domenica 25 Maggio 2025

Uno dei poliziotti condannati per le violenze alla scuola Diaz sarà il nuovo questore di Monza

A quasi ventiquattro anni da quella che è stata definita “macelleria messicana” dallo stesso vicequestore Fournier, uno dei responsabili dei fatti della scuola Diaz è stato nominato questore di Monza. Si tratta di Filippo Ferri, all’epoca capo del reparto mobile di La Spezia, condannato in via definitiva a tre anni e otto mesi e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per falso aggravato. Dopo la condanna, Ferri lavorò per un periodo come responsabile della sicurezza del Milan; reintegrato in polizia, ora ricopre il ruolo di dirigente della polizia ferroviaria di Milano. Prenderà servizio il prossimo 1° giugno. Nel non troppo lontano 2001, Ferri fu tra coloro che formularono false accuse nei confronti dei manifestanti, collaborando alla redazione dei verbali e alla costruzione di false prove volte a dimostrare la pericolosità delle persone che dormivano nell’istituto, come nel caso del finto ritrovamento di due molotov, in realtà sequestrate nel pomeriggio.

I fatti della scuola Diaz per i quali Ferri è stato condannato sono noti ai più. Risalgono alla notte del 21 luglio 2001, quando i reparti mobili della polizia di Stato fecero irruzione all’interno del complesso del liceo Pertini di Genova, ex scuola Diaz. L’istituto era adibito a centro stampa del Genova Social Forum, e quella notte dava un tetto a centinaia di cittadini che avevano appena preso parte alle manifestazioni contro il G8. Quella notte i manifestanti, a mani alzate, furono pestati dagli agenti. In 61 finirono in ospedale, tre dei quali in prognosi riservata e uno in coma. Per coprire gli abusi e giustificare l’irruzione, la polizia si impegnò a produrre diverse prove false. Tra le più smaccate due bombe molotov che vennero introdotte nella scuola dagli stessi agenti per incolpare i manifestanti di essere armati, e la giacca auto-lacerata da un agente di polizia nel tentativo di inscenare un falso accoltellamento. La verità è che i manifestanti erano del tutto disarmati.

Ferri venne condannato proprio per la formulazione delle false accuse e delle false prove. I giudici ritengono che l’allora capo della squadra mobile di La Spezia, poi promosso a Firenze, «è coinvolto nei fatti dal principio», visto che quella sera si trovava tra i  «pattuglioni» che in teoria avrebbero dovuto trovare e arrestare i manifestanti accusati di essere responsabili degli scontri. Ferri, dicono i giudici, arrivò alla Diaz «addirittura in tempo per vedere il cancello prima che venisse chiuso dagli occupanti». Fu proprio lui a scrivere il verbale degli arresti: «È al dottor Ferri che vanno sostanzialmente riferiti il momento decisionale e l’elaborazione tecnico-giuridica relativi alla scelta di contestare agli occupanti il reato di associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio», scrivono infatti i giudici. Ferri fu così condannato «per l’odiosità del comportamento di chi, in posizione di comando a diversi livelli come i funzionari, una volta preso atto che l’esito della perquisizione si era risolto nell’ingiustificabile massacro dei residenti nella scuola, invece di isolare e emarginare i violenti denunciandoli avevano scelto di persistere negli arresti creando una serie di false circostanze».

Trovato colpevole per falso aggravato, venne condannato a tre anni e otto mesi e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. La formulazione del giudice, tuttavia, valse poco, visto che il reato venne coperto da un indulto di tre anni. Nel periodo di interdizione agli uffici pubblici perse la sua carica di capo della squadra mobile fiorentina, ma venne assunto come dirigente della sicurezza del Milan, e “tutor” personale del calciatore Mario Balotelli.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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