Ieri, mercoledì 21 maggio, i pensionati argentini sono scesi nuovamente in piazza, venendo come ormai accade periodicamente repressi dalla polizia. Questa volta, la protesta si svolgeva in parallelo a una discussione parlamentare per aumentare le pensioni agli argentini, boicottata dalla maggioranza Milei. La manifestazione di ieri fa parte di un ampio moto di sollevamento popolare che da mesi scende ritualmente in piazza ogni mercoledì. I pensionati, di preciso, chiedono che il governo garantisca le pensioni, che le aumenti, e che si operi per contrastare l’aumento dei prezzi dei servizi essenziali. Col tempo, hanno radunato attorno a sé un’ampia frangia della popolazione argentina, che spazia dai politici ai sindacalisti, fino a raggiungere tifosi delle squadre calcistiche e membri del clero che operano nei quartieri più critici.
La protesta dei pensionati contro il governo Milei si tiene ogni mercoledì a Buenos Aires, davanti al palazzo del Congresso. Ieri, la protesta coincideva con la discussione di una proposta di legge avanzata dall’opposizione che si proponeva di aumentare le pensioni agli argentini, che in questo momento si attestano a 379.000 pesos (circa 292 euro). Per rendere più comprensibili tali cifre, si pensi che, secondo una analisi de La Nación risalente a inizio gennaio 2025, l’affitto medio di un bilocale di 50 metri quadri a Buenos Aires si attesta attorno ai 550.450 pesos, mentre quello di un monolocale di 40 metri quadri arriva a 465.091 pesos. In occasione della discussione erano presenti circa 124 deputati, mentre 133 erano assenti.
Come ormai accade da mesi, anche l’appuntamento tenutosi ieri è stato violentemente represso dai membri delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa armate di scudi e manganelli. Mentre i manifestanti si provavano ad avvicinare all’edificio oltrepassando il cordone di polizia, è esploso uno scontro con le forze dell’ordine, che hanno usato manganelli e spray al peperoncino sui dimostranti. Anche la protesta della scorsa settimana si era risolta in uno scontro con la polizia. In seguito alla manifestazione, sono stati registrati una decina di feriti, tra cui Francisco Padre Paco Olveira, sacerdote delle baraccopoli della capitale che si è schierato a fianco dei pensionati, e Nico Caropresi, presidente del Movimento dei Lavoratori Esclusi.
I pensionati scendono in piazza ormai da mesi per rivendicare pensioni più alte e garantite, e in generale per protestare contro le politiche del governo Milei. Una delle più significative risale a due mesi fa, quando alla protesta si sono uniti gli hinchas, tifosi di decine di club argentini che hanno messo da parte le rivalità sportive per proteggere i pensionati. La decisione degli ultrà è arrivata dopo gli episodi di violenza registratisi durante le manifestazioni precedenti, e ha reso la manifestazione ancora più partecipata. Col tempo, si sono uniti anche sindacalisti, politici, e membri del clero, che insieme iniziano a contestare la terapia di “shock economico” portata avanti dal presidente argentino. Questa passa per una drastica riduzione della spesa pubblica che finisce per colpire soprattutto le fasce più deboli della popolazione, come gli anziani che protestano contro i tagli alle pensioni. L’amministrazione Milei, oltre ad aver ridotto la spesa per le pensioni del 19%, ha eliminato un programma che rendeva gratuiti diversi farmaci, decisione che ha fatto esplodere le tensioni.