lunedì 1 Settembre 2025

Israele ha annunciato l’intenzione di “stabilire la propria sovranità” sulla Cisgiordania

Israele vuole estendere la propria sovranità sulla Cisgiordania. La notizia ha iniziato a circolare timidamente la scorsa settimana, dopo il misterioso vertice tenutosi a Washington tra Trump, Rubio, l’ex premier britannico Tony Blair e due ministri israeliani, ed è poi emersa con sempre maggiore intensità. Secondo i funzionari israeliani, l’annuncio dovrebbe arrivare entro settembre e sarebbe una risposta alle dichiarazioni di intenti da parte degli Stati europei di riconoscere la Palestina. Dentro il governo, si sta ancora discutendo su cosa e quanto dichiarare territorio israeliano, quando farlo e come comunicarlo all’esterno: Netanyahu vuole annettere circa un terzo del territorio, mentre i più estremisti, come il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, puntano all’annessione completa. Quello che è certo è che le annessioni ci saranno, e che tutto il governo è d’accordo sulla questione.

La discussione sull’annessione della Cisgiordania è emersa dopo l’incontro tra il Segretario di Stato statunitense Marco Rubio e il ministro Sa’ar tenutosi a Washington la scorsa settimana, tanto che c’è chi ritiene che sia stata lanciata proprio nel corso del vertice. È stata tuttavia ripresa con maggiore vigore ieri, domenica 31 agosto, dopo un vertice del gabinetto di sicurezza israeliano. Le ricostruzioni dei media, che sostengono di aver parlato con diversi funzionari statunitensi e israeliani, sono diverse. Secondo il sito di informazione israeliano Walla, il governo starebbe ancora discutendo sull’estensione della porzione di Cisgiordania da annettere: c’è chi ritiene che Israele debba limitarsi a riconoscere gli insediamenti già costruiti e le strade che li collegano (che costituiscono circa il 10% della Cisgiordania); chi, come Netanyahu, vuole estendere la sovranità anche alla Valle del Giordano (circa il 30% della Cisgiordania); chi, come il ministro degli Affari Strategici Ron Dermer, vuole annettere l’intera area C (quella che secondo gli accordi di Oslo sarebbe sotto controllo israeliano e costituisce il 60% circa del territorio); e chi invece pensa che la sovranità vada estesa a tutta la Cisgiordania, come il ministro Smotrich. Rispondendo alla proposta di Netanyahu, emersa pubblicamente, Smotrich ha affermato: «Non stiamo facendo un lavoro a metà o per un quarto; stiamo applicando la sovranità israeliana all’intera area. Semplicemente perché questo è il nostro Paese».

Il sito di informazione statunitense Axios ha raggiunto l’ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee, che ha affermato di non sapere quanto l’annessione pianificata sia estesa e che gli USA non hanno ancora una posizione a riguardo. I funzionari israeliani sentiti da Axios, tuttavia, sono sicuri che troveranno l’appoggio di Trump. Huckabee ha spiegato che il dibattito sarebbe emerso in risposta agli annunci europei sul riconoscimento della Palestina, ipotesi appoggiata anche da altri funzionari israeliani e da testimonianze apparse sul quotidiano israeliano Maariv, uno dei maggiori del Paese. Sebbene le modalità dell’annuncio e la porzione di territorio da annettere siano ancora in discussione, tutte le fonti concordano sul fatto che il governo è d’accordo nel ritenere che le annessioni vadano fatte.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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