La maggioranza, con Fratelli d’Italia in prima linea, ha preparato una radicale riscrittura della legge 157/92 sulla caccia, riducendo le tutele ambientali e favorendo il mondo venatorio. Secondo le anticipazioni di diversi media, il disegno di legge, promosso dal ministro Lollobrigida, aprirebbe alla caccia in spiagge, aree demaniali e perfino durante la notte e fuori stagione, con meno controlli contro il bracconaggio. Verrebbero riattivati i roccoli, liberalizzati i richiami vivi e rimosso il parere vincolante dell’Ispra. Diverse associazioni ambientaliste hanno denunciato la «palese incostituzionalità» della norma, sostenendo inoltre che essa si porrebbe in contrasto con diverse direttive europee; il governo, invece, punta ad approvare la riforma entro l’estate, per aggirare limiti e sentenze sfavorevoli.
La notizia del nuovo disegno di legge presentato dal ministro Lollobrigida è stata data da diversi media che ne hanno visionato in anteprima il contenuto, come La Repubblica e Il Fatto Quotidiano. Secondo i quotidiani, la proposta di legge conterebbe 18 articoli e rivoluzionerebbe il contenuto della legge 157/92 sulla caccia. Il completo rovesciamento delle regole in vigore sarebbe visibile sin dal primo articolo della legge: la caccia verrebbe infatti definita una pratica che «concorre alla tutela della biodiversità e dell’ecosistema» nonché «attività sportivo-motoria con importanti ricadute» sociali, culturali ed economiche. Alla caccia, insomma, verrebbe dato il ruolo della salvaguardia ambientale previsto dall’articolo 9 della Costituzione.
La proposta introduce diverse modifiche, interamente volte a liberalizzare la caccia. Essa estenderebbe il numero di specie cacciabili e di quelle utilizzabili come richiami vivi (che passerebbero da 7 a 47), eliminando inoltre ogni limite di possesso di volatili utilizzabili come esche nel caso provengano da un allevamento. Il governo intenderebbe inoltre permette di cacciare «nei territori e nelle foreste del demanio statale, regionale e degli enti pubblici in genere», e dunque anche in aree come le spiagge, che rientrano nel demanio statale; la caccia sarebbe consentita anche al tramonto, le gare anche di notte, i periodi di caccia verrebbero estesi, la caccia su territorio privato completamente deregolamentata, e la braccata sarebbe concessa anche su terreni innevati. La proposta eliminerebbe le tre opzioni di specializzazione consentendo a tutti di cacciare tutto, semplificherebbe l’ottenimento dei permessi per i cittadini stranieri, e permetterebbe anche alle guardie giurate di banche e supermercati di uccidere animali. Le regioni sarebbero costrette a ridurre le aree protette se ritenute «eccessive», fissando al 30% l’area massima di territorio regionale denominabile protetta. La legge, infine, prevedrebbe sanzioni fino a 900 euro per chi protesta contro le uccisioni di animali durante le attività di controllo.
Appresa la notizia del disegno di legge, le associazioni ENPA, LAC, LAV, Lipu e WWF Italia hanno lanciato un allarme, sottolineando inoltre come in mezzo a tutte le liberalizzazioni concesse dalla proposta, non una legge prevede una stretta su pratiche illecite come il bracconaggio. Il governo deve ancora approvare la proposta, ma da quanto ha detto Lollobrigida l’esecutivo intende varare la misura entro l’apertura della prossima stagione di caccia.