Papa Leone incontrerà domani in Vaticano il presidente israeliano Isaac Herzog. Pronto dunque il riallineamento della Chiesa Cattolica verso lo Stato ebraico, dopo gli ultimi anni del Pontificato di Bergoglio segnati da una forte critica verso i crimini israeliani in Palestina. Dal 7 ottobre 2023 fino alla sua morte, infatti, Papa Francesco non aveva mai incontrato i leader di Tel Aviv, ospitando invece il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen. L’incontro tra Leone e Herzog verterà su diverse questioni, come la liberazione degli ostaggi israeliani, la lotta all’antisemitismo e la protezione delle comunità cristiane in Medio Oriente, le stesse che Israele attacca nella Striscia di Gaza da due anni a questa parte. L’annuncio dell’incontro arriva a poche ore dal proclama del ministro israeliano Ben Gvir, secondo cui «gli europei proveranno il terrorismo in prima persona».
L’incontro tra Herzog e il Papa si terrà domani, giovedì 4 settembre, alle ore 10, presso il Palazzo Apostolico. Lanciata la notizia dell’incontro, l’ufficio del presidente Herzog ha rilasciato una nota in cui afferma che l’incontro sarebbe stato organizzato su richiesta del Papa; il portavoce del Vaticano, Matteo Bruni, tuttavia, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha specificato che «è prassi della Santa Sede acconsentire a richieste di udienza rivolte al Pontefice da parte di capi di Stato e di governo, non è prassi rivolgere loro inviti». Secondo i quotidiani israeliani, Herzog pianificava di visitare il Vaticano mesi fa, quando Papa Francesco era gravemente malato; l’incontro di domani, specificano, sarebbe stato organizzato dopo l’insediamento di Leone XIV.
Sin dal suo insediamento, Papa Leone ha ricollocato la Chiesa su una traiettoria più moderata nella sua denuncia dei massacri a Gaza. Il pontefice ha raramente mosso critiche dirette nei confronti della condotta israeliana, e si è spesso limitato a lanciare generici appelli per la pace. Comportamento opposto a quello del suo predecessore, Francesco, che dal 7 ottobre 2023 si è sempre tenuto in contatto con la parrocchia di Gaza e non ha mai ricevuto leader israeliani in Vaticano, criticandoli apertamente. In generale, negli ultimi due anni, i rapporti tra Israele e la chiesa cattolica sono peggiorati notevolmente. In tal senso, ricevere Herzog mentre il Paese di cui è presidente è accusato per genocidio risulta fortemente simbolico. Il presidente, come il primo ministro Netanyahu, su cui pende un mandato di arresto internazionale con l’accusa di aver commesso crimini di guerra, è uno dei più fervidi sostenitori di posizioni razziste nei confronti dei palestinesi, come dimostrato all’indomani del 7 ottobre, quando definì «l’intera nazione responsabile» degli atti di quello che Israele definisce «terrorismo», sostenendo che a Gaza «non ci sono civili innocenti».
Dopo la fumata bianca ho immaginato che con un Papa americano (del Nord) la politica vaticana sarebbe mutata. E, per una “strana” coincidenza, è ciò che accade.
Basta sapere che è americano
Lo schifo continua!