venerdì 8 Novembre 2024

Putin forma il nuovo governo, mentre l’esercito avanza in Ucraina

Nelle ultime 48 ore si è registrata un’avanzata decisa delle forze russe nella regione di Kharkiv, in Ucraina. Mosca ha rivendicato la «liberazione» di nove villaggi di confine, a nord-est della città dell’omonima provincia, sebbene la conquista di queste aree sia smentita dall’amministrazione militare regionale ucraina. Mentre la resistenza delle forze ucraine si concentra nel cercare di colpire in territorio russo, le forze russe avanzano verso la città di Kharkiv che, con i suoi 1,4 milioni di abitanti, rappresenta un obiettivo chiave in quella che da Mosca continuano a chiamare l’«operazione militare speciale». Nelle stesse ore, il presidente russo Vladimir Putin ha iniziato il suo quinto mandato (cominciato ufficialmente il 7 maggio) con un rimpasto di governo. Degno di nota se non altro per i diversi avvicendamenti messi in atto tra gli incarichi militari e all’interno dei servizi segreti.

A suscitare particolare clamore – soprattutto in Occidente – è stata la scelta di sostituire, come ministro della Difesa, il suo collaboratore e fedele alleato di lunga data, Sergei Shoigu, con l’economista civile, nonché vice Primo ministro dal 2020, Andrey Belousov. A sua volta, Shoigu è stato “promosso” a Segretario del Consiglio di Sicurezza e, in quanto tale, sarà anche Vice capo di Stato nella commissione sul complesso militare industriale e gli sarà affidata la supervisione delle attività del servizio federale per la cooperazione tecnico-militare, secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa russe. Con un decreto, invece, il capo del Cremlino ha sollevato dal suo incarico di Segretario del Consiglio di Sicurezza – ora affidato a Shoigu –  Nikolai Patrushev, che otterrà un nuovo ruolo non ancora annunciato. Confermato nel suo dicastero il popolare ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. L’elenco completo degli altri candidati presentati da Putin al Consiglio della Federazione comprende:  Vladimir Kolokoltsev come ministro degli Affari Interni; Alexander Kurenkov come ministro della Protezione civile; Konstantin Chuychenko al ministero della Giustizia; Sergei Naryshkin, come direttore dei Servizi segreti esteri; Alexander Bortnikov alla direzione del Servizio di sicurezza federale; ViktorU Zolotov come Direttore del Servizio Federale delle Truppe della Guardia Nazionale; Dmitry Kochnev come Direttore del Servizio di sicurezza federale; Alexander Linets a Capo della direzione principale dei programmi speciali del presidente e Boris Kovalchuk come Presidente della Camera dei conti.

Come anticipato, la nomina di un economista a capo del ministero della Difesa ha suscitato diversi interrogativi, dando luogo a svariate speculazioni a riguardo, soprattutto – ma non solo – tra i commentatori della stampa occidentale. Secondo quanto dichiarato dagli stessi esponenti del governo russo, la scelta indica la volontà di integrare il comparto della Difesa con quello dell’economia, preparando la Russia a una guerra di lunga durata e di logoramento delle risorse dell’avversario, utilizzando al meglio il bilancio della Difesa e sfruttando la maggiore innovazione possibile per avere la meglio sul campo di battaglia. A riguardo, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che «oggi sul campo di battaglia, il vincitore è colui che è aperto all’innovazione e all’implementazione più rapida», segno che il Cremlino si sta preparando per un confronto ancora lungo con l’Occidente. «È molto importante adattare l’economia del comparto all’economia del Paese. In modo che corrisponda alle dinamiche del momento attuale», ha proseguito Peskov. Il bilancio militare e di sicurezza della Russia negli ultimi anni è cresciuto notevolmente, arrivando al 6,7% del PIL e apprestandosi a sfiorare la cifra sovietica del 7,4%. Memori del fatto che l’enorme bilancio militare fu uno dei motivi del crollo dell’economia sovietica, i funzionari di governo russi, e per primo il capo del Cremlino, sembrano optare per una spesa efficiente e oculata delle risorse a disposizione in questo comparto. In quella che, seppure avviata a numeri di crescita sostenuti e maggiori rispetto ai Paesi europei, si avvia giocoforza a divenire una economia di guerra.

Sul fronte militare, invece, i successi russi sono testimoniati dall’allarme lanciato dai vertici ucraini. Il capo dell’esercito di Kiev, Oleksandr Syrskyi, ha ammesso che le condizioni sul campo di battaglia sono diventate «difficili». Inoltre, l’importante gruppo DeepStateMap – un’organizzazione ucraina che monitora gli sviluppi sul campo di battaglia – ha mostrato sette villaggi ucraini sotto il controllo russo totale o parziale, come ha riferito la CNN. I combattimenti infuriano intorno a Vovchansk – dove sono state evacuate 6.000 persone – e a Lyptsi, rispettivamente a 45 e a 20 chilometri da Kharkiv. L’obiettivo dell’avanzata russa potrebbe riguardare la creazione di una zona cuscinetto progettata per ridurre gli attacchi ucraini sul territorio russo, ma anche un nuovo assalto alla città di Kharkiv, che è al momento ancora saldamente in mano agli ucraini, in quanto ben fortificata. Allo stesso tempo, potrebbe anche essere un modo per distogliere le forze ucraine da altri obiettivi chiave russi più a sud: le forze moscovite, infatti, stanno avanzando anche a Chasiv Yar, nella regione di Donetsk e nella città industriale di Krasnohorivka, dove le truppe russe hanno ora il controllo del territorio. Come ritorsione, le milizie ucraine avrebbero attaccato Belgorod e una raffineria di petrolio a Volgograd. Secondo quanto riportato dai media russi l’attacco su Belgorod avrebbe colpito un edificio residenziale causando la morte di almeno 12 civili.

La situazione sul campo non lascia tranquillo il blocco euro-atlantico, i cui sforzi per sostenere l’Ucraina continuano a dimostrarsi quantomeno poco efficaci, anche perché l’offensiva russa vera e propria potrebbe non essere ancora entrata nel vivo, mentre i Paesi occidentali hanno speso ingenti quantità di denaro per sostenere Kiev. Lo stesso ministro degli Esteri britannico David Cameron ha riconosciuto che si tratta di un «momento estremamente pericoloso».

[di Giorgia Audiello]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

2 Commenti

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria