giovedì 17 Luglio 2025

Lo scandalo dell’urbanistica che scuote Milano viene da lontano

Le istituzioni milanesi sono piombate nel caos. La Procura di Milano ha richiesto la disposizione di sei misure di custodia cautelare, di cui quattro in carcere e due agli arresti domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta urbanistica che da mesi sta interessando i piani alti del potere e dell’urbanistica milanese. Tra questi, spiccano i nomi del presidente di COIMA, Manfredi Catella e dell’assessore alla Rigenerazione Urbana del comune di Milano Giancarlo Tancredi. La nuova inchiesta aperta dalla Procura svelerebbe gravi illeciti nell’ambito dell’urbanistica meneghina; le ipotesi di reato includono corruzione, falsità ideologica, velocizzazione illegale dei permessi edilizi, conflitto d’interessi e promozione di pratiche speculative. Secondo alcuni giornali risulterebbe indagato anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, che sarebbe stato a conoscenza delle manovre illecite. Le radici del problema, tuttavia, affondano in anni di cattive pratiche fondate su corruzione e speculazione, che hanno accompagnato lo svilupparsi della città “che non si ferma mai”. 

Tra le misure cautelari emerge anche la figura di Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione Paesaggio, riconfermato per il quadriennio 2025-2028, su proposta dello stesso Tancredi. Secondo le accuse Marinoni avrebbe ordito dal 2021 una trama atta a costruire un «piano di governo del territorio ombra» con il fine di garantire gli interessi privati del settore urbanistico e immobiliare a discapito di quelli pubblici.

La commissione presieduta da Marinoni avrebbe sbloccato progetti urbanistici su pressione dei vari colossi dell’architettura e della politica milanese. Di questo circolo farebbero parte Catella, Tancredi, Stefano Boeri e lo stesso Sala. Le indagini della procura mettono così in evidenza pratiche opache, tra le quali rientra la riconferma nel dicembre 2024 di Marinoni alla presidenza della commissione, nonostante le indagini a suo carico messe in moto nel novembre dello stesso anno.

Marinoni avrebbe ricevuto quindi incarichi di consulenza dalle aziende private, che finivano per essere esaminate dalla stessa Commissione Paesaggio di cui è presidente. Le istituzioni politiche comunali venivano spinte ad approvare queste opere grazie all’influenza di Giancarlo Tancredi, uomo di fiducia di Beppe Sala. Sono numerose le opere d’architettura coinvolte: il Pirellino, i Bastioni di Porta Nuova, Goccia-Bovisa e lo Scalo di Porta Romana sono solo alcuni dei progetti illeciti che sembrano coinvolgere anche le principali aziende immobiliari della città, da Unipol a Hines, nonostante non figurino al momento tra le liste degli indagati.

Richiesta la detenzione anche per Giovanni Oggioni, ex vicepresidente della Commissione Paesaggio e già agli arresti domiciliari dallo scorso marzo, accusato di aver attuato pratiche di influenza e favoreggiamento in cambio di utilità. L’ex vicepresidente, secondo il pm, avrebbe partecipato nella stesura del decreto SalvaMilano per coprire l’approvazione di progetti illegali e creato un canale politico per far arrivare la legge in Parlamento. Inoltre, secondo la Procura, avrebbe fatto passare in Commissione tra il 2020 e il 2023 vari progetti della società di sviluppo immobiliare residenziale Abitare In, a cambio dell’assunzione nell’azienda della figlia.

Risulta indagato anche Stefano Boeri, architetto, tra le varie opere, del Pirellino, incarico assunto dopo la vittoria del concorso indetto da COIMA nel 2019, e del noto Bosco Verticale. Boeri, già indagato per turbativa d’asta, false dichiarazioni e abuso d’ufficio, avrebbe esercitato pressioni «indebite e reiterate» nei confronti di Marinoni, in merito ad opinioni inizialmente sfavorevoli nell’ambito dell’edificazione del Pirellino.

Manfredi Catella chiude il cerchio dei nomi caldi in questa storia. Direttore di COIMA, Catella è il principale promotore della nuova Milano; suoi sono i progetti di Porta Nuova, Torre Unicredit, BAM Biblioteca degli alberi. A questo si aggiungono i progetti sugli scali ferroviari e la costruzione del Villaggio Olimpico nello scalo di Porta Romana. Anche lui sarebbe coinvolto in pratiche di corruzione e falso nell’ottenimento di permessi di costruzione.

Dure le reazioni della politica, con Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia e Lega che chiedono le dimissioni di Beppe Sala, mentre tace per il momento il Partito Democratico.

Per quanto le richieste di misure cautelari presentate dalla Procura abbiano sconvolto l’urbanistica e le istituzioni milanesi, lo scoppio dello scandalo si scorgeva già da lontano. Il clamore mediatico del tutto prevedibile che ne è conseguito, non dovrebbe offuscare la consapevolezza che queste pratiche si sono perpetrate per anni, spesso nel silenzio complice di una stampa legata mani e piedi dagli interessi della politica e della finanza. Il “modello Milano”, che nel corso del tempo ha ricevuto l’encomio imprenditoriale ed istituzionale, ha svelato una verità già nota ad una parte della cittadinanza. La politica del mattone, finalizzata alla costruzione dell’idea di una città smart, non ha fatto altro che rendere la vita della cittadinanza impossibile, ingabbiata, spesso consapevolmente, nella retorica della metropoli che non si ferma mai. Questo modello urbanistico mira ad una campagna promozionale costante, come già ci avevano dimostrato i progetti Expo 2015 e ora Olimpiadi Milano-Cortina 2026, volti ad attirare l’interesse internazionale a detrimento dei bisogni concreti della popolazione che abita la città. I comitati di quartiere in lotta, le associazioni, i giornalisti, spesso considerati come delle fastidiose Cassandra, avvertivano già da tempo sul futuro di una città costruita sulla speculazione e sulla corruzione del modello pubblico-privato. La politica che ha espulso e continua a espellere sempre più gente dalla capitale lombarda ha svelato le sue modalità. Il castello di carte inizia a crollare.

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Armando Negro

Laureato in Lingue e Letterature straniere, specializzato in didattiche innovative e contesti indipendentisti. Corrispondente da Barcellona, per L’Indipendente si occupa di politica spagnola, lotte sociali e questioni indipendentiste.

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