Nell’ultimo secolo almeno, la qualità dell’aria dei Paesi occidentali è notevolmente migliorata. I livelli di inquinanti sono infatti decisamente in calo rispetto all’inizio del XX secolo, quando l’Europa si trovava nel pieno dello sviluppo industriale. Questo dipende in larga parte dalle fasi stesse del processo di industrializzazione dei Paesi, i quali inizialmente sfruttano prevalentemente l’energia prodotta da combustibili fossili per poi transitare verso tecnologie più sostenibili, che riducono drasticamente le emissioni. Il miglioramento della qualità dell’aria ha un impatto diretto sulla vita delle persone, dal momento che è collegata con l’insorgere di patologie anche gravi e incurabili nell’uomo e, in generale, in tutte le forme di vita.
Il progressivo miglioramento della qualità dell’aria si è concretizzato, per esempio, nella diminuzione del fenomeno delle piogge acide, estremamente diffuso nelle ultime decadi del Novecento. Le piogge acide sono causate per dalla presenza nell’aria di anidride solforosa (SO2), la quale, sciogliendosi nell’acqua delle precipitazioni, danneggia foreste, fiumi, terreni ed interi ecosistemi, arrivando addirittura a sciogliere parti di statue nelle città quando la concentrazione dell’inquinante è particolarmente alta. La presenza di anidride solforosa nell’aria è conseguenza diretta della combustione di carbone: la diminuzione di questo inquinante si è potuta ottenere grazie alla riduzione della quantità di carbone bruciato, ma anche, per esempio, dall’installazione nelle ciminiere di tecnologie che rimuovano lo zolfo prima che questo venga liberato nell’aria.
Altro gruppo di inquinanti che si è drasticamente ridotto negli ultimi decenni è quello degli ossidi di azoto, anche questi liberati nell’aria a seguito della combustione delle fonti fossili che avviene nelle centrali elettriche e nelle industrie, ma anche dal trasporto su gomma. In Italia, per esempio, le emissioni di ossidi di azoto collegate al trasporto su gomma hanno raggiunto il proprio picco nel 1992 (1,16 milioni di tonnellate), per poi scendere nel 2022 a poco più di 274 mila tonnellate. A contribuire a questa diminuzione vi sono, tra le altre cose, i limiti di emissioni imposti alle automobili e i progressi tecnologici delle case automobilistiche, che hanno reso i mezzi di trasporto meno inquinanti.
Questa situazione non vale, naturalmente, per tutti i Paesi del mondo: quelli che hanno subito più tardi nel tempo il processo di industrializzazione imposto dall’occidente stanno ancora attraversando una fase storica di progressivo peggioramento della qualità dell’aria respirata – si pensi a città come Delhi, Bangkok o Accra. Il fatto che, contrariamente a un secolo fa, siano oggi già disponibili tecnologie che permettono la riduzione dell’inquinamento potrebbe accelerare la transizione verso l’inversione di tendenza, tuttavia questo dipende in larga parte dagli investimenti che questi Paesi – e soprattutto le aziende straniere che vi costruiscono i propri impianti di produzione – sono disposti a fare.
[di Valeria Casolaro]




Questo articolo è una bufala totale e non è degno di un giornale indipendente!
https://ourworldindata.org/air-pollution
In realtà anche il sito a cui rimanda il collegamento conferma che la qualità dell’aria sta migliorando (anche in Italia), nonostante sia ancora lontana dall’essere considerata aria pulita
Magari invece di guardare tutto il mondo, ci limitiamo alla Pianura Padana, sospetto sia invece tra le peggiori degli ultimi Cento anni, o mi sbaglio?