venerdì 13 Giugno 2025

Dazi, cosa sappiamo dell’accordo raggiunto da Stati Uniti e Cina

Dopo intense trattative dell’ultimo mese, Cina e Stati Uniti sembrano aver raggiunto un’intesa che, almeno per ora, mette in pausa l’escalation dei dazi reciproci causata dalla guerra commerciale che Trump ha dichiarato, in particolare, alla Cina. Le clausole specifiche dovranno essere concordate nel dettaglio e approvate dai due presidenti, ma la quadra sembra essere stata trovata. L’accordo di tregua commerciale suggerisce un significativo disgelo nelle relazioni bilaterali. Il segretario al Tesoro USA, Scott Bessent, ha dichiarato alla stampa che i colloqui sono stati strettamente focalizzati e che un accordo più completo avrebbe necessitato di tempo. «Sarà un processo molto lungo», ha detto Bessent. Questo sviluppo apre uno spiraglio di speranza per la ristabilizzazione economica globale. Tuttavia, la situazione rimane estremamente fluida e carica di incertezze. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha dichiarato che «Ora che è stato raggiunto un consenso, entrambe le parti dovrebbero rispettarlo».

Secondo quanto scritto da Trump sul suo social Truth, l’accordo dovrà certamente riguardare la questione dei minerali e delle terre rare. Questi elementi sono vitali per la produzione di veicoli elettrici, smartphone, missili e altre tecnologie avanzate, e la Cina controlla gran parte della loro estrazione e lavorazione a livello mondiale. La Cina, nell’aprile scorso, aveva introdotto un regime di licenze per l’esportazione di alcuni metalli e delle terre rare, in particolare di sei metalli pesanti e dei magneti a base di terre rare. La mossa rientrava nell’escalation della guerra commerciale, cui Pechino stava rispondendo. Questo ha costituito sicuramente un problema per gli Stati Uniti, vista la posizione dominante della Cina sul mercato mondiale di questi elementi così preziosi per le tecnologie odierne. Come parte della tregua, dunque, la Cina dovrebbe rimuove le barriere all’export di minerali e terre rare

Le decisioni sembrano essere in linea con quanto era stato riferito dopo gli ultimi colloqui di Ginevra, nella maggio scorso, come aveva riferito la Casa Bianca. La Cina si sarebbe impegnata a ridurre al 10% i dazi sui beni americani mentre gli Stati Uniti abbasserebbero le proprie tariffe dal 145% al 30% ed eliminerebbero le restrizioni sui chip. Nell’accordo dovrebbe poi rientrare la questione dei permessi di studio negli Stati Uniti agli studenti cinesi, ora che il Presidente sta scuotendo gli atenei statunitensi con il blocco per gli studenti stranieri, nel tentativo di reprimere le manifestazioni pro-Palestina. Con un altro post, Trump annuncia poi anche l’intenzione di voler lavorare con il Presidente cinese, Xi Jinping, per aprire il mercato della Cina ai prodotti made in US

Insomma, l’accordo tra Stati Uniti e Cina, per quanto avvolto in un velo di riserbo sui dettagli, potrebbe rappresentare un passo cruciale verso la de-escalation della guerra commerciale scatenata dall’amministrazione Trump. Tuttavia, la cautela è d’obbligo. In primis, il processo avrà bisogno di tempo e la tregua attuale potrebbe essere solo il preludio a negoziati ben più complessi e potenzialmente turbolenti. La partita per una pace commerciale duratura è appena iniziata. 

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Michele Manfrin

Laureato in Relazioni Internazionali e Sociologia, ha conseguito a Firenze il master Futuro Vegetale: piante, innovazione sociale e progetto. Consigliere e docente della ONG Wambli Gleska, che rappresenta ufficialmente in Italia e in Europa le tribù native americane Lakota Sicangu e Oglala.

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