venerdì 6 Giugno 2025

Gli USA hanno bloccato la risoluzione ONU per il cessate il fuoco immediato a Gaza

Quattordici voti favorevoli su quindici. Nessun astenuto. Eppure, ancora una volta, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite resta paralizzato. Ieri sera, infatti, gli Stati Uniti d’America hanno posto il veto a una risoluzione che chiedeva un cessate il fuoco «immediato, incondizionato e permanente» nella Striscia di Gaza, il rilascio degli ostaggi e la rimozione di ogni restrizione agli aiuti umanitari, giudicando il testo «inaccettabile». A presentarla, i dieci membri eletti del Consiglio (E10), ma è bastato il no di Washington per farla affondare. Nel frattempo, mentre in tutto il mondo crescono le proteste in solidarietà con la Palestina e diminuisce il consenso per lo Stato Ebraico, i massacri israeliani nella Striscia proseguono senza soluzione di continuità.

Tutti i Paesi, sia i membri permanenti che quelli eletti a rotazione, hanno votato a favore della mozione. Soltanto gli Stati Uniti hanno detto no. La decisione nordamericana è stata motivata dall’ambasciatrice ad interim Dorothy Shea, la quale ha definito il testo «inaccettabile per ciò che dice, per ciò che non dice e per il modo in cui è stato avanzato», sostenendo che al suo interno non fosse presente una condanna esplicita di Hamas e che, al contrario, la mozione avrebbe finito per «premiare l’intransigenza» del gruppo palestinese. In realtà, Hamas aveva risposto alla proposta di cessate il fuoco elaborata dagli Stati Uniti e sottoscritta da Israele lo scorso giovedì 29 maggio chiedendo di apportare alcune modifiche, dichiarando che avrebbe rilasciato 10 ostaggi vivi e 18 salme in cambio del rilascio di un certo numero di ostaggi palestinesi da parte di Israele. Hamas aveva però aggiunto la richiesta di giungere a un cessate il fuoco permanente, al ritiro completo di Israele dalla Striscia e alla garanzia di adeguati flussi di aiuti umanitari alla popolazione dell’enclave. Una proposta che l’inviato speciale degli Stati Uniti Witkoff ha però definito «inaccettabile», chiudendo ogni margine di trattativa.

La posizione americana all’ONU ha però evidenziato una frattura sempre più profonda con il resto del Consiglio. I quattro membri permanenti con diritto di veto – Cina, Russia, Regno Unito e Francia – hanno votato a favore del testo. E anche numerosi alleati storici degli Stati Uniti stanno prendendo le distanze dall’intransigenza della Casa Bianca su Gaza, mentre aumenta l’indignazione dell’opinione pubblica internazionale per la mattanza dei palestinesi. All’uscita dal Palazzo di Vetro, l’ambasciatrice americana non si è presentata ai giornalisti. Lo hanno fatto invece diversi diplomatici, e i toni sono stati spesso duri. L’ambasciatore russo Vasily Nebenzia ha parlato con sarcasmo di un Consiglio «molto unito», avendo espresso 14 voti a favore della mozione contro uno. Il rappresentante palestinese Riyad Mansour è stato ancora più esplicito: «Smettete di inviare armi a Israele, riconoscete lo Stato di Palestina, colpite chi sta uccidendo il popolo palestinese». Ha poi fatto appello ai governi affinché agiscano «nella loro capacità nazionale», con sanzioni e pressioni diplomatiche. Anche l’ambasciatore del Pakistan ha espresso forte frustrazione: «L’intera comunità internazionale è da un lato, solo la potenza occupante si oppone», ha affermato.

È la prima volta che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite vota una risoluzione sul conflitto israelo-palestinese da quando è iniziato il secondo mandato presidenziale di Trump, ma gli Stati Uniti, ponendo il veto, non hanno fatto altro che continuare la linea storicamente adottata – e mantenuta senza oscillazioni – da parte di Joe Biden. Che, dal 23 ottobre del 2023, ha posto numerose volte il veto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU per evitare conseguenze per Israele. La prima volta è stata ad ottobre 2023, quando gli USA sono stati l’unico membro del Consiglio di Sicurezza a votare contro una risoluzione che chiedeva una «tregua permanente» nei combattimenti in Medioriente. Poi è avvenuto a dicembre, quando sempre gli Stati Uniti hanno posto il veto su una risoluzione che chiedeva un cessate il fuoco umanitario, immediato e permanente all’interno della Striscia di Gaza. A febbraio 2024 la risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiedeva ancora una volta l’immediato cessate il fuoco a Gaza è stata bloccata nuovamente dal veto USA, favorevoli piuttosto ad un «sostegno temporaneo» e «appena possibile». In ultimo, ad aprile dell’anno scorso, Gli Stati Uniti hanno bloccato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

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2 Commenti

  1. È inconcepibile, oltre ad essere un insulto alla democrazia, che il veto di un solo Paese vanifichi la votazione della maggioranza.Dagli Usa dominati dalla potente lobby sionista, d’ altra parte, c’era da aspettarselo. Si deve sperare solo nella mobilitazione dei cittadini e nelle iniziative dei singoli Stati perché rompano ogni rapporto economico e militare con Israele.

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