggiungibili della Striscia». Così facendo, sottolinea Meloni (che pur riconosce la «finalità simbolica o politica» della missione), si «eviterebbe di esporre i partecipanti all’iniziativa “Global Sumud Flotilla” ai rischi derivanti dal recarsi in una zona di crisi», oltre che evitare al governo e alle autorità statuali gli oneri derivanti dalla gestione della problematica.
La posizione della presidente del Consiglio arriva a quattro giorni di distanza dalla partenza della Global Sumud Flotilla da Genova. In questi giorni, gli attivisti hanno già segnalato in più occasioni la presenza di droni israeliani che sorvolavano le imbarcazioni, mentre il ministro israeliano dell’estrema destra Ben Gvir ha già annunciato che i volontari della flotta saranno trattati alla stregua dei «terroristi» se dovessero proseguire nel loro viaggio verso Gaza. I «rischi derivanti dal recarsi in una zona di crisi», dunque, dipendono del tutto dalle azioni di Israele che, in un clima di impunità generale, ha già negli scorsi mesi dirottato illegalmente imbarcazioni umanitarie dirette a Gaza e sequestrato l’equipaggio che vi era a bordo.
Le parole del governo sulla crisi umanitaria scatenata da Israele a Gaza, inoltre, contrastano con la realtà dei fatti: mentre da un lato va sottolineato che nella sola città di Genova la mobilitazione dal basso ha permesso la raccolta di trecento tonnellate di aiuti umanitari, poi caricati sulle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla (più di quante il governo dichiari di averne consegnate con l’iniziativa Food for Gaza), dall’altro va specificato come la complicità con il governo israeliano sia tutt’ora all’attivo. L’Italia (come l’UE) non ha adottato alcuna misura concreta per fermare il massacro in atto, confermando al contrario la cooperazione militare con Israele e inviando armi a Tel Aviv anche dopo l’inizio del genocidio. E quando, nel luglio di quest’anno, Israele ha illegalmente dirottato le navi della Freedom Flotilla e arrestato l’equipaggio, tra cui vi erano due italiani, il governo ha evitato di pronunciarsi pubblicamente o di muovere critiche contro Tel Aviv – anche se i due governi erano in contatto.
La risposta di Giorgia Meloni, dunque, sembra configurarsi come una scelta politica dettata soprattutto dalla grande pressione mediatica che accompagna l’iniziativa della flotta Sumud (dove sono imbarcati anche quattro parlamentari italiani), sulla quale sono puntati gli occhi di una porzione sempre più grande della popolazione civile.
Possiamo dormire sonni tranquilli allora…
Se l’IDF attaccherà il convoglio altro che antisemitismo…
Sentire le dichiarazioni di costei e di Tajani è uno degli esercizi più sgradevoli che conosca
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