Da ieri, domenica 29 giugno, in Francia è ufficialmente vietato fumare in numerosi spazi pubblici all’aperto, in particolare in quelli frequentati da bambini. Il divieto riguarda spiagge, parchi e giardini pubblici, pensiline degli autobus e le immediate vicinanze di scuole, biblioteche, impianti sportivi e piscine: in questi ultimi casi, non si potrà fumare entro un raggio di almeno dieci metri. La misura, fortemente voluta dal Ministero della Salute e pubblicata in Gazzetta Ufficiale sabato scorso, ha l’obiettivo di ridurre l’esposizione dei minori al fumo passivo e di spingere i cittadini a smettere di fumare.
«Dove ci sono bambini, il tabacco deve scomparire. Un parco, una spiaggia, una scuola: sono luoghi dove giocare, imparare e respirare. Non per fumare», ha dichiarato la Ministra della Salute Catherine Vautrin insieme al ministro delegato per la Salute Yannick Neuder. La misura si inserisce nel programma nazionale di controllo del tabacco 2023-2027, che punta a una «generazione senza tabacco» entro il 2032. Il decreto prevede multe per i trasgressori a partire da 135 euro, con la possibilità di sanzioni fino a 750 euro in casi particolari. Tuttavia, il ministero della Salute ha annunciato che, in questa prima fase di applicazione, non ci saranno multe immediate: sarà infatti adottato un approccio educativo, per consentire ai cittadini di abituarsi gradualmente al nuovo regolamento. Un ulteriore testo di legge specificherà nei prossimi giorni la segnaletica – probabilmente un pittogramma – da usare per delimitare le nuove zone senza fumo.
Nonostante l’ampiezza del provvedimento, alcune eccezioni hanno sollevato critiche. Il divieto non riguarda infatti le sigarette elettroniche – molto diffuse tra i giovani – né i dehors e le terrazze dei bar e ristoranti, dove dunque si potrà continuare a fumare. Una scelta che ha suscitato la disapprovazione di diverse associazioni antifumo e dell’Alleanza francese contro il tabacco, secondo cui «il divieto, che consente la denormalizzazione del consumo di tabacco negli spazi pubblici, è un passo nella giusta direzione, ma rimane insufficiente». Critiche anche dal Comitato nazionale contro il fumo, che avrebbe voluto estendere il divieto proprio alle terrazze dei caffè, considerate come «veri e propri assortimenti di fumo e fumatori». Dal canto loro, i rappresentanti del settore della ristorazione hanno espresso preoccupazione, sostenendo che vietare il fumo anche all’aperto avrebbe solo spostato il problema: «Chi si trova sulle terrazze andrebbe a fumare accanto ai locali».
Il divieto è stato introdotto in concomitanza con l’inizio delle vacanze scolastiche estive, sottolineando ancora una volta l’obiettivo prioritario della tutela dei minori. Secondo l’Osservatorio francese sulle droghe e le dipendenze, nel 2023 meno del 25% dei cittadini tra i 18 e i 75 anni fumava, una cifra storicamente bassa. Inoltre, un sondaggio pubblicato a maggio dalla Lega contro il cancro ha rivelato che oltre il 60% della popolazione francese è favorevole a un ampliamento dei divieti di fumo nei luoghi pubblici.
La Francia si unisce così ad altri Paesi europei che hanno introdotto misure simili, come Regno Unito, Svezia e Spagna, dove in alcune località – tra cui Barcellona, Ibiza e Maiorca – è già vietato fumare in spiaggia. Anche in alcune città italiane esistono provvedimenti simili: a Milano è vietato fumare in quasi tutte le aree pubbliche, a Torino il divieto si applica nei parchi e alle fermate degli autobus, a Roma nei parchi, a Napoli durante eventi pubblici, a Bibione in spiaggia. A livello globale, anche Melbourne, New York, California, Parigi e Tokyo hanno adottato restrizioni simili. In Bhutan, l’unico luogo in cui è permesso fumare è la propria casa.
Divieto fatto per tutelare… Macron.