giovedì 24 Aprile 2025

La finta decolonizzazione delle Mauritius da parte del Regno Unito

Il Regno Unito e le Mauritius hanno raggiunto un accordo di risoluzione delle controversie territoriali legate all’arcipelago di Chagos, reso Territorio britannico dell’Oceano Indiano (BIOT) nel 1965. Il patto tra i due governi sembra però essere una cessione formale e d’immagine, mentre la sostanza lo rende in continuità con lo status quo, sebbene venga sbandierato da ambo le parti come «storico accordo». Londra ha infatti ceduto a Mauritius i territori di Chagos ma ha mantenuto per 99 anni il controllo dell’isola principale dell’arcipelago, Diego Garcia, sede di una importante base militare condivisa con gli Stati Uniti. In tal modo, il reinsediamento delle popolazioni indigene è pressoché inattuabile, sebbene il Regno Unito sembri molto fiero di affrontare i «torti del passato».

«Nel risolvere tutte le questioni in sospeso tra il Regno Unito e Mauritius, il trattato aprirà un nuovo capitolo nella nostra storia condivisa, che continuerà a basarsi sul rispetto e sulla fiducia reciproci come stretti partner del Commonwealth impegnati per la sicurezza e la prosperità della regione dell’Oceano Indiano. Nel raggiungere l’accordo politico odierno, abbiamo goduto del pieno sostegno e dell’assistenza dei nostri stretti partner, gli Stati Uniti d’America e la Repubblica dell’India» è la conclusione della dichiarazione congiunta tra il governo del Regno Unito e quello delle Mautitius. La sovranità sull’arcipelago di Chagos viene ceduta alle Mauritius, dopo che la Gran Bretagna ha amministrato il territorio per quasi sessant’anni.

Su Diego Garcia, l’isola più grande dei territori che l’impero britannico continuò ad amministrare dopo l’indipendenza delle Mauritius del 1968, venne edificata una base militare di importanza strategica per poter continuare a controllare le rotte navali della regione e per avere una proiezione su di essa. Secondo i termini del trattato, «il Regno Unito accetterà che Mauritius sia sovrana sull’arcipelago delle Chagos, incluso Diego Garcia». Entrambi i Paesi si impegnano però a garantire il «funzionamento a lungo termine, sicuro ed efficace della base esistente di Diego Garcia [..] Per un periodo iniziale di 99 anni, il Regno Unito sarà autorizzato ad esercitare nei confronti di Diego Garcia i diritti sovrani e le autorità di Mauritius necessari per garantire la continuità operativa della base nel prossimo secolo». Dunque, per quanto concerne l’isola più grande dell’arcipelago di Chagos, la sovranità viene prima data alle Mauritius e poi nuovamente al Regno Unito per tutto il tempo in cui vi sarà la base militare gestita con gli Stati Uniti. In una nota di commento all’accordo preso tra i due Paesi, il Dipartimento di Stato USA, sulla base di Diego Garcia, dice: «Svolge un ruolo vitale negli sforzi degli Stati Uniti per stabilire la sicurezza regionale e globale, rispondere alle crisi, contrastare alcune delle minacce alla sicurezza più impegnative del nostro tempo».

Con l’accordo viene istituito un nuovo partenariato economico, di sicurezza e ambientale tra le due nazioni, che terrà il Regno Unito ben presente in varie questioni della regione. Rispetto ai «torti del passato», si cerca di affrontare la questione del reinsediamento delle popolazioni indigene e del risarcimento del danno. Infatti, quando nel 1968 le Mauritius divennero uno Stato indipendente, i Chagossian furono espulsi con la forza dalle isole, specie da Diego Garcia, da parte del governo britannico che li deportò a Mauritius e alle Seychelles. Nel febbraio 2019, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), sostenuta dalla risoluzione 71/292 adottata dall’Assemblea generale nel 2017, ha emesso un parere consultivo non vincolante in cui si afferma che «il processo di decolonizzazione di Mauritius non era legittimamente completato quando tale Paese ha aderito all’indipendenza» e che «il Regno Unito ha l’obbligo di porre fine alla sua amministrazione dell’arcipelago delle Chagos il più rapidamente possibile». Nel 2023, Human Rights Watch ha condannato l’azione come un «crimine contro l’umanità» da parte di Regno Unito e Stati Uniti. L’accordo raggiunto tra i due governi però, riconoscendo Diego Garcia sotto la continuità della sovranità britannica, esclude la possibilità del reinsediamento dei Chagossian sull’isola più grande dell’arcipelago. Come una sorta di contropartita, i britannici si impegnano a pagare una royalty per tutta la durata dell’occupazione e annunciano «nuovo fondo fiduciario, oltre a fornire separatamente altro sostegno, a beneficio dei chagossiani». Insomma, una decolonizzazione che non decolonizza.

[di Michele Manfrin]

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