La Namibia ucciderà almeno 700 tra ippopotami, elefanti, bufali, zebre e altri animali selvatici per contrastare la grave siccità che sta mettendo in ginocchio il Paese. Lo Stato ha iniziato l’abbattimento degli animali selvatici per nutrire le popolazioni affamate a causa della carenza di piogge, che sta provocando una scarsità nei raccolti, in quella che è stata definita come la più grave siccità nella storia recente del Paese africano. Finora sono stati già abbattuti più di 260 animali per fornire carne a migliaia di persone e ridurre la pressione sulle risorse di pascolo e idriche, già gravemente compromesse dalla siccità. Complessivamente, cacciatori professionisti sono stati incaricati di abbattere 30 ippopotami, 83 elefanti, 60 bufali, 100 gnu e altrettanti antilopi, 300 zebre e 50 impala.
L’abbattimento degli animali è stato annunciato dal Ministero dell’Ambiente di Windhoek giovedì 26 agosto, e fa parte del cosiddetto Programma di soccorso contro la siccità, destinato a fornire supporto alimentare alla popolazione del Paese. Gli animali da abbattere, in totale 723, provengono dai parchi nazionali e dalle «aree comuni sostenibili»; nello specifico sono coinvolti il Parco Namib Naukluft, il Parco Nazionale Mangetti, il Parco Nazionale Bwabwata, il Parco Nazionale Mudumu e Nkasa, e il Parco Nazionale Rupara. La caccia è già iniziata e sta venendo condotta da cacciatori professionisti e allestitori di safari incaricati dal Ministero e dalle riserve. Finora, a Mangetti sono stati cacciati 157 animali di diverse specie, nell’area di Mahango 20, in quella di Kwando 70, attorno a Bufallo 6, e a Mudumo 9; in totale sono stati consegnati 56.875 chilogrammi di carne proveniente da 262 animali.
Secondo il Ministero, l’abbattimento degli animali non servirebbe solo a sfamare la popolazione. «Questo prelievo», sostiene il Ministero, «aiuterà a ridurre l’impatto negativo della siccità sulla conservazione degli animali selvatici», che starebbero affrontando le conseguenze della scarsità di acqua e della sovrappopolazione, nonché a «ridurre i casi di conflitto tra uomo e natura selvatica». Questo punto si applica in generale a tutta la fauna del Paese, ma è particolarmente rilevante per gli elefanti. Proprio per questo motivo, comunica il Minstero, gli 83 esemplari dell’animale che saranno oggetto di abbattimento sono già stati selezionati, e sono distribuiti in circa una dozzina di regioni del Paese. Oltre alle questioni del presunto sostegno alla popolazione animale, il Governo ha messo le mani avanti e ha provato a giustificare la massiccia campagna di abbattimento degli animali, anticipando possibili critiche di sorta: la nota del Ministero spiega che l’impiego delle riserve naturali per la popolazione sarebbe in linea con la costituzione del Paese, e che «la fornitura di carne migliora la nutrizione delle persone, e contribuisce alla riduzione della povertà». Essa insomma, a detta di Windhoek, apporterebbe vantaggi economici al Paese, creando posti di lavoro e intensificando il turismo.
[di Dario Lucisano]